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× Mentre se ne sta immersa nell'acqua, Melissa cerca di ascoltare le voci dei suoi amici che parlano dentro casa

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× Mentre se ne sta immersa nell'acqua, Melissa cerca di ascoltare le voci dei suoi amici che parlano dentro casa. È stata la prima, oggi, a mettersi il costume e a tuffarsi in piscina, probabilmente per non parlare con nessuno.

"Sembra parecchio tra le nuvole, non credete?" domanda Letizia, osservando l'amica.

"È per quello che è successo ieri." risponde Alessio.

"Si, ma cos'è successo ieri?" Ginevra guarda Paulo che sta bevendo del mate, anche lui parecchio silenzioso.

"Cosa? Sapete cos'è successo quando siamo andati via." non crede che ci sia bisogno di aggiungere altro.

"Si, avete fatto sesso e lo sanno anche i poveri muri che vi hanno ascoltato per tutto il tempo. Intendevo sapere se ci sia anche stato il tempo di discutere."

"Ero molto tentato dal farlo dopo quello che mi ha detto ma no, non abbiamo discusso."

"E allora perché siete così silenziosi?" prende parole Jamison, estremamente confuso.

"Ti sembra che io sia mai stato molto socievole la mattina prima delle otto?" gli fa notare che è ancora presto. "Tu e la tua sveglia del cazzo avete svegliato tutti."

"Beh, non puoi dargli torto." ride la bionda.

"Ok, passi per te, ma lei era già sveglia ed è corsa via non appena ti ha visto."

"Significa che non ha voglia di parlarmi." alza le spalle l'argentino.

"Si, ma perché?"

"Cosa vuoi che ne sappia io? Non le leggo ancora nella mente." sbuffa, troppo stanco per questo tipo di conversazioni.

"Non pensi che dovresti andare a parlarle?"

"Per forza?"

"Direi."

Dopo una lunga serie di sospiri, Paulo va a mettersi il costume. Non è che sia seccato all'idea di parlarle, bensì per quello che potrebbe scaturire dalla loro conversazione. Melissa sussulta quando sente qualcuno avvicinarsi e punta gli occhi verso il basso quando riconosce la voce dell'argentino che intona qualche nota di una canzone. Fa finta di niente quando anche lui entra in acqua, sentendosi parecchio a disagio. Il ragazzo sospira, chiedendosi che cosa le stia passando per la testa.

"Fai quella faccia quando sei preoccupata per qualcosa." inizia e si avvicina a lei. "Che cosa c'è?"

"Niente." risponde a bassa voce, spostando lo sguardo dall'altro lato per non doverlo guardare negli occhi.

"Melissa." poggia le mani sulle sue spalle, portandola a creare un contatto visivo con lui. "Che cos'hai? È da questa mattina che mi eviti e non so nemmeno il perché, potresti spiegarmelo?" 

È riluttante, non sa esattamente da dove iniziare ed ha paura che lui possa arrabbiarsi di più. Dopo quello che gli ha detto lo ha visto freddo, anche se lui ha negato, e sa che la ragione sono state le sue parole dette a sproposito.

"Niente, davvero." insiste, allontanandosi un po' da lui.

"Perché non me lo vuoi dire?" sa benissimo che sta mentendo e lo capisce dalla sua espressione.

"Non voglio che ti arrabbi di più.." la sua voce è talmente bassa che Paulo deve ripetere mentalmente la frase per capire che cosa abbia detto.

"Mi fai arrabbiare di più se non me lo dici." ribatte poi.

Deglutisce e sistema una ciocca dietro l'orecchio mentre valuta le opzioni, anche se non ha molta scelta dato che rischierebbe, sul serio, di farlo solo innervosire.

"Ieri eri arrabbiato." quando lo vede aprir bocca, lo ferma. "Anche se dici che non è così, non ti credo e so che lo eri per colpa mia e per quello che ho detto."

"Non farti di questi problemi."

"Si invece." incrocia le braccia al petto e vaga ancora con lo sguardo. "Non dovevo dirti quelle cose e il fatto che tu mi menta mi fa sentire ancora più in colpa."

Capisce quello che gli vuole dire e cerca un modo per fargli capire che non è più arrabbiato. Lo è stato, certo, ma è passato e si rende conto che non era nemmeno nelle sue condizioni migliori quando gliel'ha detto.

"È vero, ero arrabbiato." ammette. "Ma mi rendo conto che eri ubriaca e poi è acqua passata."

"Anche Ginevra era ubriaca, ma ci hai litigato lo stesso."

"È diverso." si giustifica. "E lo sei anche tu da Ginevra."

"Che significa?"

"Quello che ho detto." si immerge completamente in acqua, non sopportando più il sole e, quando riemerge, le afferra i fianchi e la stringe a sé. "Quando c'è qualcosa che non va, devi parlarmene."

"Si però.." sbuffa e si allontana dal suo petto. "Mi dispiace per ieri, non so perché ho detto quelle cose, sono stata una stupida."

"Magari si, lo sei stata, ma non pensarci più." le accarezza il collo e lei lo abbraccia un'altra volta, lasciando un bacio sul suo petto.

"Se ripenso a quello che ho detto non posso fare a meno di chiedermi come abbia anche solo fatto a dirle. Tu e Mateo non siete uguali."

"Perché io sono argentino e lui è spagnolo?"

"No." ridacchia.

"E allora perché?" la vede alzare le spalle, rimanendo in silenzio per qualche istante mentre cerca di formulare la sua risposta.

"Perché lui non è per me quello che invece sei tu."

"E cosa sarei per te?" la sua curiosità raggiunge i livelli massimi in questo momento e darebbe qualsiasi cosa pur di saperlo.

Lei poggia il mento contro i suoi pettorali e lo guarda, alternando la visione dei suoi bellissimi occhi a quelle delle sue labbra.

"Io cosa sono per te?" replica invece, lasciandolo senza parole.

Si capiscono con uno sguardo ma non dicono nulla, rimangono in silenzio mentre metabolizzano. Si stringono più forte di prima e lei si sporge per un bacio a stampo che, poco dopo, diventa qualcosa di più, ma non come quelli di ieri.

"Non è solo sesso per me, lo sai." sussurra, accarezzandole le guance.

"Lo so e nemmeno per me è solo sesso." si accoda anche lei.

Si sorridono leggermente ma, così come è accaduto quando si son chiariti l'ultima volta, anche adesso decidono di scegliere la via del silenzio, senza dare un nome a quello che sono l'uno per l'altro e non prendendo, fondamentalmente, alcuna decisione che possa cambiare la loro situazione.

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÷ - DIVIDERE / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora