Lilla

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Capitolo 30

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Capitolo 30

"Il silenzio punisce le persone come una frusta data con la massima forza.

Il silenzio se sapete come portarlo può uccidere più di una pallottola di piombo"

CD: Kappa_07

Stavo cercando di nascondere le occhiaie di fronte allo specchio con del correttore. Sembravo uno zombi. Mi ero fatta la doccia solo ieri sera ma era come se i miei capelli avessero una propria volontà. Erano tutti elettrizzanti per via del vento e dell'umidità; sembravo Edward mani di forbice, a differenzache forse lui era più felice di me. Frustrata, presi un elastico sopra il comodino e li raccolsi sulla nuca alla bell’e buono e dopo essermi messo il mascara per coprire il fatto di non aver dormito per tutta la notte dalla paura che i lupi tornassero, ero uscita dalla stanza.

In cucina avevo salutato Shannon prima di uscire di casa, ma nessuna delle due spiaccicò parola.
Shon era venuto a prendermi con la sua nuova Audi di zecca blu metallizzata e ora ci trovavamo entrambi sui gradini dell’ingresso della scuola più famosa di Little Falls.

Guardai il cielo nuvoloso, ero sicura come la morte, che sarebbe piovuto in giornata. Il maglione e la giacca nera che avevo addosso mi coprivano abbastanza da non avere freddo, ma per una volta non mi preoccupai essendo che sarei tornata a casa insieme a Shon in macchina.

Una volta nei corridoi, vidi tutti gli occhi dei presenti addosso a me. Sapevo che non vedevano l’ora di sbizzarrirsi con le loro idee. Infatti vidi un gruppo di ragazze avvicinarsi pericolosamente con dei contenuti in mano, ma all’improvviso si fermarono.

Tutti si fermarono, anche Shon resto incredulo. I suoi occhi marroni si dilatarono a più non posso, così curiosa mi voltai, ma una aura mi sovrastò, era Dean, che teneva un casco nero in mano e si affiancò a me e a Shon.

Sorrisi e mi sentii in imbarazzo, ma per lo più lo trovai stupendo. Dio quanto era bello vestito di grigio. Aveva dei jeans scuri addosso una camicia nera sotto e una giacca di pelle grigia sopra. I boccoli biondi li erano finiti sulla fronte ed io sentii il bisogno di toccarli.

«Buongiorno», asserì mettendosi al nostro fianco. «Dovresti chiudere quella bocca altrimenti ti entreranno le zanzare» si rivolse a Shon sorridendo con l’angolo della bocca.

Sentii le farfalle allo stomaco osservandolo. Era semplicemente bellissimo.
«P-perché sei qui con noi?», gli domandò il mio migliore amico con le pupille dilatate mentre stringeva fortissimo le spalline dello zaino.

Dean si strinse nelle spalle guardandolo. «Perché ho voglia», rispose con nonchalance scuotendo le spalle. A quel movimento pure i suoi boccoli si mossero seguendo d’istinto la forza di gravità.

«E loro? Perché stanno venendo verso di noi?» chiese Shon aggrottando la fronte. Confusa mi voltai perplessa dietro per vedere di chi si trattava. Strabuzzai gli occhi quando vidi le tre cheerleader avviarsi decise verso noi tre. Era Penny, vestita con una gonna di jeans e una camicia bianca, i capelli sciolti in grandi boccoli, la prima della fila, con dietro di sé Stefany Gordes, una delle more più belle della scuola, aveva addosso un vestito total black e un piercing al naso e uno al sopracciglio. Affianco alla sua destra c’era Magdalein Smith, coi suoi tacchi altissimi e indossava un paio di jeans scuri e una camicia blu. Erano tutte e tre bellissime e si dirigevano come se fossero delle vere regine verso di noi, con tutti gli occhi dei presenti addosso.

𝙳𝙰𝙻𝙸𝙰 𝙽𝙴𝚁𝙰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora