CAPITOLO 36

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POV AMBER:

È mezzanotte quando finalmente vediamo l'insegna con la scritta 'THE CITY OF FORKS, WELCOMES YOU'.

La nostra destinazione è la riserva dei Quileute: La Push. Lì c'è la vecchia casa di mio nonno Nathan.

Passiamo per una strada asfaltata costeggiata da entrambe le parti dalla foresta di abeti. I fanali illuminano a mala pena tre metri davanti a noi per la fitta nebbia.

Abbasso completamente il finestrino dal lato del passeggero sporgendo il viso e respirando a pieni polmoni. L'aria profuma di muschio appena bagnato dalla pioggia con una nota di salmastro proveniente dal mare.

Il mio lupo sente una scossa di eccitazione per il poter correre libero, sfrecciando instancabile per chilometri in quella foresta che nasconde da secoli i Quileute.

Dopo diverse stradine sterrate arriviamo alla piccola abitazione. Entriamo e facciamo un sopraluogo.

Non ci sono perdite dal tetto e questa è già una buona cosa. Ovviamente manca la luce, il gas e l'acqua. Domani la zia sbrigherà tutte le faccende burocratiche affinché possa ritornare ad essere una casa abitabile.

Ci sono una cucina con un tavolino per quattro, un salotto con un divano per due e una poltrona, un bagno, due camere da letto e un ripostiglio nel sottoscala.

Scelgo la camera che dà direttamente sulla foresta. Scuoto il vecchio materasso, rifaccio il letto, do una spolverata in qua e in là, appoggio le valigie in un angolo e aiuto la zia con le sue.

Prendo una sedia, spalanco la finestra e mi appoggio al davanzale.

La foresta è silenziosa, ma riesco a percepire i cuori frenetici di prede impaurite. È buia e l'unica fonte di luce è la grande luna che risplende indifferente nel vasto cielo nero circondata da migliaia di stelle.

Più osservo il paesaggio e più mi sento parte di esso: è misterioso, pericoloso e allo stesso tempo affascinante e attraente.

E nella solitudine della notte mi abbandono alle mie fragilità: comincio a piangere silenziosamente, ma con fragore.

L'ansia, l'angoscia, il terrore, il dolore, il possibile rimorso per le decisioni prese: sono tutti mescolati caoticamente nelle mie lacrime.

Scelta di coraggio o di follia?

Chiedo conforto alla natura di cui mi sento anch'io una sua creatura. 

Con il vento frizzante tra i capelli, il rumore delle onde che si infrangono possenti sugli scogli mi addormento e la morsa intorno al mio cuore piano piano si addolcisce. 

L'ALTRO LATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora