... E che ti aspettavo, tipo da sempre.

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È come se le parole di Piero avessero mandato in blackout la mente le emozioni e la ragione.
So solo che ho lasciato la sala ristorante e sto correndo verso l'ascensore. Ci sbatto contro con le mani. Guardo le porte chiuse, solo dopo un istantante capisco che non è in piano. Premo ripetutamente con forza quel tasto. "Che cazzo" esclamo. Guardo le scale. Tolgo le scarpe, le afferro e inizio a correrci su, scalino dopo scalino. Ho il cuore che mi esplode dal petto, l'unica cosa che so ripetermi è: no no non deve andare così. Salgo quei gradini che sembrano non terminare mai, mi ritrovo a metà rampa del secondo piano; mi fermo a prendere fiato per pochi secondi, riprendo la mia corsa. Salgo su, quarto piano, suite quattrocento settantacinque.
Arrivata ci sono.
Rimetto le scarpe, respiro.
Guardo la porta. Non so perché inizio a bussare, ma lo faccio e a richiamare l'attenzione di Gianluca "no non farlo Ginò fermati cazzo apri. Gianluca Ginoble esci di qui" inizio a suonare, torno a bussare, calci e pugni contro quel non capisco più niente; di certo qualcuno potrebbe chiamare la sicurezza potrebbe e farmi portar via, solo la figura da adolescente stupida dovrebbe rabbrividirmi, ma in questo istante niente, e ripeto niente, conta più del fermarlo.

"Gian! Gian che cazzo stai facendo? Esci! Esci o butto giù la porta! Non puoi scoparla non la conosci nemmeno! Guarda, te giuro che se butto giù la porta entro a menarte!... Che cazzo sto dicendo? Gianlú, scusa io non lo so - mi fermo - Farah è bellissima é perfetta e hai tutti i diritti per... non farlo non devi perché ti voglio per me... Gian!"

Ecco l'ho detto. Non ho più parole ne fiato in corpo. La serratura scatta. Deglutisco. Al di la dell'uscio appare lui nella penombra, camicia aperta, capelli un po' spettinati e cintura slacciata; respiro, lo guardo con gli occhi sgranati, lucidi, credo che sto per avere una crisi di pianto, come mio solito alzo le braccia muovo le mani a casaccio, indietreggio "sono un egoista; non so che mi è preso! Ho rovinato la tua serata di sesso con la figona mi dispiace, è che saperlo mi ha fatto impazzire, non ho... "Asia! -mi interrompe, lo guardo sorridere, avvicinarsi - io ti aspettavo, tipo da sempre" ho il cuore che mi scoppia dal petto, sono in iperventilazione, non riesco a parlare ma credo che altre parole non servano.
Mi attira a se, mi bacia.

Sento Farah uscendo dire qualcosa tipo "congratulazioni, fuckoff"
Le mostro il terzo dito, non so se l'abbia visto o meno, fossi in me le avrei risposto di merda, ma credo di capirci ancora meno di prima.

Nella mente sento solo le strofe finali di quella canzone senza senso di Gino Paoli che, in questo momento, è fottutamente mia
#ora è già tardi ma è presto se tu te ne vai, è troppo tardi ma presto se tu te ne vai# ...

Una lacrima mi cola sul volto, seguita da un'altra e una terza. Mi distacco da lui come se quel blackout fosse sparito
"Ginoble che cazzo no, scusami! Io ho sbagliato non posso, veramente è una cazzata" dico indietreggiando e allontanandosi, "Asia, Asia" - "no Gianluca! -quasi urlo- lasciami stare! Ti prego io ho bisogno di stare sola. Questa è una cazzata" parlo senza voltarmi, perché a questo punto, non credo riuscirei a dirgli in faccia queste parole, non riuscirei a guardarlo negli occhi e non voglio mi veda piangere... Scendo giú, ogni gradino una lacrima in più scioglie il fondotinta dalle guance. Non so perché sto piangendo. Non so nemmeno perché sono andata da lui; io non sono così! Di certo non faccio sceneggiate di questo tipo; al massimo, avrei sfidato una come Farah per sottrargli un ragazzo come Piero o... Boschetto, ci avrei fatto sesso gioiosamente finché mi andava, godendo della mia "vittoria personale" e finché durava, durava. Ma stavolta perché? Per quale motivo non riesco a capirlo. O fingo?

Ovviamente l'appartamento è libero. Fiamma starà facendo roba come sempre e Trilly, bo chissà, glielo auguro ecco, almeno lei.
Entro in bagno apro il rubinetto, lascio scorrere l'acqua; mi sciacquo il viso; faccio un respiro, chiudo gli occhi e parlo a me stessa, alla mia immagine riflessa, così a bassa voce "Ginoble Ginoble... dovevi arrivare tu a stravolgermi i piani?!perché?!" sbuffo, aggrotto le sopracciglia, piango; ed è meglio farlo adesso, non quando mi troverò Trilly o Fiamma di fronte, a farmi domande.
Non capisco che mi succede, mi sento fragile, fin troppo.
Mi strucco. Lascio cadere il vestito sul pavimento, mi levo le scarpe e sprofondo sul letto. Sarà il caldo di Dubai che mi offusca e mi confonde i pensieri... Mi sa che questa notte non dormo, infatti mi addormento.

Estate a DubaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora