Qualcosa di personale

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Non vedo l'ora di farmi una doccia, non posso sopportare di stare altri dieci minuti in queste condizioni. Mi rigiro nel letto, accanto a me il nulla. Le lenzuola stropicciate, un biglietto appoggiato sul cuscino di Marco.

*Buongiorno mon cheriè
Avrei voluto portarti la colazione a letto coccolarti ancora, ma sono letteralmente scappato a lavoro.
Mi farò perdonare.
Grazie per la notte trascorsa.
Ci vediamo stasera.
Marco.*

Mi alzo di scatto, corro verso il bagno e chiudo a chiave la porta alle mie spalle. Non ho voglia di vedere nessuno.
Sono stata con Marco, non capisco cosa mi sia preso.
Ho sbagliato tutto.
Mi sono fatta trascinare in un'avventura che non mi interessa.
Ripenso ai suoi baci, alle carezze. Ripenso al fatto che tra noi c'è stato quello che non ci sarebbe dovuto essere. Rabbrividisco, anche se il pensiero della sua lingua tra le mie gambe mi fa ancora impazzire, sa muoverla bene, eccome se sa farlo. Mi mordo il labbro, mi guardo allo specchio schifata. A me Marco non piace. È impacciato, troppo romantico, anche un po' scemo, mon cherie e che sono un cioccolatino?! Lui certo non ha nulla che mi possa interessare, anche se ci sa fare a letto.
Mi siedo sulla vasca, afferro il mio cellulare, lasciato sul pavimento da lui poche ore prima.
Un messaggio di Fiamma.

*Posso venire in camera a farmi una doccia? Grazie.
P.S. Sei una stronza.*

Mentre leggo il messaggio Fiamma mi chiama al telefono. "Pronto?" - "Grazie per avermi risposto finalmente! Posso tornare in appartamento, farmi una cazzo di doccia, entrare in camera mia?!" chiede innervosita. "Ciao Fiammetta, fai quello che ti pare. Basta che ti sbrighi che poi mi vorrei lavare anch'io" borbotto ancora confusa. "Trilly stai bene? Ma cosa è successo?" mi chiede preoccupata. "Non sono cazzi vostri Fiamma" sbatto giù la chiamata.
Mi infilo velocemente sotto la doccia giusto per togliere il sapore della notte appena trascorsa. Mi lavo i denti, accenno un po' di trucco, mi infilo l'accappatoio e mi metto a riposare sul divanetto vicino alla vetrata che guarda al mare. Non voglio più mettermi su quel letto finché non passeranno a cambiare le lenzuola.
Il cellulare continua a vibrare, è Asia che chiama. Aspetto tre secondi, pondero le parole. Respiro a fondo, rispondo.
"Dimmi Asia" accenno. "ciao Trilly, tutto bene? Volevo sapere come hai passato la notte" mi chiede civettuola, immagino la sua espressione impicciona e anche un po' fastidiosa, "insomma alla fine avete concluso tu e Marco? Certo che ci aveva visto lungo Fiamma è" - "niente, Asia, niente che ti possa interessare!" la interrompo bruscamente "invece te mi pare di capire che te la sei spassata col Barone vè?!" ammonisco.
Cazzo. Dovevo tacere. Maledetta me, adesso Asia avrà capito e si metterà in mezzo forse come cupido, o forse come la stronza che al liceo ti frega il ragazzo che hai puntato solo perché te sei troppo impacciata e ci metti un anno per convincerti di provarci a farti avanti, mentre lei, lei è quella arpia che con gli artigli prende tutto, senza rimorsi, anche solo per sentirsi diva. Mi mordo la lingua, affondo la testa sul cuscinetto del divano. "Ah sì Trilly, wow ti devo raccontare! Io e Piero, non puoi immaginare, cioè credo non so, comunque dai ci troviamo tra mezz'ora a colazione che di persona ti racconto tutto" mi incalza, sembra che non abbia capito il mio tono, chissà. Riaggancio. Appoggio lo smartphone sul pavimento. Fiamma è entrata ed è corsa in bagno per farsi una doccia.
Chiudo gli occhi ma tutto continua a rimbombare in testa, la voce di Marco i suoi aforismi melensi, le parole di Asia e il volto di Piero, la notte con lo chef le sue mani sulla mia pelle il suo respiro affannato che pronuncia il mio nome ed io che lo lascio fare...
Fiamma fa cadere la lampada del comodino.

"Fiamma! Che cazzo stai facendo?" mi metto a gridare da una parte all'altra della suite. "Scusa Trilly, sono sbadata. Non ti volevo svegliare" accenna un sorriso imbarazzato. "Non fa niente, tanto oggi avrò tutto il tempo per dormire" continuo, mi alzo e vado in cucina. Apro il frigo, prendo un succo, "Trilly scusa davvero è che mi sono ritrovata a dover dormire con Ignazio e non sono abituata, Dario il mio ex mi ha complicato l'esistenza... Però senti perché oggi non esci e vieni in spiaggia?" dice affacciandosi in cucina mentre sto sorseggiando il succo, "andate voi con Ignazio e Piero e Gianluca. Marco lavora, non so a che ora finisce ne tantomeno è interesse mio, io resto qui sto bene qui" concludo sedendomi su una sedia in cucina.
"Cosa ti è successo Trilly?" domanda sedendosi accanto a me e appoggia la sua mano sul mio ginocchio destro.
"Niente" rispondo secca "non sta succedendo niente. Domani parto torno in Italia, sta andando tutto per il verso sbagliato. Marco non è il mio tipo ma ci ho scopato. Non ho chiuso occhio per tutta la notte, come la nostra amica, a quanto pare, però io mi sento sporca anche se mi è piaciuto... non mi sto divertendo è tutto sbagliato. Guarda Fiamma, lascia stare. Ho già pensato troppo e detto troppo. Lasciami dormire, voglio stare sola. E se vedi Marco digli che ho mal di testa inventa qualcosa, guarda digli pure che non voglio vederlo, l'importante che non me lo trovo qui" confido tutto, troppo ad una persona che conosco da poco, come se fosse l'amica di sempre. Sta andando così, forse sto cambiando oppure c'è qualcosa di psicotropo nell'acqua che ci danno, o è questo succo, guardo la bottiglia in pet, sospiro.
"Tu domani resti qui non vai da nessuna parte fuori Dubai" borbotta Fiamma, "e sì guarsa qualcosa che non va c'è, ti lascio sola, ma per il tempo di fare colazione con Ignazio che recupero Asia e ti raggiungiamo qui".
Storco il naso, mi guarda con ciglio minaccioso. La guardo rassegnata "fai quello che ti pare" concludo, mi alzo e recuperaro i vestiti da mettere. Canottierina bianca e leggins, fine.
Non ho voglia di fare scelte complicate. Non ho voglia di fare niente.

Fiamma esce, arriva Abdul-Jabbar a sistemare la stanza, gli chiedo subito di rifare il letto... mi dispiace sporcare per prepararmi qualcosa... va beh mi tocca scendere al bar.
Mi vesto, pettino i capelli lentamente, matita nera e rossetto mat. Sono depressa ma voglio che nessuno mi veda disordinata.
Saluto e ringrazio Abdul-J e scendo.

Tè ai fiori d'arancio e brioche. Fisso il mare.
Volto lo sguardo verso la saletta, che culo! Asia da lontano mi vede e mi fa segno di avvicinarmi, alzo gli occhi al cielo. Vedo che insiste.
Mi avvicino, forzo un sorriso "sei scesa Tri? Son contenta" dice Fiamma vedendomi, "e sì è arrivato Abdul per riordinare l'appartamento e soprattutto cambiare le lenzuola e son dovuta scendere mi dispiaceva sporcare la cucina" rispondo sedendomi accanto a Gianluca, avvolge il suo braccio attorno al collo, "buongiorno ragazzina, brava, e a proposito, ho saputo!" dice, "che c'hai na faccia da sberle?" rispondo stizzita. Cala il gelo. "E da Asia hai saputo? Vuole farci sapere dove ha finito la nottata, forza raccontaci ti sei rilassata?" inizio e le lancio un'occhiataccia di disapprovazione. Si scambia uno sguardo con Piero che sorride, abbassando la testa, continua a mescolare il suo cappuccino e a smanettare sul iPhone. "Sì Trilly, per il resto magari dopo ne parliamo." risponde secca. "E tu Fiamma?" mi rivolgo all'altra amica che nel frattempo chiacchiera con Ignazio "dico, come hai dormito?".
"Oh certo e anche bene Trilly. Grazie!" mi dice con un sorriso a trentadue denti, "allora oggi vieni al mare con noi?" chiede. "No, devo declinare l'invito. Non mi sento in gran forma ma se più tardi te ed Asia volete raggiungermi in stanza facciamo una chiacchierata in compagnia" concludo con un sorriso "scusami per prima Gian, sono leggermente nervosa. Niente di personale. Poi ti chiamo" dico e gli stampo un bacio sulla guancia. Mi alzo e raggiungo la camera.

Non lo so se dirò ad Asia che questa notte, mentre stavo con Marco, non riuscivo a togliermi dalla testa Piero. Non penso lo dirò nemmeno a Fiamma. D'altra parte non conosco i ragazzi ma non conosco nemmeno loro. Abbiamo fatto la follia di partire per Dubai da Roseto degli Abruzzi. Nessuno di noi conosceva l'altro. Siamo giovani, lasciamo perdere le cazzate e le scenatine da seconda media. In fin dei conti Asia ha colpito Piero... e poi se l'è scopato. Probabilmente, avrei fatto anche io la stessa cosa, se solo mi avesse notata. Sono un po' anonima, appaio per i colori che indosso e per le battute che faccio ma sono timidissima. Se mi piaci e mi rivolgi la parola, divento paonazza e mi inacidisco. Mi sento bella, mi piaccio alla follia. Mi trucco e mi ammiro, selfo, pubblico, condivido. Sono una vezzosa social, cinica, orgogliosa. Se mi piaci, col cazzo che te lo dico. Piuttosto muoio d'invidia per chi ti sbaciucchia ma poi, dopo esserti passata davanti sculettando, in camera ti penso fino allo sfinimento. O ti accorgi di me da solo o sono fatti tuoi, a me prima o poi passerà. Sarai l'ennesima cotta superata. Bellezza svanita, mi sento una vamp sul viale del tramonto. Adoro il bianco e nero, i film d'autore, l'opera. Mi piace essere guardata ma guardare di nascosto. Mi atteggio un pochetto per darmi qualche aria: detesto uscire la sera con le persone sbagliate dalle quali sono circondata, vorrei divertirmi, ridere fino allo sfinimento. Amo rispondere a tono, farmi giustizia, oppormi alle ingiustizie, non le sopporto; odio chi sovrasta i deboli, chi minaccia se ti opponi, chi ti vuole imbavagliare. Odio la falsità e l'ipocrisia, l'amicizia per convenienza, l'idiozia della convenzionalità. Sguardo malinconico, fisico imperfetto. Senza balconcino le mie tette sono insignificanti ma della stessa taglia di quel culo che, nonostante i fianchi più stretti, mi fa sentire insicura anche se mi voglio convincere d'essere la nuova Marilyn Monroe. Cerco di tenerlo nascosto da leggins scuri: sessanta chili per un 1.65 di altezza, poca cellulite che cerco di combattere con fanghi e dieta spietata. Cuffiette perennemente all'orecchio: la musica sinfonica mi fa camminare tra le nuvole e se mi guardi mentre sono assorta nei miei pensieri, potresti avere l'impressione che la mia vita sia perfetta.
Ho avuto zero ragazzi e tanti flirt che poi ho stroncato per il gusto di donare agli altri l'imbarazzo di quel rifiuto che ho ricevuto una sola volta nella vita e che ancora fatico a digerire. Penso sia quello ad avermi bloccata nel mio approccio con gli uomini.
Piero non mi baderà mai.

Trilly rilassati. Stai con Marco, almeno ti vuole bene e ti capisce come nemmeno i tuoi amici più stretti.

Alla fine chissà perché quando sono sola non sono più Trilly ma mi sento tanto Anna, l'Anna permalosa. L'Anna bello sguardo che progressivamente si consuma, perdendo qualcosa. Non lo so perché,  mi sento tanto l'Anna di cui parlava Lucio Dalla.

Forse, alla fine, Anna e Marco siamo noi.

Estate a DubaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora