Shannon

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Capitolo 9

Cinque anni prima

Continuai a fare di nuovo da capo i conti. Per tre volte ero in rosso di cinque milla dollari. Denaro, che se non fossi stata in grado di trovare velocemente mi avrebbero portato alla chiusura del bar.

Presi una sigaretta dal cassetto nascosto alla destra e lo portai alla bocca. Lo accessi frettolosamente con il clipper che avevo tra le mani e aspirai con prepotenza mentre il piede destro mi tremava convulso per l'agitazione.

Dovevo trovare una soluzione al più presto altrimenti non avrei potuto fare niente per Lilla.

E lei era la cosa più importante al mondo.

La mia bambina che non esigeva mai nulla.

La mia bambina che usciva ogni venerdì sera a portare da mangiare ai gatti randagi nei parchi.

Dio quanto era stato difficile crescere un figlio. Dodici anni fa mi ero trovata nella situazione di fare da madre e da padre a una bambina con le treccine rosse e gli occhi più belli e più magnetici al mondo.

Ci provai a essere giusta, nonostante sapessi che a volte ero troppo dura con lei. Forse più di quello che avrei voluto però adesso sono fiera della giovane adolescente che è diventata.

Riuscire a trovare quei soldi era una questione di vita o di morte, senza il sostegno adeguato, l'avvocato avrebbe riletto di nuovo il testamento rilasciato da mia sorella e suo marito e io non potevo permetterlo. In un modo o nell'altro la soluzione si trovava sempre.

Mi passai le mani sul volto esausta e soffiai fuori il fumo che si diramò in una nube scura oltre la mia testa.

I pensieri, si susseguivano uno dietro l'altro in loop, c'era poco che io potessi fare per uscire da questa situazione.

O meglio, c'era solo una cosa che potevo fare, ma che mi sarebbe costata molto cara.

Spensi la sigaretta e mi alzai dalla poltrona della scrivania. Misi tutti i fogli dentro il cassetto di mogano e lo chiusi a chiave.

Avrei dovuto staccare la mente ma sarebbe stato più facile a dirsi che a farsi.

Diedi un'occhiata al bar una volta che mi trovai sulla soglia, il pavimento in marmo nero e grigio riluceva dalle luci dei faretti al neon che erano incastonati sulle pareti, le sedie erano capovolte sopra i tavoli in acciaio inox, il bancone del bar era ghermito di superalcolici che catturarono la luce, tutte le porte erano chiuse, la cucina era al buio e l'unica luce che filtrava dalla finestra era quello della luna.

𝙳𝙰𝙻𝙸𝙰 𝙽𝙴𝚁𝙰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora