1. Galeotta fu la lettera

10.5K 225 285
                                    

Prima di iniziare ci tengo a fare una premessa.
Se la storia vi sta piacendo, vi sarei molto grata se riusciste a mettere le stelline a ogni capitolo.
Per voi è un secondo di tempo, per me invece è una gratificazione che ricompensa ore di lavoro.
Dietro questo libro, e dietro agli altri che ho scritto, ci sono mesi di lavoro che ho messo qui gratuitamente. Il minimo per me è ricevere una stellina🥰 anche i commenti sono molto graditi perché permettono alla storia di salire in classifica.
Grazie l'attenzione.

★······★······★

"Saraaaa" mi chiamò a voce alta Francesca, una delle mie coinquiline e amiche.

"Che c'è?! Sono in doccia!"

"C'è una raccomandata per te! Firmo io?"

"Sì, grazie".

Una raccomandata per me? Non capivo chi potesse mandarmela. Non avevo intestato niente, non avevo parenti che mi potessero scrivere e se lo avessero fatto non mi sarebbe di certo arrivata una raccomandata. Inoltre non ricevevo nulla per posta se non quando ordinavo online. La cosa mi turbò abbastanza, ero decisamente curiosa di capire chi potesse scrivermi con tanta urgenza. Avrebbero potuto telefonare. Sperai mentalmente di non aver preso multe con la macchina, ma anche se fosse di solito arrivavano dopo mesi.

Uscii in fretta dalla doccia, raccolsi i capelli in un turbante e mi strinsi nel mio telo per il corpo. L'acqua calda in quel giorno di inizio settembre era piacevole ma la curiosità era troppa.

Nel piccolo soggiorno della casa che avevamo in affitto per l'università vidi le mie due amiche, Francesca e Giulia, sedute al tavolo; probabilmente cercavano di sbirciare il contenuto della lettera. La presi in mano e la aprii.

"Dai! Leggi ad alta voce! Siamo curiose! Chi ti scrive?" chiese Giulia.

Corrucciai la fronte e lessi:
"Gentile signorina Celi,
è convocata venerdì prossimo presso palazzo Proserpina al Circeo per la lettura di un testamento che la vede come erede".

Rimasi scioccata con la lettera ancora in mano. Parenti? Per un attimo ebbi paura. Gli unici che conoscevo erano morti. Nella mia mente si fece strada un dubbio che non riuscivo neanche ad ammettere a me stessa.

"Sara? Non ci avevi detto di avere parenti nel Lazio" mi disse Giulia riportando la mia attenzione alla realtà.

"Non saprei, probabilmente c'è un errore, non credo di averne. Mia nonna, come sapete, è morta due anni fa ed era tutta la mia famiglia."

Solo ricordare il giorno in cui ero rimasta da sola mi fece rabbrividire.

"Non può essere un errore, ci sono tutti i tuoi dati e sono corretti" sottolineò Francesca con intelligenza, "è la settimana prossima, fossi in te ci andrei. Se è un errore se ne accorgeranno subito e così ti sarai tolta il dubbio".

Annuii, un po' turbata, ma decisi di andarci. Non avevo davvero nulla da perdere e magari avrei scoperto qualche verità.

Pov Michele

Quello era il giorno che i miei genitori aspettavano da sempre.
Mio nonno era, purtroppo, morto da sei mesi ormai e oggi gli avvocati avevano l'ordine di aprire la busta preliminare per convocare tutti gli eredi alla lettura del testamento. Ovviamente era una formalità a cui mio nonno non aveva voluto rinunciare. Aveva un solo figlio maschio, mio padre, e un solo nipote, cioè io.

Era matematico che i suoi averi sarebbero stati divisi all'interno della nostra famiglia; non c'erano altre persone con cui dividere il patrimonio. Naturalmente c'erano state parecchie chiacchiere e al suo funerale c'erano qualche centinaio di persone, con lacrime finte, che speravano di poter godere di chissà quale beneficio.

The Same But DifferentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora