roommates.

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Tom's POV

Acconsentire all'uscita di Zoe ed averci un appuntamento è stata una pessima idea, anche perché è da mezzora che siamo seduti sul divano di casa sua e non fa altro che parlare di tinte per capelli, feste con le sue amiche a cui ha preso parte e quali mete di vacanze reputa ideali per soddisfare la sua voglia di shopping quest'estate.

In poche parole? Una tortura.

"Tommi, mi stai ascoltando?" cinguetta la rossa accanto a me, posandomi due dita sotto al mento per voltarmi il viso verso di lei.
"Sì, ma non chiamarmi Tommi, te l'ho già detto" decreto, ricordandoglielo per l'ennesima volta e pregando mentalmente che la smetta una volta per tutte con questo vizio d'appellarmi tale nomignolo.

Non fraintendetemi, non che mi piaccia, ma è quello che utilizza Grace con me da quando siamo bambini. Al massimo concedo a mio fratello Bill il diritto di arrogarsene, ma non di certo di farlo ad una tipa qualsiasi.

"Perdonami..." si scusa, arrotolandosi una ciocca rosso fuoco tra le dita e continuando a fissarmi "Comunque se ti va possiamo fare qualcosa! Uscire, andare a prendere un gel..." la interrompo, scrollando il capo in segno di diniego.

"Pensavo di più a qualcosa tipo questo..." la incalzo, iniziando a percorrerle una gamba con una mano, tracciandone i contorni con la punta delle dita e risalendo con quest'ultime fino al suo interno coscia, sotto la gonnellina di raso che porta.

La vedo cogliere al volo le mie intenzioni e protendersi verso di me, portandomi entrambe le mani attorno al collo e divaricando leggermente le gambe, coricandosi sul divano.

Sorrido, consapevole che alla fine ho solamente bisogno di questo; qualcuno con cui distrarmi e che non s'addentri troppo nella mia sfera personale, raggiungendo parti troppo 'scottanti' per me.

La rossa in men che non si dica posa le labbra sulle mie, iniziando a baciarmi e insinuando la lingua tra quest'ultime, mentre schiudo la bocca per darle libero accesso.

Nel frattempo è anche mia premura quella di scostarle le mutandine con una mano, togliendogliele con un gesto rapido e sollecitato anche da lei, che alzando leggermente le gambe se le toglie del tutto e le lascia cadere a terra, al lato del sofà.

Inutile dirvi che da lì a pochi secondi i gemiti hanno iniziato a riempire il salotto di casa di Zoe, la quale continua a fremere sotto il mio tocco ed a lasciarsi pervadere dall'eccitazione, intanto che le mie spinte in lei si fanno sempre più decise fino al raggiungimento dell'orgasmo per entrambi.

Niente di romantico, niente di passionale, nulla che possa un minimo scalfire o presagire l'avere intenzioni serie con lei.

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Grace's POV

"Queste cazzo di valigie non si chiudono nemmeno a pagarle!" protesto, cominciando per l'ennesima volta a disfare tutta la valigia daccapo, nel vano tentativo di farci stare qualche maglietta in più senza sgualcirla troppo.

"Bestiolina, hai bisogno di una mano?" sento la voce di Bill dal piano di sotto accompagnata dalle risate di mia mamma, percependo i suoi passi risalir le scale qualche secondo dopo.
"Io ci ho rinunciato una decina di minuti fa ad aiutarla, ma se vuoi fatti pure avanti!" esclama Juliet, alzandosi dal mio letto e lasciando spazio al moro, che guarda entrambe con un'espressione a dir poco divertita.

"Che cazzo ti ridi? Non so come fare!" sbotto, passandomi le mani tra i capelli e cercando di capire quanti jeans portarmi rispetto alle felpe da abbinarci.

"Stiamo in gita una settimana Grey, non sei anni" mi schernisce il gemello e per questo beccandosi di tutta risposta uno pugno sulla spalla da parte mia, che lo fa gemere di dolore.
"Deficiente!" borbotto con uno sbuffo "Pensi che sia poca una settimana? Devo avere un cambio per ogni situazione!" decreto, incrociando le braccia al petto e scrutando un'ultima volta quell'ammasso confuso di vestiti.

L'ultima primavera (Tom Kaulitz) // Tokio HotelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora