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× La porta sbatte con forza contro i suoi stessi cardini, mentre il parquet cigola sotto i loro piedi

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× La porta sbatte con forza contro i suoi stessi cardini, mentre il parquet cigola sotto i loro piedi. Mateo si muove esperto dentro quelle quattro mura familiari, aprendo porte su porte e salendo un paio di scale che lo portano alla stanza in cui desiderava arrivare: la camera da letto. Melissa stringe le gambe intorno alla sua vita e le braccia dietro al suo collo, mentre le sue labbra vengono coinvolte in una danza sfrenate da quelle dell'uomo. Sente il materasso sotto di sé e subito dopo viene fatta sdraiare su di esso. Sente le mani di Mateo stringere con avidità le sue cosce, mordere il suo labbro inferiore, sistemarsi su di lei ed abbassando con poca delicatezza la scollatura del vestito, facendo rompere una bretellina. Lui non si ferma, le accarezza il suo petto sprovvisto di reggiseno, facendola sospirare e gemere allo stesso tempo.

"Por fin eres mia." sussurra vicino al suo orecchio, togliendole definitivamente il tessuto arancione di dosso e gettandolo per terra.

"Non sono di nessuno." arriva a dire, poi la zittisce di nuovo con un bacio ancora più passionale.

Non sa perché abbia accordato a tutto ciò, di certo non può dire che Mateo la stia obbligando perché non è vero. Forse sta solo cercando una giustificazione adesso e non è per niente da lei. Ha deciso di dare una possibilità a tutto questo per cercare di concentrare la testa su qualche altra cosa che non le farà male quanto il pensiero di Paulo. Ci prova adesso ma ha sempre in testa quegli occhi che la scrutano, quel sorriso dolce. Non nota nemmeno Mateo che inizia a spogliarsi e rimane stesa sul letto, nel buio della stanza che nasconde i suoi pensieri, con lo sguardo fisso su un punto indefinito. Sente lo stomaco sottosopra e complice è anche tutta la quantità di alcol che ha ingerito prima di venire qui, anzi, prima di lasciarsi portare qui dato che barcollava parecchio e i tacchi non hanno aiutato.

"Paulo.." sussurra, sentendo l'improvvisa voglia di piangere.

"Ti sbagli niña, Paulo non è qui." è un po' infastidito ma non poteva aspettarsi altro da lei.

Ha avuto la testa altrove per tutta la serata e sa che non ci sarà mai nulla di serio tra loro, non è nemmeno sicuro di volerlo nel caso in cui lei si facesse avanti. Gli basta una notte, una sola e poi potrebbe anche lasciarla andare. Che problema c'è se entrambi sono d'accordo?

Melissa sussulta quando sente il cassetto aprirsi e distingue a fatica la figura dell'uomo che ha preso qualcosa che, sotto il fascio della luce della luna e delle stelle che entra dalla finestra, riconoscere essere un preservativo. Ricorda subito l'ultima volta che è stata a casa di Paulo, quando le ha detto di essere stato 'in compagnia' dopo averla presa al sushi, finendo a letto insieme ed usando un profilattico preso da una scatola già aperta. Un dettaglio che le ha fatto molto male. L'immagine di Paulo stretto ad un altro donna, che lo abbraccia e lo ama come ha sempre fatto lei, la distrugge, la umilia al punto da sentirsi inadatta, come se li avesse in avanti. Tira un respiro spezzato mentre una lacrima scende lungo il suo viso, attirando l'attenzione di Mateo che si ferma e la guarda mentre si mette seduta.

"Che cosa c'è?" le accarezza una guancia ma lei si stacca come se fosse uno sconosciuto, si sistema e si mette in piedi. Barcolla e in men che non si dica toglie i tacchi, scendendo quelle scale come se fosse inseguita. "Melissa!" urla Mateo, fermandosi sulle scale quando lei apre la porta dato che è nudo.

Il venticello leggero la investe e si guarda più volte intorno per cercare di capire dove si trova. Il vestito regge a malapena dato che una bretellina si è spezzata e con sé ha solo la giacca che si è portata dietro. Camminare in queste condizioni con così tanta gente non le sembra una buona idea e così muove solo qualche passo, giusto per allontanarsi da casa di Mateo, sistemandosi per terra in un vicolo buio.

Prende il cellulare, la batteria è quasi scarica e dopo aver osservato quel numero così familiare per svariati minuti, preme la cornetta verde e porta il dispositivo all'orecchio. Sente gli squilli e, proprio quando crede che non risponderà nessuno, qualcosa le fa alzare la testa.

"Meliss-" a malapena riesce a pronunciare il suo nome perché subito dopo il telefono si spegne. La batteria è definitivamente morta.

Si mette in piedi dopo molte ore, quando il sole sta per sorgere e in giro non c'è quasi più nessuno, percorrendo la strada per tornare a casa con assoluta lentezza, come se avesse dei mattoni legati ai piedi. Oggi Paulo tornerà da lei e come gli dirà di quello che stava per succedere?

"Perché devi farmi male? Perché non ci capisco più nulla?!" urla a sé stessa, fermandosi sui suoi passi per riprendere fiato.

Non è lucida, ha mal di testa e si sente come se stesse sprofondando sempre più. Non sa cosa fare. Lo cerca ma sente che non dovrebbe farlo, lo vuole ma sente che non dovrebbe volerlo.. lo ama e crede di non doverlo amare. Come si fa a scindere mente e cuore in questi casi? Come si fa a capire chi ha ragione e chi ha torto? Come si supera una cosa del genere? Cosa deve fare lei per mettere un punto a tutto questo? Sperare di risvegliarsi domani e scoprire che è tutto un incubo non basta, non più.

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÷ - DIVIDERE / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora