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× La porta della stanza da letto sbatte con forza contro la parete, provocando un forte rumore che fa sobbalzare Melissa

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× La porta della stanza da letto sbatte con forza contro la parete, provocando un forte rumore che fa sobbalzare Melissa.

"Non ti preoccupare, bebé, ci sono io." sussurra Paulo al suo orecchio, poggiandola sul letto e sdraiandosi su di lei.

Le labbra della ragazza si schiudono non appena Paulo riprende da dove si erano fermati, insinuando la sua mano all'interno dei suoi indumenti ancora una volta. Piega la testa di lato e prende il labbro inferiore tra i denti mentre sente le dita dell'ex accarezzare anche il suo seno, ancora coperto dai vestiti.

"Per chi ti sei fatta così bella?" mormora, iniziando a spogliarla.

"Per me stessa, non mi faccio bella per nessuno." riesce a dire, osservando poi la sua espressione appagata quando la priva di ogni indumento, tranne della biancheria intima, abbinata perfettamente.

"Ah si?" si sporge contro di lei, stringendo tra le mani i suoi seni. "Chi è?" la penetra con due dita, iniziando a muoverle velocemente.

Melissa inarca la schiena e geme a gran voce, sentendosi immediatamente al settimo cielo. Paulo è l'unico uomo che l'abbia mai vista così, che l'abbia fatta sentire così. Conosce a memoria tutti i suoi punti deboli e riuscirebbe a farla urlare di piacere anche ad occhi chiusi.

"Non c'è nessuno!" esclama, in preda al piacere.

"Giuralo."

"Te lo giuro!" urla un'altra volta, facendolo venire più vicino, ricevendo un altro bacio passionale.

Quando la sente stringere le gambe, si ferma, sapendo bene che è ad un passo dal culmine. Sorride a quel verso stizzito e di disappunto, poi inizia a sbottonarsi la camicia. Dopo essersi tolto anche i boxer, prende dall'interno del comodino, da una confezione già aperta, un profilattico che mette nelle mani della ragazza. Dallo sguardo che ha, capisce che si sente a disagio e così si abbassa un'altra volta per parlarle all'orecchio.

"Non ne sei capace?" la provoca, ricevendo la reazione che voleva.

Con i denti tira un'estremità e apre la confezione, tira fuori la protezione e la sistema sul membro di Paulo.

"Io si, tu?" risponde con altrettanta saccenza, facendolo ridacchiare.

"Vedi di non strillare."

Si sistema meglio tra le sue cosce e la penetra immediatamente. La vede boccheggiare e rilasciare tutta l'aria in un sol colpo, iniziando a gemere. Alza le braccia per tenderle verso Paulo che si lascia cingere da esse, sentendo chiaramente la sua pelle venir graffiata da quelle unghie laccate di un rosa tenue. Si muove come piace a lei, sfiorando tutti i suoi punti sensibili così da sentirla forte e chiaro, sotto ogni punto di vista. La vede stringere gli occhi, mordere il dorso della mano sinistra, inarcare la schiena e rabbrividire sempre più ad ogni spinta. Quando Melissa riapre gli occhi, si gode la vista che ha davanti. Le luci soffuse che le permettono di guardare Paulo, sudato, con i capelli che gli accarezzano la fronte, le braccia muscolose che la stringono al suo corpo, l'addome che accarezza il suo e i loro bacini che si toccano.

"Paulo." dice istintivamente, catturando la sua attenzione.

"Cosa?" chiede dopo svariati secondi di silenzio, vedendola scuotere la testa.

Poggia una mano sulla sua guancia e le accarezza il contorno delle labbra, vedendole schiudersi ancora per far uscire altri suoni. Si abbassa e la bacia ancora, questa volta con più calma, anche se la passione incendia ancora i loro corpi.

"Sto per.." si ferma lei, stringendo le gambe intorno al bacino di Paulo e le mani in due pugni mentre agguanta le lenzuola bianche sotto di lei.

Sente pulsare ogni vena del suo corpo in modo quasi disumano e il sangue ribollire all'interno di esse. Si lascia sopraffare da quella bellissima sensazione che scuote anche Paulo e trema leggermente quando, raggiunto l'orgasmo, dopo qualche minuto passato a riprendere fiato, Paulo si stacca da lei e si sdraia al suo fianco.

Non ci saranno coccole, lo sanno entrambi. Melissa afferra le lenzuola, si copre mentre si volta su di un fianco e da le spalle a Paulo che non sembra nemmeno farci caso.

Non le fa onore tutto questo, lo sa benissimo. Si sente in colpa quando si rende conto che dice sempre che non tornerà a commettere gli stessi errori e invece è puntualmente lì. Ma se è stata con Paulo 9 anni, il motivo c'è e non è di certo il sesso. Eppure il suo corpo lo chiama, desidera quel contatto, l'unico che può avere con lui.

Scaccia via quei pensieri e scuote leggermente la testa, riaprendo gli occhi prima chiusi, mettendo a fuoco la camicia del ragazzo, buttata per terra.

Come ha fatto Paulo a raggiungere il ristorante in 10 minuti, calcolando l'ora del suo arrivo rispetto a quella in cui ha ricevuto il suo ultimo messaggio, se per tornarci insieme a lui ne ha spesi 25 come minimo? Perché la camicia? Che fosse in riunione o avesse qualche evento speciale? A quest'ora avrebbe visto qualche post o qualche storia se così fosse.

Ad un certo punto, i suoi occhi guizzano sul cassetto del comodino ancora aperto ed entro cui si trova la scatola con dentro i preservativi. L'ultima volta hanno dovuto fare senza perché erano terminati e, quando ne ha preso uno poco fa, la confezione era già aperta, ne è sicura.

Stringe la parte di lenzuolo che le copre il petto in un pugno ed esamina il silenzio, per capire se Paulo sia ancora lì o se si sia addormentato. Dallo sbuffo che sente capisce che è sveglio e che non si è alzato, quindi ne approfitta prima che possa fare una delle due cose.

"Dov'eri?"

"Quando?" si volta in sua direzione, osservando la sua schiena nuda, coperta a metà dal lenzuolo bianco.

"Prima di venire a prendermi."

Capisce che si è fatta due calcoli, altrimenti non gli avrebbe mai fatto questa domanda proprio adesso. Avrebbe scelto il silenzio, come fa sempre.

"In compagnia." risponde sinceramente, non nascondendole nulla. Passa qualche secondo, poi Melissa si mette seduta sul letto ed inizia a raccogliere i suoi vestiti per rimetterli. "Dove vai?"

"A casa."

"Siamo a casa."

"A casa mia." chiarisce, marcando bene l'ultima parola. Afferra la sua borsa e comincia a camminare lungo il corridoio.

"Dammi due minuti e ti accompagno, il tempo di rivestirmi." si mette seduto anche lui, mettendosi in piedi quando sente la porta aprirsi.

"Non serve." dice prima di richiudere tutto alle sue spalle, scendendo velocemente le scale e sparendo dalla via in cui si trova casa di Paulo il prima possibile.

Il sole è tramontato da poco e le strade si fanno più vuote, così respira profondamente e lascia cadere giù una lacrima.

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÷ - DIVIDERE / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora