6. Era gelosia quella?

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Pov Sara

Per tutta la mattinata dovevamo solo piegare e mettere in ordine i cassetti e pensai continuamente alla serata inaspettata di ieri.

Avevo corso un bel rischio e se ci pensavo, ancora tremavo ma poi il tutto aveva preso una direzione più piacevole.

Chissà come mai il destino aveva deciso di farmi incontrare quella famiglia.

Perché proprio io?

Uscita dal lavoro trovai una chiamata di Leonardo e un messaggio in cui mi diceva che avrebbe voluto invitarmi a cenare con lui.

Lo richiamai mentre mi avviavo alla macchina.
"Sara?".
"Dimmi".
"Volevo chiederti se ti andasse di cenare con me".
"Che tipo di cena?" chiesi.
"Quello che vuoi" mi assecondò lui.
Da una parte mi piaceva il modo in cui mi lasciava decidere tutto... dall'altra mi sembrava che il suo non fosse, però, rispetto ma mancanza di idee e personalità...
"Hamburger e patatine?" proposi.
"Perfetto, ti va se prendiamo d'asporto? Ho casa libera".

Intuii che cosa aveva intenzione di fare e risposi di sì.

Mentre uscivo dal parcheggio inviai un vocale sul gruppo che avevo con le mie amiche e le avvertii che non sarei tornata a cena.

"Sei con red hot chili peppers?" mi scrisse Francesca.

"Con chi?" digitai io ferma al semaforo, non capivo.

"E dai, con Michele" mi rimbeccò lei.

"Ma che soprannome è?" le risposi.

"Per via della macchina" digitò ovvia lei.

Intuii il perché, rossa e decisamente hot.
Era davvero una bella macchina.
Non avevo mai visto una Bentley prima.

Le mandai l'emoticon che rideva e ripartii.

Arrivata a casa di Leonardo mandai sul gruppo la foto del condominio e scrissi: "Errato, sono con Leonardo".

"Sei una sfigata" digitò velocemente Giulia.

La serata con lui andò bene, non c'erano mai alti e bassi, tutto scorreva nella norma e forse avevo bisogno di un po' di tranquillità ogni tanto.

Finita la cena ci stendemmo sul divano e in dieci minuti finii sopra di lui a pomiciare, dopo mezz'ora eravamo entrambi nudi e aggrovigliati tra i cuscini.

"Ti è piaciuto?" mi chiese lui.
"Sì" risposi asciutta, odiavo quando me lo chiedevano, voleva dire che o erano insicuri o non erano in grado di capire se mi fossi divertita o meno.

"Si può rifare" disse prendendomi tra le braccia mentre mi infilavo le mutandine.

"Mhmh" annuii mentre lo lasciavo fare, ero decisamente stanca e avevo voglia di tornare a casa.

Non era male, se non fosse stato così appiccicoso dopo.

Tornai a casa e, dopo aver aggiornato le mie amiche, mi richiusi in camera a studiare.

A mezzanotte crollai sopra le fotocopie del manoscritto.

La mattina dopo Leonardo mi portò la colazione in aula e le mie amiche mi fecero l'occhiolino.

Nel giro di due mesi ero passata da nessun pretendente a due ragazzi diversissimi che volevano le mie attenzioni.

Ed erano due tipi di attenzioni completamente diverse.
Uno si presentava sotto casa mia di botto.
L'altro mi chiedeva il permesso pure per portarmi a cena.
Uno aveva un ego grosso come la villa in cui abitava.
L'altro era così insicuro da chiedermi costantemente se mi piacesse ogni singola cosa.

The Same But DifferentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora