12. Due Valentini

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Pov Sara

San Valentino si stava avvicinando e Leonardo aveva insistito a voler uscire con me, ma avrei lavorato tutto il giorno e l'indomani avrei avuto un esame. 

Dopo qualche preghiera riuscì a strapparmi un per l'ora di pranzo al centro commerciale.

Non ero entusiasta di uscire quel giorno.
Il giorno dell'amore.
Di solito non festeggiavo mai, non ero mai stata sul serio innamorata.
Avevo avuto qualche sporadico fidanzatino alle medie e al liceo ma niente che mi facesse battere il cuore e quel giorno mi limitavo a guardare le coppie innamorate.

Nel negozio di intimo c'era la collezione di San Valentino e quel giorno ci avevano fatto indossare dei pantaloni neri con una camicetta in raso rosso abbastanza scollata.

Aspettai l'ora di pranzo servendo dei clienti finché le mie colleghe mi dissero:

"Sara, c'è un ragazzo seduto sulla panchina di fronte al negozio che ti sta facendo i raggi x da un quarto d'ora".

Dubitavo che Leonardo avesse avuto una sfrontatezza del genere.

Quella sfacciataggine poteva appartenere solo a un milionario che stavo iniziando a conoscere fin troppo bene.
Mi girai appena la cliente finì e mi sfoderò un sorriso a trentadue denti bianchissimi nonostante fumasse.

Non ci potevo credere, chissà quando avrebbe smesso di apparirmi dietro nelle situazioni più impensabili.

Pov Michele

Ero stato tutto il mese su; il lavoro, tornati dalle ferie, era molto, ma avevo deciso che per San Valentino sarei tornato da lei.

Un mese senza il suo profumo era abbastanza.

Al viaggio di andata in macchina, avevo indossato la sua sciarpa ed era stata una piacevolissima tortura, ma adesso anche la sciarpa iniziava a non profumare più e stavo decisamente in astinenza.

Mi ero riproposto di non mandarle troppi messaggi per non sembrare patetico, ma verso la fine del mese avevo ceduto e le avevo scritto tutte le sere per sapere come stava.

L'idea di festeggiare, se così si potesse definire, San Valentino con lei mi lasciava un po' perplesso.
Di solito andavo a cena con Ilaria.
Avevo inventato, con lei, una scusa dicendole che il lavoro mi avrebbe tenuto impegnato.
Con Ilaria era routine, un appuntamento che dovevo spuntare sulla check list per evitarmi di sentirla lamentarsi.
Con Sara sarebbe stato lo stesso?
Probabilmente no.
Non era una cosa da fare per dovere.
Non sapevo neanche se avesse accettato di passarlo con me.

Arrivai a casa sua in mattinata, avevo guidato tutta la notte ed ero passato dal fioraio, per San Valentino i fiori erano leciti.

Sperai che non mi sbroccasse come l'altra volta.
Mi aveva traumatizzato.

Per sicurezza avevo anche una scatola di cioccolatini Lindt.

Il mazzo l'avevo composto con delle rose rosse e, per stemperare lo stereotipo, le avevo mischiate con delle rose rosa.

Suonai il campanello di casa sua con l'intenzione di farle una sorpresa ma mi rispose dal terrazzo Francesca:
"Sara non c'è. È al lavoro".

"E quando torna?" mi informai.

"Stasera, ti conviene andare giù e fare pausa pranzo con lei".

"Dimmi dove lavora".

Inserii l'indirizzo del centro commerciale sul navigatore.

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