berlin.

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Continuo a fissare lo schermo da qualche minuto, imbambolata su questa maledetta homepage.
Tom è alle mie spalle, seduto sulla sedia girevole accanto alla mia scrivania che strimpella qualche nota con la chitarra e trascrive dei pezzi sul suo taccuino personale delle canzoni, fissandomi di tanto in tanto un po' spaesato.

In effetti è da una buona mezzora che sono abbastanza taciturna e non distolgo lo sguardo dal desktop, completamente immersa tra le varie sezioni del sito dell'università.

"Quindi la tua scelta finale è Berlino?" mi chiede ad un certo punto, appoggiando lo strumento accanto a sé e senza distogliere gli occhi da me.
"Lo è, ma non so fino a che punto posso permettermi un alloggio fuori sede... Non voglio pesare sulle spalle di mamma, lo sai" gli rimembro, sospirando rumorosamente ed afferrando il laptop per portarmelo sopra le gambe, sedendomi con quest'ultime incrociate.

"Io avrei un'idea... ma non so quanto possa piacerti, conoscendo la tua indole da ragazza indipendente" sancisce, continuando a tener i suoi occhioni marroni su di me ed accennando, questa volta, un sorrisino sghembo.
"A che ti riferisci?" insisto, chiudendo il pc portatile ed appoggiandolo sul letto, così da poter dedicare la mia completa attenzione a Tom.

"Io ed i ragazzi siamo spesso a Berlino, lo sai... una delle maggiori sedi della nostra etichetta in Germania si trova proprio lì, è stato uno dei nostri punti di riferimento fin dall'inizio" comincia, intanto che gli faccio cenno di proseguire col suo discorso "Ed è da un po' che io e Bill, insieme agli altri, pensavamo di acquistare due appartamenti là" pronuncia, mentre strabuzzo gli occhi.

"E perché non me lo hai detto prima?!" esclamo, rivolgendogli uno sguardo a dir poco stupito.
"Perché non eravamo sicuri di questa cosa, ma se tu volessi intraprendere il tuo percorso di studi lì, sarebbe sicuramente l'incentivo maggiore per fare tale acquisto. Risulterebbe comodo a noi per le prove e le registrazioni ed a te perché potresti risparmiarti lo sbattimento di trovare una stanza in affitto, venendo a star direttamente da noi" mi spiega, alzandosi dalla sedia per sedersi sul letto accanto a me e dove mi si posiziona completamente accanto, appoggiandomi una mano sulla coscia.

Inutile dire che la proposta di Tom è qualcosa di fantastico e fuori da ogni mia immaginazione, ma non so fino a che punto io possa accettarla.
Mi sembrerebbe semplicemente di approfittare della loro bontà e della fortuna avuta grazie al successo, dato che sarei semplicemente una studentessa qualsiasi con un lavoro part-time che sicuramente non basterebbe nemmeno a saldare un quarto dell'affitto di un appartamento della portata di quello che sceglieranno i ragazzi, vista la loro ingente disponibilità economica.

"Non posso accettare Tom" scrollo vigorosamente il capo, sentendolo sbuffare in maniera esplicita "Non riuscirei a contribuire alle spese per una stanza singola a Berlino, figurati poter dividere quelle di un appartamento vero e proprio con un misero lavoro part-time" concludo, vedendolo aggrottare la fronte ed incrociare le braccia al petto.

"Ma secondo te, sarei così stupido ed egoista da chiederti qualcosa in cambio? Non dovresti preoccuparti di nessuna spesa o contributo, a quello penseremmo io e Bill! Devi solo fare le valigie, Grace" conclude il ragazzo, spostandosi qualche cornrows dalla spalla.
"Non è giusto! Non posso venir a casa vostra e non partecipare nemmeno al suo mantenimento, comprendi? Mi sentirei solamente un peso ed un ingombro" confesso, alzandomi dal materasso ed iniziando a camminar avanti e indietro per la stanza, rigirandomi le mani con fare nervoso.

"Grey, ci conosciamo da tutta la vita! Per favore!" delibera con tono esasperato il gemello, alzando entrambe le braccia al cielo e senza distoglier lo sguardo dalla mia figura "Che senso ha che tu ti faccia questi problemi? Siamo cresciuti insieme, siamo fidanzati, tua mamma ed i miei genitori si conoscono da sempre e lei si fida di me! Tu ti fidi di me! Perché non provare? Non ti dico di restare per sempre, ma almeno per un paio di mesi... datti una possibilità" prosegue, facendomi fermare sul posto per un istante, questa volta.

L'ultima primavera (Tom Kaulitz) // Tokio HotelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora