Lilla

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Capitolo 31

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Capitolo 31

Facciamo ciò che dobbiamo, per sentirci almeno un po' umani.
Cd: Kappa_07


Caleb era appena stato arrestato! Dean aveva fatto arrestare Caleb per colpa mia. Io avevo fatto arrestare Caleb.

Il cuore mio scoppiava nel petto e i polmoni si chiusero di scatto impedendomi di respirare. Guardavo la porta come se da un momento all'altro Caleb stesse per rientrare col suo andamento sicuro e senza i poliziotti al guinzaglio, ma sapevo che era un sogno non realizzabile essendo che era appena uscito con le mani ammanettato dietro la schiena.

Rivolsi lo sguardo di scatto verso Dean che era rimasto sulle scale indifferente a tutto il caos che si era scatenato.

Decisa andai nella sua direzione con le mani strette a pugno. Sentii la voce di Shon chiamarmi dietro ma non mi fermai. Sapere che stava bene era un vero sollievo, ma avevo il veleno della rabbia nel circo e nulla mi avrebbe fermato.

Feci i primi quattro gradini e mi fermai di fronte a lui.
«Che cosa hai fatto!» esclamai sconvolta. Dean mi guardò dall'alto della sua statura mentre faceva un respiro profondo.

«Quello che tu non hai avuto il coraggio di fare. Denunciare Caleb» rispose volgendo lo sguardo altrove. Aggrottai la fronte incredula.

«Non dovevi farlo! È il tuo migliore amico. Davvero vuoi condannarlo in carcere? Non ti avevo detto quelle cose perché tu ti ergessi da giudice e giuria. Avevo solo bisogno di sfogarmi!»

Quale era il mio problema? Perché c'è l'avevo a morte con Dean? Alla fine dei conti aveva fatto ciò che era giusto. Mi aveva difeso.

«Guardati...», disse guardandomi dalla testa ai piedi mentre il mormorare nel corridoio si faceva sempre più grande.

La gente stava commentando incredula, ma non gli diedi importanza. «Guardati Lilla! Sei distrutta. Caleb ha esagerato. Lui doveva essere punito.»

Sentii il petto cessare di battere, poi con la prepotenza di un martello che si abbatteva sul suolo iniziò a pompiere contro la gabbia toracica con insistenza.

«Se non lo fermi ora, ti distruggerà. È il mio migliore amico, sì e gli voglio bene come se fosse mio fratello. Ma devo farlo ragionare. Deve capire che il suo obbiettivo non sei tu. Che fare del male a te non gli ridarà ciò che ha perso».

Deglutii gli aghi che avevo in gola e lo osservai con il respiro corto.
«Non è tua la battaglia tra noi. E sappi che negherò tutto Dean. Tutto. Tu... come hai potuto!» esclamai con le lacrime agli occhi stringendo fortissimo le msni in pugno.

Dean sorrise. Sembrava un sorriso triste il suo. Oppure sembrava convinto di sapere qualcosa che io non sapevo ancora.

«Da quant'è che sei innamorata di lui Lilla?» mi chiese scendendo un gradino.

𝙳𝙰𝙻𝙸𝙰 𝙽𝙴𝚁𝙰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora