Caleb

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⚠️Attenzione⚠️: Questo capitolo contiene una forma di abuso mentale. Submissing mentale e sessuale.
Siete pregati di non leggere se ne siete sensibili.
Ma se preferite continuare ad odiare Caleb. Vi prego; fate pure💜

Capitolo 27

"Scappare non serve a niente, a volte affrontare il pericolo di essere fatto a brandelli,
ti fa comprendere,
fin dove il tuo aguzzino è disposto a spingersi,
pur di sottometterti".

Kappa_07

Quella sera, dopo che Eliot fosse tornato dalla visita a casa di Shon gli avevamo chiesto spiegazioni. In primis, ci eravamo accorti un po' tutti che non vedeva l'ora di fare qualcosa a quel ragazzo e per quanto conoscessimo Eliot, la cosa sembrò strana a tutti e due, e per secondo, volevamo capire che cosa gli avesse fatto.


Insomma, di certo la mia intenzione non era quella di terrorizzare quel ragazzo, ma di riuscire a toccare Lilla attraverso lui.

Eliot come sempre non aveva reagito o tentato di rispondere a nessuna delle mie domande, ma aveva troncato dicendo: «Tu vuoi giocare duro con quella rossa, e io ti ho appena dato un motivo per farle davvero del male. Quell'ragazzo sarà la sua rovina. Ringraziami invece di farmi delle domande inutili.»

A quella risposta, sia io che Lenny ci eravamo guardati negli occhi in una specie di conversazione muta, ma sapevamo.

No, anzi, ne eravamo consapevoli che c'era qualcosa che non andava in tutta quella situazione.

«Io non ti capisco amico. Ultimamente tutto ciò che fai non ha senso per me», gli disse Lenny. Eliot aveva ghignato e senza dirci più un cazzo, si era diresso verso la porta.

Avevo pensato un milione di volte al piano che avevamo escogitato, l'idea di fare del male a quella mocciosa mi aveva fatto sentire potente, il fatto che con quest'ultimo scherzo il preside l'avrebbe davvero caciata dalla scuola mi fece nascere un sorriso perverso. Quella rossa sarebbe scomparsa per sempre dalla mia vita e io avrei finalmente vinto. Come sempre.

Dopo cena come sempre uscii di casa vestito tutto di nero. Finalmente non pioveva più, nonostante il tempo turbolento e il vento abbastanza fastidioso, decisi di uscire in moto diretto al Wolves, ci eravamo messi d'accordo di vederci lì con i ragazzi. Non avevo festeggiato la vittoria per la partita del venerdì quindi avevo deciso di godermi la serata con tutto ciò che comportava. Donne, sesso e droga.

Montai in sella accesi la mia kawasaki nera che ruggì come una belva assettata di sangue e uscii dal cancello in direzione di Little Falls basso. Il vento mi sferzava la pelle mentre tutto mi sfrecciava davanti come un quadro di Van Gogh, oltrepassai il parco e misi la sesta prima di dare gas.

𝙳𝙰𝙻𝙸𝙰 𝙽𝙴𝚁𝙰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora