Tra Torino e Roma ci sono circa 689,7 km di distanza. Una distanza che può essere superata da sei ore in macchina o quattro in treno, una distanza che, a livello fisico, può essere facilmente rotta. La distanza del cuore, invece, è più difficile da...
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× Al sentire il cigolio del cancello, i ragazzi sono usciti in giardino per verificare che si trattasse di Melissa.
"Cielo, ma dov'eri finita? Ti avrò chiamata almeno una ventina di volte." Ginevra è molto preoccupata e prende un sospiro di sollievo.
"Scusa, il mio telefono è morto. Ieri sera mi sono dimenticata di metterlo in carica." lascia per terra le buste e sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Come ti senti? Stai bene?"
"Più o meno." lascia uscire tutta l'aria che ha in corpo con un pesante sbuffo quando vede Paulo avvicinarsi.
"Permesso." la voce di Mateo risuona nel giardino dei ragazzi che sembrano sorpresi della sua presenza.
"Mateo, ciao, che fai qui?" chiede Letizia, ancora stordita dal risveglio un po' caotico.
È stata Ginevra ad accorgersi che Melissa non era nel suo letto, aveva visto il suo messaggio ma non sapeva dove fosse e, quando non le ha riposto al telefono, è andata nel panico ed ha svegliato tutti. Stava per uscire a cercarla quando l'ha sentita rientrare.
"Ho incontrato Melissa tutta sola al supermercato ed ho pensato di aiutarla dato che fa un caldo terribile." spiega.
Il bel gesto di Mateo, però, non rallegra tutti quanti, felici che l'amica non sia rimasta da sola lungo il tragitto; Paulo è irritato dalla sua presenza e lo irritano altrettanto i sorrisi che fa a Melissa.
"Che facevi al supermercato?" Jamison è confuso, gli ci vuole un po' per metabolizzare tutto.
"Ho fatto la spesa." alza le spalle, credendo che sia ovvio dato che ci saranno almeno sei buste piene di cose davanti ai suoi occhi.
"E come ci sei arrivata al supermercato? Non è vicino casa nostra." Alessio proprio non capisce, non è da Melissa allontanarsi così tanto e con il telefono scarico.
"Ho camminato un po'." è evidente che non stia dicendo loro la verità, lo possono capire da tanti segnali del suo corpo: gli occhi puntati per terra, le labbra arricciate, le braccia incrociate. "Vieni entra." dice poi a Mateo, provando a sorridere di nuovo. "C'è la limonata."
"Non vorrei disturbare."
"Nessun disturbo, dai." lo invita perché sente che glielo deve.
Se non fosse stato per lui adesso sarebbe ancora per strada con sei buste in mano. La permanenza di Mateo, comunque, per fortuna o sfortuna, non dura molto perché deve tornare a lavoro. Approfittando del fatto che i ragazzi stessero vedendo cosa Melissa avesse comprato, la suddetta ha accompagnato l'uomo fino alla sua macchina, l'ha ringraziato e poi è corsa dentro, chiudendosi in bagno per fare una doccia fresca. Ha asciugato i capelli e poi è scesa al piano di sotto, è rimasta a contemplare il freezer per un bel po' e poi ha deciso di prendere uno dei gelati che aveva preso.
"Ti vuoi davvero male se mangi del gelato di prima mattina." le dice Alessio.
"Con la camminata che si è fatta, cosa vuoi che sia un gelato?" ride Letizia, guardando l'amica che si siede sul bancone della cucina, puntando lo sguardo fuori.
Jamison e Paulo, in quel momento, rientrano nella stanza e gli occhi dell'argentino, ancora nervoso, si concentrano sulla figura di Melissa.
"Ti è passato in fretta il malanno." poggia una mano sul bancone su cui lei è seduta, scrutandola attentamente.
"Senti un po' chi parla." mormora, non degnandolo di uno sguardo.
"Si può sapere perché diavolo sei uscita da sola e sei arrivata così lontano? Ti sarebbe potuta accadere qualsiasi cosa, non conosci nemmeno bene le strade."
"Non sono affari tuoi." afferma acida.
Gli altri sono confusi, per lo meno solo Jamison e Alessio che non capiscono perché Melissa sia così arrabbiata adesso.
"Si che sono affari miei."
"No, non sono affari tuoi!" ribatte con forza, mettendosi in piedi e cercando di andar via.
"Si può sapere cosa ti prende?" la blocca. "Cosa c'è che non va?"
"C'è che non ti voglio nemmeno stare ad ascoltare, non tollero la tua presenza e voglio che tu mi stia il più lontano possibile!"
È confuso, perché mai dovrebbe dire delle cose del genere? Senza motivo poi.
"Si può sapere perché prima mi dici che ti faccio bene e poi mi urli addosso senza motivo come adesso?"
"Certo, senza motivo." ride nervosamente. "Lasciami stare che è meglio."
"Perché altrimenti?"
"Non mi sfidare perché giuro su ciò che ho di più caro al mondo che questa volta prendo davvero a schiaffi questa faccia da cazzo che hai." è furiosa, non sopporta che la tenga stretta in questo modo per non farla andare via e non sopporta nemmeno che le stia rivolgendo la parola.
"Perché? Perché ti sei una fatta una bella passeggiata con quello lì?"
"Non sono affari tuoi!"
"Sei davvero una bugiarda, prima mi dici che staresti con me per sempre e poi te ne vai con quello lì."
"Sei tu che mi mandi fuori di testa!" si stacca dalla sua presa. "Tu e le tue cazzo di bugie, non ti sopporto più!"
Scoppia a piangere, esausta e stanca, fin troppo scombussolata per riuscire a parlare con lui in modo civile. Non può credere che la stia accusando quando ieri ha confermato tutto quello che, secondo lui, non doveva rappresentare un problema per lei.
"Ma si può sapere cosa ti prende?" è più calmo, confuso perché non riesce a capire di cosa stia parlando e dispiaciuto perché non sopporta vederla piangere.
"Dai ragazzi, adesso basta litigare, vi sentono fino in fondo la strada." si mette in mezzo Jamison, cercando di calmare le acque.
"Non mi interessa.. è colpa sua.." singhiozza Melissa che viene stretta da Letizia e portata via da lì.
"Ma che cosa le hai fatto?" chiede Alessio non appena le vede sparire nel corridoio.
"E cosa ne so? Eravamo apposto." Paulo allarga le braccia e corruga la fronte quando Ginevra scuote la testa e incrocia le braccia al petto. "Cosa?"
"Lo sai, hai davvero del fegato a dire che non è successo niente quando sei tu che la fai ammattire così." dice prima di andarsene, raggiungendo la migliore amica per consolarla.
"Ma è un fottuto scherzo o il gioco degli enigmi?!" da un pugno al tavolo e sospira, passando le mani suo viso.