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× Chissà come sarebbero andate le cose se, a Valencia, avessero chiarito

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× Chissà come sarebbero andate le cose se, a Valencia, avessero chiarito. Chissà come sarebbero adesso se avessero deciso di riprovarci, tornare insieme, promettendo di impegnarsi per costruire un futuro migliore di quello che avevano costruito prima. E se avessero deciso di lasciarsi tutto alle spalle? La relazione, i loro incontri, il viaggio a Valencia.. probabilmente adesso non si rivolgerebbero più la parola e, così come fece i primi mesi dopo la loro rottura, lei lo avrebbe evitato come la pesta, forse sarebbe anche tornata a casa e si sarebbe rinchiusa in casa per lavorare ed impegnare la testa in qualcosa che la potesse distrarre dal ricordo sempre più forte di Paulo.

"E tu che fai qui?" chiede Melissa quando apre la porta della sua stanza, trovando sul suo letto, con il telefono in mano, Paulo.

Ieri, quando è tornata a casa ed ha visto il ragazzo con una delle sue ex fiamme, ha deciso di evitare il discorso, anche perché era fin troppo infastidita e lui l'ha assecondata. Adesso, però, vuole chiarire.

"Vorrei parlarti." si tira su a sedere e la osserva mentre sistema i vestiti freschi di bucato nel suo armadio.

"Io invece no." non ha nemmeno il tempo di voltarsi dopo aver richiuso le ante che lo sente vicino a sé.

"Andiamo Mel, te la sei presa per niente."

"Tu dici?" lo spintona e si sdraia sul letto, dandogli le spalle.

"Che cosa vuoi fare?"

"Dormire dato che non hai fatto altro che strillare tutta la notte alla playstation insieme ad Alessio e Jamison!" chiude gli occhi ma, ostinato, Paulo non lascia perdere e la solleva, mettendola seduta. "Giuro che ti tiro una sberla."

"Me ne farò una ragione, adesso però ascoltami." prende un respiro profondo, un po' innervosito dal suo atteggiamento. "Non avevo idea che Julia sarebbe stata qui in vacanza e il nostro incontro è stato del tutto casuale."

"Tu di solito le inviti le ragazze per cui hai avuto una cotta a casa tua?" incrocia le braccia al petto.

"Guardati, anche tu sei qui."

"Scusa?" risponde alterata. "Come prima cosa questa è anche casa mia dato che l'ho affittata anche io. Seconda cosa: vuoi davvero paragonare me, una persona con la quale sei stata, con una che ti è piaciuta quando eri un ragazzino?"

"Era una battuta Mel, non la stavo paragonando a te."

"Non fa ridere." si sdraia un'altra volta ma non pretende di tornare a dormire, ma aspetta che sia lui a parlare.

"Non capisco perché ti sei arrabbiata."

"Perché non puoi invitare qui quella tizia dopo Valencia e tutto il resto. Prima dici che non devo preoccuparmi, che non devo sottovalutare quello che mi lega a te, che mi vuoi bene e poi porti qui una ragazza che mi da sui nervi e che si vanta anche di essere una di quelle che ti son piaciute prima di arrivare in Italia, uscendosene con frasi filosofiche irritanti."

Paulo sorride, se prima voleva credere il contrario, adesso ha la prova della teoria che subito ha formulato quando l'ha vista nervosa dal principio: Melissa è terribilmente gelosa.

"Era una visita di cortesia e basta." le accarezza la gamba.

"Come no." non lo guarda negli occhi, è troppo arrabbiata con lui per farlo.

"Mi fai impazzire quando fai la gelosa." le bacia il collo, sapendo che non avrebbe mai detto questa frase se avessero chiarito le loro intenzioni, sia se fossero stati insieme, perché in quel caso Melissa non avrebbe avuto dubbi, sia se avessero deciso di lasciarsi andare, perché non avrebbe avuto il diritto di dirgli chi portare o no in casa.

"Fai poco lo spiritoso, non c'è niente di cui essere lusingati." lo spinge di nuovo. "Metti caso io avessi incontrato Mateo ieri e l'avessi portato qui, come ti saresti sentito?"

"Perché devi sempre tirarlo fuori?" corruga la fronte, visibilmente irritato per l'esempio fatto da Melissa.

"Tu rispondi."

"Si, ho afferrato il concetto."

"Dillo." insiste ancora.

"Ok, non mi avrebbe fatto sicuramente piacere." sbuffa.

"Ecco, adesso sai come mi sono sentita io." si mette in piedi ed apre la finestra, appoggiando i gomiti sul davanzale e guardando il sole che splende nel limpido cielo azzurro di questo pomeriggio.

"Non volevo farti sentire in quel modo." parla ma non si avvicina per non essere spinto di nuovo.

"Non è per lei." ammette. "Ma non.. non lo so." passa una mano sul viso, lasciando in sospeso un ragionamento che lui conosce fin troppo bene.

Nessuno dei due sa come comportarsi in queste situazioni.

"Ho capito." prova a consolarla, sospirando leggermente. "Ti posso abbracciare o mi spingi di nuovo via?"

Lei scuote la testa quando lo sente mettersi in piedi, Paulo non capisce se si stia riferendo alla prima parte della frase o alla seconda, ma le sue idee si fanno più chiare quando si stringe al suo petto.

"Mi dispiace." sussurra, poggiando la fronte contro la sua spalla.

"Non ti preoccupare." si prende qualche istante per respirare a fondo il suo buonissimo profumo. "E dispiace anche a me."

"Non fa niente." si stacca leggermente e si sporge per chiedergli un bacio che non tarda ad arrivare.

"Mi sembra doveroso dirti che Jamison ha pensato di invitare Victoria e le altre due qui domani per fare un bagno nella piscina." le comunica e Melissa sospira, non contenta della notizia. "Non te ne fare un peso."

"È facile a dirsi."

"Sai che io ho occhi solo per te, non ti devi preoccupare di niente." le accarezza il contorno delle labbra. "Ti vuoi mettere a letto?"

"Stai con me?" gli prende la mano e la stringe alla sua, portandola poi sulla sua stessa guancia.

"Tu mi vuoi con te?"

"Non te l'avrei chiesto altrimenti." si sdraia sul letto e si stringe al suo petto, ascoltando il battito del suo cuore.

"Non so cosa farei senza di te." ammette finalmente e sente il peso che porta sul petto alleggerirsi un po'.

"Sono io che non saprei cosa fare se non ci fossi." le lascia un bacio sulla fronte, vedendola sorridere.

Riflette un po' su quanto il suo umore sia cambiato: poco fa lo avrebbe spinto fino a farlo uscire e rotolare giù dalle scale, poi ha ricercato immediatamente il contatto fisico. Ma per quanto sia lunatica, la adora anche per questo.

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÷ - DIVIDERE / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora