A c t - o n e

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Theodore Nott.

June 2002.

Il suo viso cadde. Non aveva brillato una singola volta da quando quell'incidente era entrato dalla sua porta. Era come se non potesse respirare. Stringendo il colletto del suo camice, chiuse gli occhi, "Ora del decesso, sette e uno."

Si strappò la plastiche dalle mani, lanciandole nel cestino del pronto soccorso. Le sue dita afferrarono la maschera che indossava. Se la tolse via di dosso.

"Dottor Nott-" l'infermiera si precipitò mentre lui afferrava la maniglia della porta, pronto per lasciare la stanza. Guardandola, fece un leggero cenno del capo, "Aveva un marito...non gli avevano ancora detto della bambina. E' nella sala d'attesa, a quanto pare-" la donna deglutì sulle sue parole per un secondo, "Era lui a guidare la macchina."

Theodore sigillò le palpebre, inspirando profondamente, "Non può farlo la dottoressa-"

"Lei sta parlando alla polizia delle ferite del bambino. Non è disponibile."

"Dannazione," la sua mano lasciò la maniglia, posandola sul muro invece. La sua testa immersa tra le sue spalle, "Ha un nome? E la bambina-"

"Il defunto si chiamava Emilio Costa. La bambina...il suo nome era Elisa Costa e il marito, fuori nella sala d'attesa - il suo nome è Alessandro Costa."

"Parla inglese?" Theodore prese un respiro, uno doloroso, "Altrimenti - credo che aspetterò la dottoressa Rossi. L'incidente l'anno scorso non era-"

Scosse lentamente la testa, ricordando cosa era successo quando aveva provato a spiegare un passaggio a una famiglia che non parlava inglese, avevano preso le sue cattive notizie per buone, e avevano denunciato l'ospedale.

"Parla l'inglese perfettamente, signore."

"Grazie, Nicole." forzò un mezzo sorriso e lo lanciò oltre le sue spalle, "E quello che ho detto sul..signor-"

Lei gli sorrise, "Mi dispiace, signore - non importa."

Theo roteò gli occhi prima di lasciare la stanza.

Gli piaceva Nicole. Era la sua infermiera, la sua assistente - ovunque c'era lui, c'era anche lei. Non poteva chiedere una traduttrice e un'amica migliore di lei. Avevano quasi la stessa età, lo stesso umorismo, e andavano d'accordo. Era attenta, gentile, generosa. Era buona per lui, buona con lui.

Era una dei suoi amici più stretti, e non riusciva a non sentire come se gli ricordasse qualcuno. Qualcuno che conosceva anni prima, qualcuno che aveva lasciato un buco nel suo cuore per non essere più lì, qualcuno che gli mancava senza nemmeno conoscerlo.

Theodore marciò verso la porta del pronto soccorso, nel corridoio fino al suo ufficio, e sbatté la porta dietro di lui. Scivolò giù, portandosi le ginocchia al petto. Questa era la parte peggiore, pensava. Perdere un paziente era dura. Era brutale, atroce ma dire ai loro cari che non era riuscito a salvare le loro vite era molto peggio.

Non c'era molto che potesse fare.

Era un incidente in macchina. L'autista dell'altra macchina stava guidando con l'influenza e si è schiantato contro la loro macchina. Il suo paziente e la sua bambina non avevano alcuna possibilità. Era volato via dal parabrezza, la sua testa aveva avuto il maggior impatto, ed era morto all'istante. La loro bambina era destinata allo stesso destino. Aveva solo quattro anni. Era morta sul colpo.

Non hanno sofferto. Non erano in pena. Se n'erano andati entrambi come un soffio su una candela. Era straziante. Era agonizzante.

Alcune volte, Theodore si malediceva per aver scelto quel lavoro. Un dottore, qualcuno responsabile per ogni anima che entrava da quelle porte e che ogni anima non se ne andasse di nuovo. Sapeva di non avere alcun potere sulla vita umana e madre natura, ma lavorando nel suo settore - si sentiva in colpa.

Cursed | Draco Malfoy, 18+ / traduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora