CAPITOLO 22

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POV DEREK:

Mi sono sempre rifugiato dietro al fatto che tutte le volte che stavo accanto ad Amber era per proteggerla e niente di più.

La sera della partita però, nel momento in cui è scattata contro l'ibrido, la mia parte razionale ha accettato il fatto che lei non ha bisogno di qualcuno che l'aiuti e così ho dovuto ammettere a me stesso che sto vicino a lei semplicemente perché mi piace la sua compagnia...

Non mi permetto di essere felice. Tutte le volte che ho abbassato la guardia e ho lasciato libero spazio ai miei sentimenti tutto si è sviluppato nel peggiore dei modi.

Non volevo che ricapitasse niente di ciò che avevo già vissuto e così mi ero chiuso, ma è arrivata lei.

Una ragazza innocente, che si è rivelata una delle creature più forti che io abbia mai visto, si è fatta strada tra i miei pensieri fino a diventare quello costante nella mia mente.

Lei così testarda ma allo stesso tempo pronta a rivalutare le sue idee e in costante evoluzione per riuscire ad essere la versione migliore di sé.

Lei ha attirato fin da subito la mia attenzione. Sono stato incuriosito da quando Scott mi chiamò e mi raccontò di questa nuova studentessa con un odore indecifrabile.

Lei che mi ha fatto riscoprire il mio lato empatico.

Non voglio che le capiti nulla.

Contrariamente a quanto la mia natura di lupo mi dice, io non voglio averla per me, non sento il desiderio di possesso e il bisogno che lei mi ricambi.

Probabilmente proverei comunque un sentimento di gelosia, però razionalmente mi sento bene semplicemente sapendola felice e al sicuro...

Con questa situazione in cui sono preoccupato, il fatto di pensarla di continuo però mi fa impazzire.

Vorrei solo percepire il calore della sua pelle bollente che sfiora la mia, vorrei sentire la sua risata e il suono della sua voce.

Devo distrarmi perché ora credo anche di sentire il suo profumo nell'aria...

Un cuore in più nel loft. Mi alzo di scatto dal letto e vado in salotto.

"Amber..."

POV AMBER:

Sorrido non appena sento la sua voce pronunciare il mio nome.

Faccio qualche passo verso di lui e anche Derek mi viene incontro. Con le dita mi sfiora la guancia.

Ci guardiamo negli occhi. Entrambi vogliamo dire qualcosa ma le parole non escono.

Mi avvicino ancora un po' e stringo le mie braccia intorno a lui.

A differenza della notte in cui eravamo nel bosco, non esita e mi stringe forte a sé, troppo...

È quello di cui ho bisogno: un abbraccio. La sicurezza che non provavo da giorni torna a farsi strada dentro di me.

Ci allontaniamo e iniziamo a sorridere. Il mio però svanisce quasi subito. Il forte abbraccio mi ha ricordato dell'enorme buco in mezzo al mio petto e un'impercettibile, ma non per lui, smorfia di dolore compare sul mio viso.

DEREK: "Che cos'hai?"

"Nulla, sto bene..."

DEREK: "Ancora con delle scuse? Vedo che la prigionia non ti ha cambiata affatto..."

Faccio un respiro profondo. Alzo la maglia quel tanto che basta per fargli vedere. Sgrana gli occhi incredulo. Mi guarda con espressione preoccupata e pensierosa.

DEREK: "Cosa ti è successo?"

"Klaus ha cercato di strapparmi il cuore..."

La mia voce cala fino a diventare un sussurro appena udibile.

DEREK: "Ha provato ad ucciderti?"

Gli occhi si inumidiscono da soli. La tensione accumulata vuole uscire. Io però non voglio piangere, non davanti a lui. Mi asciugo con la mano la guancia scuotendo il capo.

DEREK: "Non lo fare. Se hai bisogno, piangi..."

Lo guardo e lascio uscire tutte le lacrime dal gusto amaro che ho in corpo.

Mi appoggio al divano e lui si siede accanto a me. Sprofondo nel suo petto. Voglio ancora avere la sensazione di sicurezza provata tra le sue braccia.

Quelle dannate parole, 'Hai il sangue dolce come quello di tua madre', continuano a riaffiorare nella mia mente, più di quanto vorrei, e tutte le volte sono come un'ascia che mi ferisce, che colpisce sempre nel solito punto e la ferita diventa ogni volta più profonda.

Rimaniamo così per un po', non so quanto tempo, probabilmente mi sono addormentata.

Mi risveglio lentamente. Mi rendo conto di non essere sul divano. Mi rigiro per un paio di volte e apro gli occhi. Sono in un letto sotto calde coperte. Respiro profondamente. Il cuscino ha il suo odore. Realizzo meglio: sono nel suo letto.

Mi alzo di scatto e guardo l'ora dalla sveglia. Le nove di mattina. Ho passato la notte da Derek? Nel suo letto?

Arrivo in salotto di fretta e trovo il lupo mannaro che non appena sente i miei passi alza il suo sguardo su di me.

I suoi bellissimi e profondi occhi mi mettono sempre in leggera soggezione.

DEREK: "Buongiorno..."

"Ciao..."

Ha quel suo sorriso appena accennato che mi scioglie ogni volta. Sono imbarazzata...

"Io e te non abbiamo..."

DEREK: "Dormito insieme nel letto? No tranquilla, sono stato sul divano."

Tiro un sospiro di sollievo. Anche se a ripensarci bene non è che mi sarebbe dispiaciuto troppo...

DEREK: "Caffè?"

"Sì grazie."

Mi avvicino a lui e prendo una tazza piena. I nostri sguardi si incontrano e leggo solo desiderio.

DEREK: "Come stai?"

"Meglio..."

Qualche secondo di silenzio...

"Che cosa vorresti dire?"

DEREK: "Niente..."

"Oh andiamo! Mi hai detto che non dovevo mentirti e poi lo fai tu?!"

È indeciso.

DEREK: "La sera della partita... Stavi davvero bene..."

"Quando? Con il vestitino corallo, trasformata in un lupo gigante o con una giacca addosso?"

DEREK: "Sì, stai decisamente meglio!"

Faccio un sorrisetto compiaciuto.

DEREK: "Comunque in tutti e tre i modi..."

Arrossisco violentemente sulle gote abbassando lo sguardo sul caffè.

L'ALTRO LATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora