41

593 36 2
                                    

× Se ne sta da ore ormai fuori ad aspettare

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

× Se ne sta da ore ormai fuori ad aspettare. Ha l'unghia del pollice tra i denti, lo sguardo assorto e le lacrime agli occhi. Ha le gambe strette al petto e la paura che le avvolge completamente il cuore. Paulo è andato via verso le dieci e mezza di mattina e adesso sono le quattro del pomeriggio. È preoccupata perché non risponde al telefono a nessuno, non risponde ai messaggi e il suo ultimo accesso risale a prima del suo rientro a casa. Sa che non è uno sciocco e sa che non si metterebbe mai nei guai solo perché è arrabbiato, ma teme che gli sia successo qualcosa e, se così fosse, non se lo perdonerebbe mai.

Scatta in piedi quando sente cigolare in modo fastidioso il cancello e, come immaginava, Paulo è appena tornato a casa.

"Paulo." si avvicina a lui che accelera il passo e cammina verso l'ingresso. "Paulo ti prego.." riprende a piangere e prova ad afferrarlo, ma gli sfugge. Lo segue fin davanti la porta della sua stanza e si mette davanti ad essa. "Ti prego.." ripete.

"Non ti voglio più vedere, Melissa, togliti dai piedi." sospira.

Tutto questo lo fa solo arrabbiare di più, vorrebbe chiudersi nella sua stanza e far finta di non averla mai vista prima d'ora.

"Perfavore Paulo, ti scongiuro." si avvicina a lui e lo abbraccia, piangendo contro il suo petto.

"Melissa, cazzo, perché non capisci?!" alza la voce, la afferra dalle spalle e l'allontana. "Devi toglierti dai piedi, non ti voglio parlare, lo capisci oppure no?!"

Quelle urla fanno alzare i loro quattro amici che si precipitano al piano di sopra per monitorare la situazione ma senza intervenire, è qualcosa che riguarda solo Paulo e Melissa.

"Mi dispiace da morire, ho sbagliato e me ne pento."

"No che non ti dispiace, non te ne frega nulla, altrimenti non saresti andata a letto con lui!" sbatte una mano sul mobile, facendola trasalire. "È da quando siamo qui che oscilli tra me e lui, te l'avrò detto almeno un milione di volte quanto quel tizio mi dia sui nervi e tu cosa fai? Litighi con me senza spiegarmi il motivo e ti consoli con lui!" ha l'amaro in bocca, gli sembra che tutta la calma che aveva raccolto prima sia stata vana. "Fanno bene quando dicono che sai essere una grandissima stronza che non conosce le mezze misure."

Ovviamente non era negativo il senso in cui l'ha inteso Ivan, è pur sempre il fratello maggiore di Melissa, ma in questo momento non può fare a meno di notare quanto sia vero. Melissa o è bianco o è nero, il grigio, o le vie di mezzo, per lei, non esistono.

"Hai ragione però devi credermi.. non ci sono andata e sono stata malissimo, non ho fatto altro che pensare a te."

"E questo mi dovrebbe consolare? Dovrei sentirmi meglio quando mi dici che hai pensato a me mentre ti sei fatta quasi scopare da un altro?" la sua espressione è così delusa e lei si pente di quello che ha detto, non voleva metterlo in quel modo ma poteva immaginare che lui l'avrebbe intesa così. "Non stiamo insieme, questo te lo passo, ma dopo tutto quello che è successo a Valencia credevo davvero che potesse funzionare, mi hai detto che mi vuoi bene ed ho capito il senso in cui l'ha detto, te l'ho detto anche io." scuote la testa. "Ma se mi avessi amato sul serio non avresti mai fatto una cosa del genere, nemmeno dopo un litigio."

"Io ti amo ancora, non parlare al passato."

"Si che parlo al passato perché non mi interessa di quello che provi tu dopo avermi pugnalato alle spalle! Credi di essere l'unica ad essere così?! È da quando me ne sono andato da Ibiza che non ho fatto altro che pensare a quello che era successo, a dove potessi aver sbagliato, volevo chiarire una volta per tutte e quando torno scopro che sei stata 'quasi' insieme alla persona che più detesto sulla faccia della terra! Sei di una pochezza inimmaginabile, non mi sarei mai aspettato una cosa del genere da te!" le urla addosso, facendola rabbrividire.

"Paulo." lo raggiunge Jamison. "Sei libero di dirle come ti senti ma non urlare così, non vedi che la stai spaventando?"

"Cosa vuoi che me ne importi se è spaventata?" tuona, facendo scuotere la testa all'amico. "Hai idea di quello che mi ha fatto? Se l'è presa con me senza che facessi niente e per tutta risposta è andata con un altro quando mi aveva fatto capire che mi amava ancora! Che cazzo di concezione avete tutte e due di amore per pensare che sia giusto fare una cosa così infima?!"

"Non sto dicendo che ha fatto bene, so perfettamente che ha sbagliato e anche tanto." guarda Melissa, il viso rosso per le lacrime e le mani che tremano. "Non posso chiedergli di perdonarti." le dice, poi torna a guardare l'amico. "Ma è pur sempre una ragazza e in questo momento è fragile, nonostante ti abbia fatto male non vuol dire che meriti di essere trattata così."

Paulo chiude gli occhi mentre sospira, passa una mano tra i capelli e si volta a vedere Melissa. Mentirebbe se dicesse che non gli fa effetto vederla così triste, ma non può mettere da parte quel che è successo solo per questo.

"Allora facciamo così: ti parlerò chiaramente per l'ultima volta così non dovrò più metterti alla prova mentre sei fragile." l'ironia è palese nel suo tono di voce. "Voglio che tu mi stia lontano, non voglio vederti né parlarti mai più. Se prima credevo che potessimo avere una possibilità, adesso non ne voglio sapere più nulla. Prosegui con la tua vita, con quello lì se preferisci, ma sta' fuori dalla mia." detto questo la supera, entrando nella sua stanza e chiudendo la porta alle sue spalle.

"Paulo.." sente il pavimento contro le ginocchia, segno che si è lasciata cadere mentre ha ripreso a piangere.

"Va tutto bene." la abbraccia Ginevra. "Andrà tutto bene, te lo prometto."

. . .

÷ - DIVIDERE / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora