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× "Non mi piacciono per niente le serate formali

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× "Non mi piacciono per niente le serate formali."

Il viso di Melissa è piegato in un'espressione infastidita e dolorante mentre riprende a camminare, tenendo stretta la mano di Paulo.

"No, a te non piacciono i tacchi alti e ti avevo detto che potevi anche evitare di metterli nel caso in cui fossero scomodi." si ferma per prenderla in braccio. "Ma risalirà ad un secolo fa l'ultima volta che hai dato ascolto a qualcosa che ti ho detto."

"Sei stato tu a dirmi che saremmo andati in un ristorante stupendo, cos'avrei dovuto fare? Mettermi in tuta o in jeans?" incrocia le braccia al petto. "E poi erano tutti vestiti bene, mi avrebbero guardata male se mi fossi presentata vestita in un altro modo."

"E chi se ne frega?" ridacchia leggermente. "Dovresti essere più sicura di te stessa anche senza quegli aggeggi infernali che ti ostini a mettere."

Nel mentre lo dice, però, prende una strada che Melissa non ricorda ma sorride quando vede la spiaggia.

"Non chiedermi l'impossibile." sorride quando la adagia sulla sabbia, prendendo un respiro di sollievo quando si sfila le scarpe.

"Sei capace di fare qualsiasi cosa, riusciresti anche in questo." si sdraia, poggiando la testa sulle sue gambe, osservandola dal basso. "Non hai il reggiseno." afferma poco dopo.

"Il vestito è imbottito." spiega e lui corruga la fronte, rimettendosi seduto e accarezzando i suoi seni, appurando che sta dicendo la verità.

"Eddai." ridacchia.

"Dovevo collaudare il vestito." sorride furbo, avvicinandosi a lei per un bacio.

"Hai bisogno della scusa per mettermi le mani addosso." dice ma non le dispiace affatto, anzi, adora quando la tocca. "E i collaudi si fanno bene, altrimenti non si fanno proprio."

Afferra entrambe le sue mani e le porta sul suo petto, facendolo ridacchiare mentre supera il tessuto del vestito e tocca la sua pelle.

"Preferisco senza imbottitura."

Lei geme quando lui inizia a giocare con un suo capezzolo, stringendo le gambe.

"Paulo.."

"Ti ho toccata a malapena e già non ne puoi più." ride mentre la fa sdraiare.

"È da quando siamo qui che non facciamo più nulla." gli ricorda.

"Non ti facevo così disperata, come hai fatto quando non ci siamo visti per mesi allora?" lei alza le spalle, facendogli intuire la risposta.

Per un attimo, Paulo, focalizza nella sua testa l'immagine di Melissa stesa sul letto, completamente nuda e intenta a darsi piacere da sola. Impazzisce alla sola idea.

"Ti sei incantato?"

"Stavo immaginando la scena." si guarda intorno per assicurarsi che nessuno stia passando da lì, le inizia a baciare il collo e abbassa le spalline del vestito dorato.

La mente della ragazza, invece, viaggia un po' indietro nel tempo quando sente la sabbia sotto la pelle e il profumo di Paulo che, al contrario, la sovrasta, sotto un tetto di stelle e ad un passo dal mare.

"Ti ricordi l'ultima volta che l'abbiamo fatto al mare?" gli chiede e lui sorride a quel lontano ricordo.

"Era l'estate del 2015, la sera prima di partire per Torino, a Palermo." risponde immediatamente, facendola sorridere.

"Si." annuisce, diventando malinconica se ripensa a quel periodo, forse quello in cui si sono amati di più.

"Palermo è un po' distante da Valencia." le accarezza la guancia. "Ma spero che ti vada bene comunque."

Lei annuisce e lo attira a sé per un altro bacio, gemendo contro le sue labbra quando sente le dita dell'argentino sollevare il vestito e stuzzicare la sua intimità da sopra le mutande.

"Ti prego.." si ritrova a mormorare, volendolo sentire subito a contatto con lei, senza nessun vestito di mezzo.

Paulo ridacchia, afferra gli orli della sua biancheria e la tira giù, penetrandola, invece, con due dita, sentendo chiaramente la sua voce estasiata alle orecchie. Si abbassa e la fa allargare le gambe, sistemandosi tra di esse con il viso, iniziando a leccare e succhiare il suo clitoride.

"Dios Melissa, sei già fradicia." mormora, sentendola stringere le gambe contro la sua testa.

Gli occhi verdi della ragazza si focalizzano sulle stelle che appaiono sempre più sbiadite. Avverte chiaramente i capelli di Paulo che stringe tra le dita e la sua lingua, ma sembra aver perso qualsiasi altra percezione dello spazio. Si sente così bene. Paulo si stacca dalla sua intimità dopo averle regalato un orgasmo e si slaccia i pantaloni, sistemandosi meglio su di lei e, quando riceve l'assenso, si spinge contro il bacino, penetrandola.

"Ah!" si lascia sfuggire lei, stringendo le spalle del ragazzo.

Al sentire la camicia sotto i polpastrelli, inizia a sbottonarla senza però toglierla del tutto, accarezzando il suo addome e la sua schiena. Per attutire un po' i suoi gemiti, Paulo la bacia, beandosi delle sue carezze, delle sue occhiate piene d'affetto e dei suoi piccolo sorrisi uniti ad espressioni di benessere.

"Non hai idea di quanto mi fai impazzire." sussurra al suo orecchio, stringendole la vita.

Le sue spinte si fanno più veloci e le parole lasciano spazio ai loro sguardi, alle loro mani che si cercano, ai loro versi che si legano insieme. Bastano pochi minuti ed entrambi raggiungono il limite, staccandosi per riprendere fiato e ricomponendosi.

"È tutto ok?" chiede di nuovo lui e lei annuisce con un sorriso, abbracciandolo.

"Lo rifarei altre cento volte." mormora, baciandogli il mento.

"Anche io." aggiusta il suo rossetto leggermente sbavato e la bacia un'altra volta, questa volta a stampo.

Rimangono in silenzio ad abbracciarsi, osservando le stelle ed ascoltando le onde del mare ad un passo da loro.

"Un giorno voglio tornare con te a casa." pensa a voce alta.

"A Palermo?" domanda e lei annuisce, rendendosi conto di non aver tenuto quel pensiero per sé ma non le dispiace averlo detto.

"Si, a Palermo."

"Un giorno ci torneremo insieme, te lo prometto." le bacia il dorso della mano, suggellando così quella promessa.

Se esistesse una serata perfetta, molto probabilmente sarebbe questa qui. Una serata dove, dopo tanto tempo, è sembrato loro di essere davvero vicini, non solo con il corpo ma anche con il cuore.

"Paulo.." lo chiama, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.

"Dimmi."

"Ti voglio bene." vorrebbe dire altro, ma non ci riesce ed ha paura di rovinare tutto.

"Anche io." mormora lui in risposta, un po' deluso ma anche un po' sollevato.

. . .

÷ - DIVIDERE / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora