Un' altra notte con Marco...

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"Che cretini Ignazio e Piero, sono proprio due scemi!" rido a crepapelle "Ti va di passare da me? Tanto per fare due chiacchiere" mi chiede Marco.

Annuisco, "d'accordo. Ma voglio solo rinfrescarmi un attimo e stare un po' con te. Parlare, poi me ne vado a dormire, sono stanca".
Già, sono stanca e ho caldo nonostante l'aria condizionata dell'hotel; sorrido e sono su di giri, non so se sarà stato il cocktail o l'aver ballato con Piero. Ah Piero, i suoi occhi, le sue mani; ma la voce di Marco interrompe i miei pensieri...

"Sei bellissima stasera, potremmo passare anche questa notte insieme" - "Marcolì..." sospiro appoggiandomi al muro. Si apre l'ascensore e percorriamo  il corridoio.
Sfila dalla tasca il badge della sua camera, apre la porta. "Che figata!" grido correndo verso un grande letto bianco in mezzo alla stanza, accenno due salti mentre lui si va a fare una doccia. Infilo la sua T-shirt, mi arriva alle ginocchia. Mi metto sul divano, gambe incrociate a guardare la tv. "Ce stanno film in inglese almeno? Non si capisce una mazza!" esordisco in tono polemico. "Siamo a Dubai! - risponde - Che ti aspettavi?" ride sotto i baffi, avvicinandosi a me con l'asciugamano legato attorno alla vita. Si siede sul tavolino davanti al divano, mi prende le mani. "Sei così buffa, ironica, simpatica. Te ne freghi di quello che la gente pensa di te, Trilly. Mangi, ridi, ti diverti anche quando sei triste. A Roseto mi hai subito colpito, con quella maglia rosa shocking e quel fiore bianco in testa. Sei un po' impacciata, ma tremendamente sexy" si morde il labbro. Infila la sua mano sotto la maglietta, mi accarezza, si avvicina sempre di più, mi sfiora le labbra. Il punto è che da quando sono a Dubai non riesco a dominarmi , "Marco... ti prego" interrompo schiarendomi la voce e scostandogli la mano dalle mie gambe "non adesso, dobbiamo parlare".

"Ti piace Piero, lo so, ti ho anche fatto avvicinare a lui mentre ballavamo- accenna un sorriso imbarazzato- poi Gianluca mi ha raccontato di questa mattina, eri acida un po' più del solito. L'occhiataccia che hai lanciato ad Asia" - "Madonna mia Marco, lo sai. Non ce la faccio. In certe occasioni è più forte di me. Che ti devo dire?" mi siedo accanto a lui, gli appoggio la testa sulla spalla mentre gioco con un filo del copri divano. "Ieri notte mi sono fatta trascinare a letto da te, ho voluto ascoltare il tuo consiglio. Poi, quando mi è arrivata la foto di quegli occhiali, non lo so, è come se avessi sentito qualcosa smuoversi in me. Il fastidio, l'invidia. Anche se ho continuato a stare al gioco. Sai cosa vuol dire non concedersi, tirarsela un po' troppo, sentirsi tanto fighe da poterla tenere stretta tra le gambe per togliere il lucchetto solo a pochissimi privilegiati che devono rispondere a determinati canoni estetici? Ecco. - mi alzo per andare a prendermi una mela - Io sono sempre stata così. Schiva, provocatrice, un po' stronza" - "Un po' tanto" mi interrompe Marco col sorriso, accarezzandomi la testa. "Si Marco, un po' tanto stronza. Mi sento figa senza esserlo. E sono acida... Comunque con Asia, ho risolto. Così lei ha scelto l'abito che indossavo, le odiose scarpe col tacco e tutto il resto. Ed è da questo pomeriggio che mi sta facendo il lavaggio del cervello; mi ripete di essere positiva, rilassata, di avvicinarmi a Piero, di giocarmela questa occasione! Di farmi notare da lui, nel caso non ci riuscissi potrei anche di fingere di essere sfacciata e frivola come Dita... o mi pentirò di non averci nemmeno provato!... E che ho sempre preferito stare lontano dagli uomini, perchè mi imbarazza l'idea di dover essere tenera con loro. Ho avuto tantissime cotte, troppe. Nessuna che mi coinvolgesse tanto da spingermi oltre. Non penso sia un problema a vent'anni, forse lo sarà a trenta, quando inizierò ad assumere le sembianze di una zitella- mi giro verso di lui, ci guardiamo, scoppio a ridere - N'amica zittella la vorrai fra dieci anni Marco? Al massimo mi porterai a casa il cibo per i gatti e se non c'abbiamo niente da fà me dai na bottarella, eh? Che dici? - lo incalzo sistemandomi sul divano - Anzi, volevo dirti che te la cavi" scoppio nuovamente a ridere "Ahhh me la cavo e basta?!" riversa su di me il cuscino in piuma che tiene sotto al braccio libero. Affondo con la testa sul divano, rido a crepapelle mentre lui continua a colpirmi con l'arma letale. "Tregua!- grido con le mani verso l'alto-Tregua!" continuo a gridare. "Trilly" accenna sottovoce, avvicinando la sua bocca alla mia, mi ruba un bacio. Per quanto mi infastidisca l'idea di aver trascorso la notte con lui, quando ci sono insieme non riesco a dirgli di no "resta qui stanotte".

Estate a DubaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora