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× Il ritorno ad Ibiza è stato molto caotico, sia per il traffico della città, sia per il gruppo di amici che li stavano aspettando

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× Il ritorno ad Ibiza è stato molto caotico, sia per il traffico della città, sia per il gruppo di amici che li stavano aspettando. Proprio come aveva detto Paulo poco prima della partenza, Ginevra e Letizia l'hanno sommersa di domande, restando di stucco al sapere che i due non hanno parlato del loro futuro.

"Dovrei ucciderti, mi aspettavo di rivedervi insieme una volta tornati." sbuffa Ginevra.

"Non ce l'ho fatta, avevo paura di sapere che a lui le cose stanno bene così." adesso si sente tremendamente in colpa, anche se non può negare che la leggerezza dovuta a quei giorni le è piaciuta parecchio e non lo nasconde alle sue amiche. "Però ci siamo goduti il momento e credo che ci abbia fatto almeno un po' bene."

"Mel ha ragione, alla fine c'è tutto il tempo del mondo per far si che parlino del loro futuro." mormora la bionda, sorridendo in direzione della maggiore.

"Come dite voi." sospira. "Per adesso avete altri progetti, sposini? Magari un'altra fuga d'amore."

"E dove?"

"Che ne so, Formentera magari."

"No, passo." ridacchia. "Adesso che ho risposto al vostro interrogatorio, evitate di parlarne davanti a lui perfavore."

"Come vuoi." rispondo le due in coro.

Non appena entrano in casa sentono uno strano e surreale silenzio, sembra quasi che i ragazzi siano usciti.

"Che strano, sembra non esserci nessuno." guarda un po' in tutte le stanze ma non trova traccia di nessuno.

"Credo di averli trovati." sussurra Ginevra, facendo cenno alle due di avvicinarsi ma nel modo più quieto possibile.

All'esterno, dove c'è la piscina, i tre siedono al tavolino coperto dall'ombrellone insieme a tre ragazze mai viste prima.

"E quelle lì chi sarebbero?" domanda la bionda.

"Non ne ho idea, ma sembrano essere molto in confidenza." osserva una delle tre che sbatte le palpebre più del dovuto mentre osserva Jamison con un sorriso a trentadue denti. "E anche parecchio oche."

"Che strazio."

Melissa osserva la ragazza seduta accanto a Paulo e sbuffa, allontanandosi mentre va a prendere un bicchiere di succo d'arancia.

"Sembriamo tre stalker." si giustifica, poi prende tre bicchieri dalla credenza.

Dopo mezz'ora, i ragazzi si degnano finalmente di rientrare ma non senza quelle tre.

"Siete tornate." afferma Alessio non appena rientra. "Andato bene il vostro shopping?"

"Molto." risponde Letizia. "E le vostre amiche sono..?"

"Oh già, loro sono Marta, Victoria e Julia." elenca Jamison, tenendo sotto braccio quella che dovrebbe essere Victoria.

"Figo, le avete conosciute alla sala giochi?"

Paulo crea un contatto visivo con Melissa che, appoggiata al bancone, scuote la testa e distoglie lo sguardo.

"No, Julia è un'amica di Paulo. È passata di qui per fare un saluto ed ha portato le sue amiche." Alessio non aiuta l'amico che si ritrova a sospirare mentre guarda la ragazza.

"Il bugiardo dovrebbe tenere a mente che, per essere creduto, deve solo raccontare le bugie necessarie." dice ad un certo punto questa Julia.

"Eh? Di che bugia parli?"

"È vero che sono una vecchia amica di Paulo, ma quando lui viveva ancora in Argentina ci piacevamo parecchio." guarda proprio Melissa negli occhi.

"Wow, chi lo avrebbe mai detto?" dice infatti con una certa ironia.

Ginevra e Letizia capiscono lo stato d'animo dell'amica e cercano immediatamente un modo per allentare la tensione.

"Andiamo a sistemare le cose che abbiamo preso?" la maggiore poggia le mani sulle spalle dell'amica.

E così le tre lasciano i ragazzi da soli con quelle ragazze e si sistemano nella stanza di Melissa che, sedendosi sul letto, sbuffa pesantemente.

"Certo che lascia davvero pensare male il fatto che le abbiano invitate mentre noi eravamo via." afferma Letizia.

"Non dirlo a me." dice Ginny. "Tu che dici, Mel?"

"Che facciano quel che vogliono." è l'unica che ha preso sul serio l'idea di ordinare e così fa, aprendo e chiudendo cassetti o le ante dell'armadio.

Che sia nervosa è ormai un dato di fatto ovvio e per questo le due amiche cercano di sviare l'argomento, iniziando a dialogare su temi a loro cari, su quello che faranno una volta ultimate le vacanze e tutto il resto. Nel mentre, al piano di sotto, i ragazzi salutano le loro nuove 'amiche'.

"Cazzo fratello, Victoria è meravigliosa!" esclama Jamison, dando il cinque all'argentino. "Mi hai fatto la migliore sorpresa che si possa immaginare."

"Non era pianificato questo incontro ma son contento che ti piaccia quella ragazza." ridacchia.

"Adorabile tutto ciò ma credo che tu adesso sia nei guai." afferma Alessio mentre guarda Paulo.

"Già, credo anche io." osserva le scale. "Ma non ha niente di cui essere arrabbiata, tra me e Julia non c'è nulla."

"Questo è vero, ma tra voi c'è questa specie di 'relazione' che vi porta ad essere gelosi di qualsiasi essere vivente vi si avvicini." beve l'ultimo sorso del suo succo. "E questo perché non avete chiarito quel che volete essere."

"Ha ragione, quanto sarà mai difficile capire se volete tornare insieme oppure no?" segue Jamie, scrutando l'argentino in attesa di una risposta.

"Diciamo che è molto più complicata di così."

Su zittisce, e fa cenno anche agli altri di non parlare più dell'argomento, quando sente le risate delle ragazze che, a quanto pare, sono uscite dalla stanza di Melissa e stanno tornando al piano di sotto.

"Se ne sono andate le vostre fidanzatine?" chiede Ginevra, buttando alcune buste vuote. "Mel, se fai il caffè, ne dai una tazzina anche a me?" sorride quando vede l'amica annuire. "Allora?"

"Non sono le nostre fidanzatine." risponde Alessio, roteando gli occhi al cielo.

"Non ancora." ride Jamison.

Paulo si avvicina a Melissa e poggia le mani sui suoi fianchi mentre lei aspetta che il caffè esca dalla macchinetta, passando la prima tazzina a Ginevra.

"Hey." mormora. "Ti ha divertito lo shopping?"

"Mai quanto te oggi." si libera dalla sua presa ed afferra un'altra tazzina pulita.

"Eddai, non dirmi che sei arrabbiata." sospira, appoggiandosi con i gomiti al bancone che si trova alle sue spalle.

La mora lo guarda con la coda dell'occhio mentre beve il suo caffè, orribile, doveva pur aspettarselo.

"No, macché. Non sono arrabbiata." si volta in sua direzione. "Sono arrabbiatissima." e va via.

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÷ - DIVIDERE / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora