the prom.

78 4 0
                                    

Siamo ormai in questa sala d'aspetto da mezzora, tutti quanti seduti in attesa che i ragazzi vengano chiamati per il loro provino.

Appena entrati nella sede della Sony mi è sembrato di esser stata catapultata in una sottospecie di film americano, in una di quelle scene dove i protagonisti si ritrovano all'interno di questi immensi edifici suddivisi in più piani, con ascensori doppi per ciascun livello e riconoscimenti importanti appesi ad ogni singola parete, accanto agli uffici di gente altrettanto importante.

La situazione è stata la medesima, esattamente identica per filo e per segno, con l'unica differenza che ora siamo tutti in ansia e Tom non smette di far ballare la sua gamba e picchiettarsi le dita sul ginocchio dal nervoso, come un tic.

"Quanto ci mettono ancora?" sbotta di punto in bianco Bill, incrociando le braccia al petto mentre sprofonda nello schienale della sua sedia, sbuffando.
"Ormai è questione di minuti, non essere così precipitoso" lo rimprovera il suo patrigno, nonché la ragione per la quale sono riusciti ad avere questo casting.

"L'ansia mi sta mangiando vivo, ho il terrore di sbagliare qualche accordo" decreta il fratello, prendendo un lungo sospiro ed infilando le mani nelle tasche dei suoi baggy jeans, sotto il mio sguardo apprensivo.

"Andrà bene Tom, avete un talento ineguagliabile e Monsoon è un pezzo straordinario" sancisco, intanto che il rasta – finalmente – mi regala un timido sorriso.

"Tokio Hotel?" sento la voce di una donna richiamare i ragazzi, mentre la sua figura esile e minuta fa comparsa; dev'esser sicuramente la segretaria del produttore.
"Siamo noi" s'alza subito in piedi Bill seguito dai ragazzi, i quali non esitano a lasciarsi condurre da quest'ultima all'interno della sala indicata.

"Immagino ci tocchi aspettarli qui fuori..." mormora Margaret, rimettendosi seduta al proprio posto ed accanto a Juliet, che nel frattempo invece continua a rigirarsi le mani in fibrillazione.
"Sì, assolutamente... speriamo vada tutto per il meglio" replico per poi esalar un respiro profondo, andandomi a seder in mezzo alle ragazze e poggiando la testa sulla spalla di Juliet, con la castana ad afferrarmi la mano nel frattempo.


Tom's POV

Continuo a guardarmi intorno completamente esterrefatto, notando la quantità di dischi d'oro e di platino che sono affissi a queste pareti, alcuni anche dei miei artisti preferiti.

L'edificio della Sony è davvero immenso ed infatti non posso far altro che pensare a quanto io sia grato a David, il compagno di mamma, per quest'opportunità.

Non so come andrà a finire ne tanto meno se riusciremo a convincere il produttore a darci l'incarico, ma so che se tutto va come deve andare, la nostra vita cambierà per sempre da qui in avanti.

"Tokio Hotel?" ad interrompere i miei pensieri e la perlustrazione dei dintorni è la voce di una donna, più precisamente quella che deduco esser la segretaria del produttore, che ci richiama avvisandoci che del nostro turno.

Vedo Bill alzarsi per primo e rispondere, mentre tutti quanti noi ci limitiamo a rivolger un sorriso all'addetta ed a seguirla all'interno della stanza destinata all'audizione, sentendomi il cuore andar in gola dall'agitazione.

"Ragazzi, benvenuti!" mi arriva squillante all'orecchio la voce di un uomo abbastanza alto e robusto, in giacca e cravatta, seduto in uno dei sofà che allestiscono la sala e dov'è anche presente una sorta di mini-studio di registrazione.
"Buongiorno, sono Bill Kaulitz" si presenta mio fratello, porgendo la mano al signore di mezza età di fronte a noi.

"Piacere mio Bill, sono George Coleman" replica l'uomo, con un vago accento americano ed un mega sorriso stampato in volto.
A turno ci prospettiamo tutti quanti, ascoltando poi con attenzione le indicazioni del produttore riguardo la durata del provino.

L'ultima primavera (Tom Kaulitz) // Tokio HotelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora