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× Paulo sospira mentre alza lo scaldacollo fino al naso per non farsi riconoscere da nessuno

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× Paulo sospira mentre alza lo scaldacollo fino al naso per non farsi riconoscere da nessuno. Si aspettava di tutto, ma non che i suoi amici chiedessero lui di vedersi quando in Portogallo, seppur sia piena estate, si sta scatenando un putiferio. Fa freddo e sembra che stia per venire a piovere. È l'ultimo giorno che passerà lì prima di tornare in Italia, questa volta a Roma. Gli toccherà lasciare Torino e sente già una profonda malinconia. Ricorda quando l'ha sentita la prima volta, quando ha preso il primo aereo per volare a Palermo. Poi la seconda, quando è approdato nella società bianconera. Quella volta è stato più facile perché aveva con sé chi aveva paura di lasciare giù in Sicilia. Melissa era insieme a lui e credeva che ci sarebbe stata anche quando sarebbero andati a Roma. Invece non c'è e forse non ci sarà. Sbuffa quando vede l'ennesima coppietta passeggiare mano nella mano sotto la leggere pioggia che inizia a cadere dal cielo. Sembra che tutti gli vogliano ricordare che Melissa non c'è. Prende il telefono? Trova solo foto di alcuni suoi compagni, felicemente innamorati negli scatti con le loro mogli? Guarda la televisione, il palinsesto decide di trasmettere solo film romantici. Decide di guardare netflix? L'ultima novità è un film adolescenziale sdolcinato. Dopo nove anni è tornato alla solita routine di prima, quella in cui deve fare le cose da solo e per sé, senza altri intermediari in mezzo.
Impreca in uno spagnolo stretto quando, guardandosi attorno per l'ennesima volta, non vede arrivare né Alessio, né tantomeno Jamison. Prende il cellulare e manda loro un messaggio, ma devono avere internet chiuso dato che questi messaggi non arrivano nemmeno.
Non deve essere la sua giornata più fortunata questa.

Melissa è arrivata da appena dieci minuti e lo ha adocchiato subito ma rimane ferma e nascosta dietro un albero. È così confusa che a malapena riesce a pensare. Quando decide di avvicinarsi a Paulo che, adesso, le da le spalle, inizia a piovere ed alza lo sguardo verso il cielo mentre sospira. Non è un buon segno. Si avvicina a piccoli passi mentre stringe gli orli della sottile maglietta a maniche lunghe che indossa, non avendo altro di più pesante in valigia.

"Paulo.." lo chiama a voce così bassa da venir sovrastata dal rumore della pioggia, ma lui la sente e si volta in sua direzione.

"E tu che fai qui?" chiede confuso e subito dopo il suo cellulare si illumina.

'Da Ale: buona chiacchierata;)'

Capisce che è stata tutta una recita per far si che parlasse con Melissa e sospira, sentendosi uno stupido per non averlo capito prima. Sta per voltarsi ed andarsene, dicendo loro di venire a prendere Melissa, ma lei gli prende il braccio.

"Ti prego, non andare via." gli dice mentre deglutisce. "Fammi dire quello che ho da dire e dopo, se vorrai, ti lascerò andare via. Per sempre."

Paulo sospira mentre alza il viso verso il cielo nero a causa delle nuvole, bagnando il volto con alcune gocce di pioggia. Anche lei è bagnata fradicia, i suoi capelli aderiscono alla sua fronte al suo collo, mentre la maglietta nera aderisce al suo petto e al suo addome e i jeans diventano più scuri.

"Che cosa c'è, Melissa?" non ha voglia di urlare, né di litigare. È così stanco di tutto questo.

"Mi dispiace da morire per quello che è successo, dico davvero." molla la prese intorno al suo braccio e inizia a giocarellare con le sue dita in modo nervoso. "Mi avevi detto che non avevi idea del perché io fossi arrabbiata con te e mi sembrava giusto dirtelo."

"Mi sembra che tu sia in ritardo per questo."

Melissa cerca di non cogliere la provocazione e va avanti, sperando di riuscire a dire quello che ha da dire senza intoppi.

"Credevo che tu avessi un'altra ragazza. Quando non sei venuto con noi dicendo di stare male, senza volerlo ho ascoltato la tua conversazione al telefono mentre parlavi che ti mancava e che non sapevi scegliere, ricollegandole ad altre cose che mi avevano fatto sorgere dei dubbi. Poi ho parlato di questa cosa con Alessio e Jamison, e mi dispiace per non averne parlato prima con te. Mi hanno detto che la tua tristezza era dovuta al contratto con la Juve e al trasferimento, non ne avevo la più pallida idea." si sente una totale scema per non averlo capito prima.

"E quindi, per il si o per il no, sei andata a letto con un altro." sorride amaramente, sentendo tutta la rabbia che ha dentro cercare di venire fuori. Ma si trattiene perché, infondo, non vuole ferirla.

"Non ho fatto nulla con Mateo." ripete, sapendo benissimo che lui è convinto del contrario. Glielo ha detto Alessio.

"E a me chi mi dice che tu stia dicendo la verità?"

"Perché ho già buttato tutto all'aria, che senso avrebbe continuare a mentire adesso?" prende un respiro profondo, ha finito le cose che aveva da dire. "Io non ti chiedo di perdonarmi, volevo solamente dirti questo e che mi dispiace."

Si aspettava che fosse arrabbiato, ma non che fosse ancora così ostile nei suoi confronti. Lo capisce dal modo in cui si tiene a distanza, dalla pesantezza del suo sguardo e dalle labbra serrate per non far uscire parole troppo brutte da sentire. Non può obbligarlo a crederle. Si morde la guancia per non piangere e si fa forza per andare via.

"Buona fortuna per tutto." gli dice, poi gli da le spalle e inizia a camminare mentre la pioggia continua a cadere giù ininterrottamente.

Si stringe nelle spalle per far fronte al freddo e si ferma davanti ad un attraversamento pedonale dato che il semaforo è rosso e le auto non ne vogliono sapere di fermarsi.

Ecco che Paulo sente ancora una volta quella sensazione di vuoto, sensazione che si era assopita quando l'ha vista. La osserva mentre guarda le macchine e si appoggia al palo su cui è infisso il cartello, sospirando mentre chiude gli occhi, probabilmente per riprendersi. Quando il semaforo sarà verde, lei andrà via, non sa nemmeno lui dove.
È questi quello che vuole? Vuole che lei vada via?

'Ho già buttato tutto all'aria, che senso avrebbe continuare a mentire adesso?' ripensa, chiudendo gli occhi mentre viene sopraffatto non più dalla rabbia, ma dalla malinconia. Melissa non conosce mezze misure. O dice la verità per com'è, anche se fa male, o mente. Ma non riesce mai a mentire guardando direttamente negli occhi una persona, questo Paulo lo sa bene. Si toglie la giacca e si ferma dal respirare mentre porta lo sguardo verso l'alto. Il cielo sarà sempre così nero quando lei se ne andrà, ne è sicuro.

Quando la luce verde arriva alle iridi di Melissa, si mette dritta e fa un respiro profondo. Guarda a destra e sinistra e quando poggia un piede sull'asfalto bagnato, sente qualcosa poggiarsi sulle sue spalle e un paio di braccia cingerle la vita. Viene tirata all'indietro per risalire sul marciapiede e, quando si volta, trova Paulo con la fronte appoggiata contro la sua spalla.

"Paulo, non-"

"Sh, non dire niente." si prende del tempo per mettere chiarezza nella sua mente.

È lei quella che vuole, senza alcun tipo di eccezione.

Solleva il capo e la fa voltare, sporgendosi in sua direzione e baciandola. Lei non ci deve pensare due volte per ricambiare quel bacio e stringe le braccia dietro al collo del ragazzo, sospirando dal sollievo.

"Ti amo." gli dice chiaramente questa volta.

"Che cosa devo essere per te?" le chiede lui, avendo bisogno di risposte certe.

"Ti voglio come mio fidanzato, se lo vuoi anche tu." risponde.

"Perfetto." sorride e subito dopo unisce un'altra volta le loro labbra in un bacio.

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÷ - DIVIDERE / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora