39. Cos'è una madre?

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Pov Sara

Dopo la sua partenza mi sentivo stranissima, non sapevo decifrare le sensazioni che provavo.
Mi venivano gli occhi lucidi per qualsiasi cosa, non solo durante le sue chiamate.
Bastava che vedessi un video di gattini o uno spot in TV con una famigliola felice... non ero mai stata così tanto emotiva.
All'ennesima lacrima di commozione sul divano le mie amiche mi guardarono storto.

"Sara, sei sicura di stare bene? È un mese che piangi in continuazione, sembra quasi che tu stia sfogando ora tutte le volte che non hai pianto" disse Francesca, guardandomi negli occhi.

"Ma sì, sarà solo il pre-ciclo, sento proprio gli ormoni che ballano la samba" mi giustificai.

"È comunque tutto il mese che piangi, sei in pre-ciclo da un mese?" sottolineò Giulia.

"Mi manca quando non lo vedo" riuscii solo a dire, sentendo di nuovo gli occhi lucidi.

Francesca mi abbracciò, poi però mi disse: "magari fai una visita di controllo e cerca di farti dare una pillola diversa perché questa ti distrugge".

Annuii, aveva senso che fosse la pillola a rendermi così emotiva.
Ero un'altra persona, non ero mai stata così fragile.
Nemmeno quando ero stata male per lui.
Avevo pianto, sì, ma poi mi ero riscossa, avevo trovato una soluzione e avevo cercato di non buttarmi giù.
Adesso, invece, mi sentivo impotente e la mia mente si rifiutava di processare il fatto che non potessi stare con lui sempre e finivo per piangere vedendo ogni cosa che mi ricordasse le emozioni che provavo.

La sera sentii il consueto mal di testa appiccicarsi sulla mia fronte.
Erano almeno quindici giorni che, ogni sera, dopo cena, si presentava puntuale stringendomi la testa in una morsa. Io tentavo di farmelo passare buttando giù una pastiglia di antidolorifici ma non facevano molto effetto e finivo con l'addormentarmi con quel fastidio.

Mi svegliai e mi affacciai in cucina per fare colazione.
La puzza di fumo delle sigarette e l'odore del caffè mi investirono in pieno, facendomi provare un conato di vomito.
Tre secondi dopo ero china, sul wc, a vomitare la cena del giorno prima.

Giulia entrò in bagno, allarmata, chiedendomi che diavolo avessi.
Mi si avvicinò, per aiutarmi ma appena sentii di nuovo quell'odore, che tutto a un tratto mi sembrava nauseabondo, vomitai di nuovo.

"Ma che cazzo di caffè avete comprato?" bofonchiai, tirando lo sciacquone.

"È quello che beviamo da quattro anni" si affacciò Francesca sulla porta.

"Allora avete cambiato sigarette" insinuai.

"No, fumiamo entrambe le Winston Blue da otto anni almeno" mi rispose lei, sicura.

"Ti giuro che l'odore insieme fa vomitare" ribattei, sciacquandomi la bocca e storcendo il naso per quell'odoraccio che non mi ero ancora tolta di dosso.

"E anche la sigaretta post caffè la fumiamo da quando viviamo insieme e non ti ha mai dato fastidio" disse di nuovo Francesca.

Giulia mi prese per un polso, all'uscita dal bagno.
"Da quanto è che non hai il ciclo?" mi chiese a bruciapelo.

"Arriverà a breve, me lo sento" liquidai la cosa, divincolandomi.

Mi braccarono entrambe in camera mia, chiudendo la porta alle spalle e io aprii la finestra per respirare un po' meglio e far uscire quella puzza che, a detta loro, era un odore che avevo sempre sentito.
Eppure non mi era mai sembrato così terrificante, dovevano aver cambiato qualcosa.

"Sei in ritardo con le mestruazioni?" continuò Francesca.

"Non siete i miei genitori e no, mi vengono sempre con un po' di ritardo da quando prendo la pillola".

The Same But DifferentDove le storie prendono vita. Scoprilo ora