Lilla

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Capitolo 2

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Capitolo 2

●Ho imparato che non posso esigere l'amore di nessuno. Posso solo dar loro buone ragioni per apprezzarmi ed aspettare che la vita faccia il resto●

«Due bottiglie di Jonny Walker al tavolo sette e una bottiglia di Belvedere.» Mi ordinò Sara attraverso il bancone.
Sara aveva un volto genuino dai tratti chiari come i suoi capelli biondi, gli occhi invece erano di un intenso colore d'ambra e il suo sorriso era sempre molto ampio.

«Subito.» Risposi abbassandomi sotto al banco per prendere le bottiglie di whisky.

Sapevo per chi erano, e la voglia di aprire i tappi e sputarci dentro si fece impellente dentro di me.

«Dai Lilla, sbrigati devo andare a fare una pipi assurda. Non ci puoi andare tu per una volta al loro tavolo?»

Ridachiai divertita dalla sua postura sofferente con le cosce strette. «Vai ci penso io.»

«So che li odi, ma grazie.» Disse con una smorfia di sofferenza.

Aveva tre ore che camminava avanti e indietro e capii la sua esigenza.

«Sì, ma cosa direbbe la clientela dell'alta società che c'è qui dentro se ti pisciassi addosso?»

Sara rise divertita tornando poi subito seria. «Cacchio, devo andare, me la sto letteralmente facendo addosso.»

La vidi sparire velocemente e mi misi a preparare il tutto con la sensazione pesante nel petto.

Vi odio, pensai nella testa uscendo fuori dal bancone.

Rivolsi lo sguardo al tavolo sette e i miei occhi catturarono più di dieci persone appollaiate sui divani tra cui le bestie di satana che stavano urlando disturbando l'intera clientela. Catturai gli occhi di mia zia attraverso il vetro del suo ufficio e le regalai un sorriso quando posò lo sguardo sulla mia succinta canotta.

Sospirai rilassando le interiora e presi il vassoio con le bottiglie sopra, mi diressi spedita mettendo su una faccia che voleva dire:
provaci se hai coraggio e raggiunsi il loro tavolo.

Mi tremarono le mani quando tutti gli occhi dei presenti si posarono su di me, sul mio seno, sulla pelle scoperta e infine sui miei occhi.

«Buonasera.» Bofonchiai depositando frettolosamente tutto sopra il tavolo.

In tutti questi mesi, nessuno mi aveva notata, nessuno aveva cercato i miei occhi, nessuno si era mai interessato a me per un semplice motivo.
Restavo lontano da questo dannato tavolo e da tutti loro.

𝙳𝙰𝙻𝙸𝙰 𝙽𝙴𝚁𝙰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora