Lilla

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Capitolo 41

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Capitolo 41

Giorno e notte ho pregato che qualcuno arrivasse a zittire quella voce nella testa che mi porta tuttora verso la gola dell'oblio:
Per quanto urlassi nessuno si è mai presentato
Kappa

Giorno e notte ho pregato che qualcuno arrivasse a zittire quella voce nella testa che mi porta tuttora verso la gola dell'oblio:Per quanto urlassi nessuno si è mai presentatoKappa

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«Caleb», soffiai il suo nome pur non avendo un briciolo di ossigeno nei polmoni. Pur non volendo credere a nulla di ciò che si susseguiva nella mia testa.

«Dobbiamo andare! Subito!» mi ghermì per il braccio Dean correndo lungo il sentiero del parco verso la macchina come un pazzo. La sua presa era ferrea, ero sicura che il giorno dopo mi sarebbero nati dei lividi, ma non mi soffermai sul dolore alle ossa.

Mi pizzicavano gli occhi, il corpo era rigido, sembrava non appartenere a me, le mie gambe si muovevano come se avessero una volontà propria correndo lungo il sentiero del parco per raggiungere la macchina.

Tutto ciò che riuscivo a pensare era Caleb. Caleb stava bene. Caleb non... Caleb era...
No, no, no!
«No!», Esclamai in trance correndo con Dean lungo il sentiero. Le lacrime scesero copiose impedendomi di vedere ma strinsi i denti tanto da avere dolore alla mandibola. Avevo i groppi in gola, uno più grosso dell'altro che mi impediva di poter trarre un respiro profondo, mentre sentivo Dean imprecare, urlare, abbaiare davanti a me.

Arrivammo alla macchina, e montammo su, senza nemmeno indossare le cinture di sicurezza Dean partii sgommando, in un secondo momento notai tutte le persone uscire fuori dal ristorante confusi osservando verso la collina. Subito dopo, diverse macchine dei pompieri e la polizia sfrecciarono a gran velocità verso la casa di Caleb.

«Merda! Merda! Merda Caleb! Dove sei! Maledetto!» urlò agitato Dean prendendo a pugni il volante e con l'altra mano continuava a telefonare al suo migliore amico. Ogni chiamata veniva messa giù come se non esistesse un numero. Gliel'ho presi continuando a telefonargli con le mani tremanti. "Rispondi. Ti supplico rispondi Caleb".

L'ambulanza ci oltrepassò con le sirene spiegate le luci blu illuminavano la strada, ogni macchina si fermò per farle passare erano due una dietro l'altra, il mio cuore si strinse bruciandomi ogni atomo nel corpo.

𝙳𝙰𝙻𝙸𝙰 𝙽𝙴𝚁𝙰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora