Tra Torino e Roma ci sono circa 689,7 km di distanza. Una distanza che può essere superata da sei ore in macchina o quattro in treno, una distanza che, a livello fisico, può essere facilmente rotta. La distanza del cuore, invece, è più difficile da...
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× "Paulo."
Dopo aver accettato l'invito da parte degli amici per andare ad allenarsi in una palestra molto bella vicino casa loro, Melissa è tornata prima rispetto agli altri perché Paulo, dicendo di non stare bene, è rimasto a casa e vuole assicurarsi che adesso stia un po' meglio. È andata in farmacia a prendere qualcosa in base ai sintomi che le hanno detto Jamison ed Alessio, poi al supermercato per prendere qualcosa di sostanzioso per il suo spuntino di metà mattina. Non trovandolo in salotto, pensa che sia inevitabilmente ancora a letto e che non si sia ancora alzato. Sale velocemente le scale e, quando arriva davanti alla porta della sua stanza, leggermente aperta, sente una voce, la sua. Osserva di nascosto e nota che è steso sul letto ancora sfatto, probabilmente appena sveglio, con il telefono in mano.
"Quindi devo raggiungerla."
Il tono della sua voce è molto profondo, segno che si è svegliato davvero solo qualche minuto fa. Il suo viso è corrugato in un'espressione confusa ma allo stesso tempo concentrata. È nervoso e non fa altro che guardarsi attorno, come se avesse paura di scoprire che anche i muri hanno occhi ed orecchie. Melissa è stranita perché non ha la più pallida idea di chi ci sia dall'altro capo del telefono e, soprattutto, chi sia questa persona da raggiungere. Sa che è sbagliato origliare ma vuole capire che cosa stia succedendo.
"No no, sto benone io."
Che abbia mentito a tutti allora? Che il suo malore fosse la scusa per starsene a casa? Eppure a Paulo piace allenarsi, lo fa di continuo. Forse ha mentito per poter essere a casa, da solo ed indisturbato, per far si che potesse parlare al telefono senza nessuno attorno? La sola idea la fa arrabbiare perché non sopporta che si menta su una cosa importante come lo stato della salute.
"Non lo so, sono confuso." passa una mano sul viso. "Non so chi scegliere, se raggiungere una o aspettare l'altra, è tutto un fottuto macello e non so cosa fare."
Quelle parole le mettono i brividi addosso. Si appoggia alla parete mentre realizza e si chiede se sia lei ad essere compresa a questo giochetto che tanto gli suscita indecisione o che sia esclusa anche dalla cerchia dei suoi pensieri. Ha cercato in tutti i modi di togliersi dalla testa l'idea che ci fosse un'altra, pensando solamente a godersi il momento, proprio come lui le aveva detto. Adesso scopre che potrebbe non essercene solo una bensì due, anche se non può essere certa di ciò. Improvvisamente tutti gli indizi che aveva raccolto prima di partire, il suo distacco iniziale, il continuo guardare il cellulare e tutti quei messaggi che riceveva e che allo stesso tempo mandava.
"Credi che non ci pensi? Si che mi manca."
Si morde con forza la lingua, promettendosi di non piangere perché non vuole dargli questa soddisfazione. Se ne va senza dire una parola, lascia le buste con le cose che ha comprato sul tavolo che c'è lì in corridoio e poi si chiude nella sua stanza. Non appena chiude la porta alle spalle sente qualcosa scivolare lungo la sua bocca, un rivolo di sangue dovuto alla forza che ha esercitato con i denti. Si toglie velocemente i vestiti di dosso, poi entra in doccia per lavarsi, sospirando pesantemente mentre sfrega con forza, come se volessi togliersi di dosso anche il ricordo delle sue mani. Non appena esce, si veste velocemente e, con ancora i capello bagnati, si stende sul letto, stringe il cuscino al petto e inizia a piangere.
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"Hey ragazzi." saluta Paulo quando scende in cucina, avendo sentito le voci dei suoi amici che sono appena rientrati.
"Hey fratello, come ti senti?" domanda Alessio, poggiando una mano sulla sua spalla.
"Meglio, avevo bisogno di riposare un po'." si guarda intorno e si rende conto che manca qualcuno all'appello. "Dov'è Melissa?"
"Come dov'è? Non era con te di sopra?"
"No, era uscita con voi questa mattina." sembra stranito.
"È tornata a casa prima per assicurarsi che tu stessi bene, sicuro di non averla vista?" Ginevra è preoccupata e chiama immediatamente l'amica.
Sentono chiaramente la suoneria del suo cellulare provenire dal piano di sopra e, confusi, salgono le scale per verificare che sia davvero in casa. Entrano nella sua stanza, la cui porta era chiusa, proprio come quando era uscita, e la trovano stesa ed addormentata, stretta al suo cuscino.
"Come hai fatto a non sentirla rientrare? È proprio lì." gli dice Letizia.
"Non è venuta da me quando è rientrata, non avevo idea che fosse tornata prima."
"Strano però, qui ci sono anche delle medicine ed altre cose che aveva preso per te." Jamison, camminando verso la stanza da letto della sua amica, ha notato quella busta e non ha potuto fare a meno di pensare che fossero le cose che Melissa aveva detto di voler prendere proprio per Paulo.
"Che si sia sentita male anche e lei e abbia voluta mettersi a letto?" prova ad ipotizzare Letizia. "Però ha cambiato i vestiti ed ha i capelli bagnati, deve essersi fatta una doccia prima."
"Non è che stavi dormendo ed ha preferito lasciarti stare?"
"Potrebbe essere, non l'ho proprio sentita rientrare, altrimenti sarei stato io a raggiungerla, come ho fatto poco fa con voi." alza le spalle l'argentino.
"Ma si, probabilmente l'avrà visto sonnecchiare tranquillo come un angioletto ed avrà deciso di lasciarlo stare dato che stava male, magari si è fatta una doccia, si è messa a letto e si è addormentata anche lei.
Tutti si convincono che quella sia il reale svolgimento dei fatti e quindi scendono al piano di sotto così da non disturbarla. Credono che i fattori principali di quel pisolino siano la stanchezza, il caldo e la preoccupazione, non immaginano nemmeno lontanamente cosa si nasconda davvero dietro tutto ciò.
"Però era un po' strana." mormora Ginevra.
"In che senso?" domanda Alessio.
"Aveva le guance rosse e gli occhi un po' gonfi, come se stesse piangendo.."
"Sarà stata una tua impressione, è normale essere rossi in viso quando fa molto caldo."