Tra Torino e Roma ci sono circa 689,7 km di distanza. Una distanza che può essere superata da sei ore in macchina o quattro in treno, una distanza che, a livello fisico, può essere facilmente rotta. La distanza del cuore, invece, è più difficile da...
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× "Ivan, fratello!" esclama Jamison quando vede il ragazzo dopo quelli che gli sono sembrati secoli.
Ivan è l'opposto di sua sorella: ha i capelli neri, gli occhi azzurri, i lineamenti decisi, rivolge un sorriso in occasioni rarissime e il suo carattere è un vero mistero perché sembra freddo e distaccato ma è solo una facciata.
"Hey ragazzi." saluta tutti. "Ho cercato di fare del mio meglio."
Purtroppo non è riuscito a farli passare per primi dato che non è lui l'organizzatore dell'evento ma ha proposto a sua sorella un'alternativa: durante il giorno, i ragazzi, si sarebbero fatti un giro nella bellissima Formentera, poi lo avrebbero raggiunto ad evento finito, quando non ci sarebbe stato nessuno e dove si sarebbero dedicati a qualsiasi tatuaggio loro volessero.
"Tranquillo, almeno ho capito in quale città verrò a vivere un giorno." gli sorride Jamie.
"Ma quanti tatuaggi ti sei fatto dall'ultima volta che ci siamo visti? Sei pieno." osserva Alessio.
"Circa 15." risponde. "Ogni tatuaggio che ho dice la sua su ciò che sono."
"Come darti torto."
Anche questo è un elemento che lo distingue da sua sorella: lui ha deciso di fare del suo corpo una tela su cui esprimere la sua arte, le sue emozioni, mentre quella di Melissa è liscia e candida. Entrano nello studio che gli hanno dato e iniziano a lavorare ai progetti che gli avevano mandato via messaggio e, nel mentre, lui si fuma una sigaretta.
"E tu cos'hai? Non hai ancora aperto bocca da quando sei arrivato." nota che Paulo sembra essere parecchio strano e forse sa già il perché.
"Niente." sospira.
"Mettiti qua, inizio da te." lo fa stendere e gli stampa poi addosso la prova del tatuaggio, iniziando a sistemare la macchinetta. "È per Melissa, lo so." lascia l'interrogativo se stia parlando del tatuaggio o del motivo per cui è così triste. Ma Paulo sceglie di parlare della seconda.
"Se lo sai allora perché lo chiedi?"
"Lo so perché ho sentito lei giù di morale al telefono." spegne la sigaretta e si mette a lavoro. "Non so come abbiate fatto a pensare che fare sesso avrebbe risolto tutti i vostri problemi."
"Te l'ha detto lei questo?" non la pensa così, non pensava che il sesso avrebbe risolto dei problemi.
"No, ma io penso che sia così."
Paulo sospira e scuote leggermente la testa, non sapendo proprio come rispondere.
"Se mi sono riavvicinato a lei non è per il sesso."
"Lo so, ti conosco fin troppo bene ormai. Tutti e due avete creduto di avvicinarvi di più in quel modo, non avete mai parlato, mi giocherei la testa su questo, e adesso vi ritrovate con le pezze al culo."
"Hai ragione, hai cazzo ragione." passa una mano sul viso, tenendo il braccio sollevato.
"Avete intenzione di chiarire o volete restare così per sempre?"
"Voglio parlarle domani quando tornerò ad Ibiza, sperando che sia più calma degli altri giorni."
"Questa volta vedete di chiarire definitivamente."
"È il mio obiettivo, non ho voglia di continuare così."
Seguono alcuni minuti di silenzio, dove Ivan osserva di tanto in tanto Paulo con la coda dell'occhio, formulando prima nella sua testa la domanda che ha intenzione di fargli.
"Posso sapere cosa provi per Melissa?" si ferma e lo guarda, vedendolo alzare le spalle.
"Cosa vuoi che provi dopo 9 anni insieme a lei? Eravamo due ragazzini quando ci siamo messi insieme e adesso siamo adulti, siamo cresciuti insieme." prende una breve pausa. "Sono innamorato di lei, ma quando se la prende per niente e non mi spiega cosa c'è che non va, impazzisco." sospira.
"Però vi siete lasciati."
"È vero, ci siamo lasciati." passa una mano sul viso, più che una seduta dal tatuatore le sembra una seduta dallo psicologo. "Però ci siamo ritrovati. Anche quando non parla capisco quello che vuole dirmi, anche quando mi è lontana, se non discutiamo, sento di portarla ovunque io vado e questo perché certiocchi ti toccano che sembrano mani, ti guardano e non puoi sfuggire, devi ascoltarli, raccontano emozioni e suscitano desideri, più della parola stessa." crede di non aver mai detto una cosa così profonda. "E non è solo questo quello che penso quando sono con lei, sento che sono fermo tra il paradiso e l'inferno, questo perché ci amiamo e poi finiamo con il litigare ogni volta."
"Un litigio scoppia per un motivo." riprende la macchinetta. "Sai com'è fatta mia sorella, è la persona più dolce e buona che ci sia, ma sa essere anche una grandissima stronza, non conosce mezze misure e credo che questo sia un messaggio per te."
"Che sono destinato ad impazzire insieme a lei?"
"È qualcosa su cui ti avevo messo in guardia nove anni fa ma non parlo di questo. Intendevo dire che questo suo modo di essere senza mezze misure potrebbe servirti a capire che, per te, lei potrebbe essere tutto o niente."
"Senza mezze misure." continua.
"Esattamente." non può guardarlo in faccia perché sta tatuando, ma è sicuro che ci stia riflettendo su. "Ti faccio io la domanda, così è più semplice. Vuoi che Melissa sia tutto o niente?"
"Tu che dici?"
Lo capisce dal suo tono di voce, elabora la risposta del ragazzo e annuisce, guardandolo negli occhi solo quando ho finito di fare i contorni.
"Allora credo di doverti fare lo stesso discorso che ti feci nove anni fa." accenna un piccolo sorriso. "È mia sorella, tu falla soffrire e io ti spacco la faccia."
"L'hai detto tu che sarà lei a portarmi alla pazzia, per la frustrazione sarò io che dovrò picchiare te."
"Questo lo vedremo." si prendono una pausa di qualche minuto, poi ricomincia a parlare. "Spero davvero di sistemare le cose in modo positivo, non ne posso davvero più di tutta questa assurda storia."
"Già." sospira Ivan. "Sai, se anche solo sette anni fa mi avessero detto che un giorno tu e Melissa vi sareste lasciati, non ci avrei mai creduto."
"Capisco quello che vuoi dire, non l'avrei mai detto nemmeno io."
"La vostra era sicuramente una bella favola, ma è anche vero che c'è sempre un riscontro negativo all'interno di ognuna di esse." alza le spalle. "Ma dopo c'è il lieto fine." osserva il suo lavoro finito e ride. "Ma tu, questo, non farglielo vedere."
Ci pensa davvero a fondo: sarà possibile creare un lieto fine?