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× "Melissa alzati

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× "Melissa alzati." la chiama Paulo, scuotendola leggermente.

"Altri 5 minuti." sbuffa, coprendosi il viso con le braccia.

"Me lo hai detto anche un'ora fa." si siede accanto a lei. "Dai, alzati."

"No." ribatte, cercando di colpirlo con un cuscino che, però, lui afferra e butta per terra.

"Non siamo qui per dormire."

Sono a Valencia.
Questa mattina si sono dovuti svegliare presto per prendere un traghetto e, impossibilitata a dormire lì per via dei bambini piangenti, ha deciso di mettersi a letto non appena sono arrivati. Anche Paulo era stanco ed ha dormito un po', ma Melissa lo ha superato di almeno dieci volte.

"È colpa tua se non ho dormito ieri notte." lo accusa, ricordandogli della lunghissima doccia che hanno fatto insieme, finendo inevitabilmente per fare l'amore lì e ancora una volta quando son tornati nella stanza da letto di lui.

"Come se a te fosse dispiaciuto." rotea gli occhi. "Guarda che ti lascio qui."

"Ok, chiudi la porta quando esci." dice e chiude di nuovo gli occhi.

"Ok come vuoi."

Si arrotola su sé stessa ma, ad un certo punto, sente il vuoto sotto di sé e le braccia dell'argentino che la sostengono. Non ha nemmeno il tempo di realizzare cosa sia successo che subito si ritrova sotto il getto dell'acqua fredda della doccia.

"PAULO!"

"Buongiorno diosa, finalmente ti sei svegliata." ridacchia, piegando il viso in una smorfia quando lei gli si avvicina per sfuggire all'acqua.

"È gelata! Ma sei impazzito?!" gli da uno schiaffo sul braccio.

"Avevo bisogno di un modo che ti svegliasse e le opzioni erano la doccia qui o nel letto, quando ti avrei buttato un secchio pieno d'acqua addosso." alza due dita della mano sinistra mentre elenca le sue malsane idee. "Ma in quel letto ci dormo anche io e preferirei che le lenzuola siano asciutte."

"Fanculo." lo spintona ed esce, prendendo un'asciugamano e iniziando ad asciugarsi.

Il suo completino bianco aderisce perfettamente al suo corpo e, in alcune zone, crea quell'effetto vedo-non vedo parecchio eccitante.

"Però non è stata una brutta idea, magari potremmo tornare a ieri sera." allude mentre la guarda dal riflesso dello specchio.

"Non farò un'altra doccia con te."

"E allora cosa vuoi fare?"

"Dato che mi hai galantemente obbligata a svegliarmi, credo valga la pena uscire e fare quel qualsiasi cosa tu avessi in mente."

"Perfetto, vedo che ti ho convinta." le stampa un bacio sulla guancia, uscendo poi dal bagno come se niente fosse, soddisfatto della sua recita perfetta.

La ragazza rimane a fissare la porta a bocca aperta, poi scuote la testa ed esce dopo essersi asciugata i capelli ed essersi avvolta in un'asciugamano lungo e pulito dopo aver sfilato i vestiti fradici. Torna della camera da letto e sistema la valigia sul letto, guardando cosa si è portata dietro.

"Dove dobbiamo andare?" chiede mentre Paulo digita qualcosa sul suo telefono.

"Non te lo dirò, è una sorpresa." le fa l'occhiolino.

"Almeno mi dici come mi devo vestire?"

"Come vuoi."

"Non sei per niente d'aiuto." sbuffa. "Non lamentarti se ci metterò un'eternità a scegliere."

Paulo, già vestito, si sdraia a pancia in giù con la testa rivolta verso la ragazza ed osserva i vestiti che ha portato con sé, frugando per scegliere cosa dovrà mettere.

"Questo e.. questa." afferra un paio di pantaloni ed una maglietta che poi passa alla ragazza. "Anche perché, se non ricordo male, questi pantaloni rendevano il tuo bel culetto un vero spettacolo."

"Vuoi far godere a tutti di quello spettacolo?" lo provoca e lo vede assottigliare lo sguardo.

"Ho cambiato idea, metti qualcos'altro." scherza ma lei corre verso il bagno e inizia a vestirsi, truccandosi e sistemando anche i capelli in qualche modo.

"Hai ragione, rendono il mio sedere un gran spettacolo." commenta non appena esce per mettere le scarpe.

"Un vero spettacolo." le da una pacca.

"Ohw." si lamenta.

"Dai andiamo." le prende la mano e, insieme, escono finalmente di casa.

Vagano un po' per le strade e, mentre Melissa si guarda intorno, meravigliata dalla bellezza della città, Paulo si muove lungo le strade e sorride ogni tanto alla ragazza che ricambia e si stringe di più a lui.

"Dove stiamo andando?" gli chiede.

"Siamo arrivati." poggia un braccio sui suoi fianchi e inizia poi a parlare con un uomo dai capelli bianchi molto cordiale che, dopo aver salutato anche lei, inizia a guidarli verso l'ingresso di quello che sembra essere un grande parco.

"È un parco turistico?"

"Quasi, però si chiamano jardines del real."

Melissa annuisce, ricordando di averne sentito parlare a qualche sua collega ma non li ha mai visti prima d'ora, nemmeno in foto, per questo rimane meravigliata non appena s'immergono in mezzo a quella bellezza.

"Oh.." si guarda intorno. "Com'è bello."

Paulo le lascia un bacio sulla guancia e si gode la vista di lei che guarda ogni angolo con meraviglia, come se fosse una bambina che apre gli occhi sul mondo per la prima volta.

"Sono felice che ti piaccia." riprende a camminare e la guida verso lo stagno dove si trovano le anatre e i pesci.

"Come fai a conoscere questo posto?" gli chiede, tenendosi dalla ringhiera mentre osserva il bellissimo spettacolo naturale.

"Alcuni dei miei compagni me ne hanno parlato molto bene quindi ho spesso pensato di venirci per vederlo dal vivo." gioca con una ciocca dei suoi capelli.

"Quindi non ci sei mai venuto prima d'ora?"

"No." risponde in tutta sincerità mentre abbassa gli occhiali da sole sul naso. "Credevo che sarebbe stato diverso dopo la pandemia, invece è come lo ricordavo dalle foto."

"È un paradiso."

"E non hai ancora visto niente."

"Allora stupiscimi." gli prende la mano e lo trascina in lungo in largo, godendo a pieno della meraviglia di quel posto in tutte le sue sfumature.

Alla fine, dopo aver fatto un lungo ed emozionante giro, Paulo e Melissa si fermano a guardare il tramonto sullo stagno da cui sono passati prima. La castana poggia la fronte contro il petto del ragazzo, respirando il suo profumo e tutto quello che le era mancato in questi mesi di lontananza.

. . .

÷ - DIVIDERE / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora