I'll forget about you.

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Una volta uscita da questo bagno sento lo sguardo di tutti ricader su di noi, probabilmente intrepidi di sapere chissà quali cose abbiamo combinato all'interno di quest'ultimo.

Peccato deludere le loro aspettative, visto che come sempre Tom ha agito di pancia e non posso di certo andar a sbandierare tutto ai quattro venti, vista anche la presenza di Zoe.

"Chissà che avete fatto in questi sette minuti!" esclama Gus aprendoci la porta ed osservandoci uscire, beccandosi un pugno sulla spalla da Tom di tutta risposta.
"Un bel niente, se t'interessa" lo ammonisce il rasta, precedendomi dal risponder allo stesso modo.

Almeno su una cosa ci troviamo ancora d'accordo; il voler dimenticare avvenimenti del genere.
Anche se non è un atteggiamento che possiamo continuare ad attuare per molto, perché per quanto mi riguarda il problema va reciso alla radice.

Per qualche assurdo motivo continuiamo a baciarci in maniera random? Perché continua a farmi delle pseudo-scenate di gelosia in privato, se poi il risultato è quello di vederlo in ogni caso giocar a ken e barbie con Zoe nei corridoi?

"Margaret, possiamo andare?" chiedo restando in piedi e rivolgendo la mia attenzione alla castana, ancora seduta nel cerchio e che in questo istante mi rivolge uno sguardo apprensivo, sicuramente avendo compreso al volo la situazione vista la mia faccia stizzita.

"Certo" si limita ad annuire, alzandosi in piedi e venendomi incontro, per poi salutare gli altri presenti con un breve cenno del capo.

"Ciao ragazzi, a domani" mi congedo, rivolgendo un semplice saluto con la mano ed un'alzata di spalle a tutti, sotto lo sguardo confuso di Bill.
"Grey, stai bene?" mi urla proprio quest'ultimo di rimando, mentre sono ancora voltata di spalle verso la porta.
"Sì Bill, ci sentiamo domani" lo ammonisco senza nemmeno guardarlo, volendomi recare il prima possibile fuori da qui.

Il tragitto verso la nostra stanza è silenzioso, posso percepire solamente lo scricchiolio dei nostri passi sulla moquette del corridoio e lo sguardo curioso di Margaret scrutarmi, di tanto in tanto.

"Aspetta, ho le chiavi qui" mi informa la ragazza, estraendole dalla tasca dei jeans ed aprendo la porta, permettendoci finalmente l'ingresso.
"Scusami se non t'ho rivolto la parola, ma sono decisamente incazzata" la informo, entrando in camera e buttandomi a peso morto sul letto.
"Posso immaginare..." sussurra, sedendosi accanto a me "Ti va di parlarne?" mi intima con fare titubante, quasi a non voler disturbare la mia 'quiete'.

"Ti ricordi quando ti ho accennato di Tom, durante il viaggio qui?" le rimembro, vedendola annuire con un cenno del capo "Ti ho raccontato brevemente di come siamo sempre stati amici, pronti ad esserci l'uno per l'altra e di come però, da qualche tempo, questo rapporto si sia incrinato" proseguo, notandola prestarmi la sua completa attenzione.

"Sì, mi ricordo..." afferma, lievemente confusa "Ma che c'entra questo? È successo qualcosa prima?" coglie al volo il punto della questione, mentre le assento.

"Qualche settimana prima della gita c'è stata una festa a casa di Georg, dove quest'ultimo mi ha invitato a ballare. Non è successo nient'altro, abbiamo semplicemente ballato insieme per una decina di minuti e chiacchierato del più e del meno..." inizio a spiegare, sospirando profondamente "Chiacchiere in cui m'ha rivelato che Bill aveva avuto una discussione con Tom qualche giorno prima, dove lo ha rimproverato per l'atteggiamento che ha nei confronti delle ragazze ed ha manifestato il suo disappunto per la frequentazione con Zoe, confessando tra le righe che non la può vedere" seguito, mettendomi seduta a mia volta.

"L'ho sempre detto che Bill ha del cervello, non mi sbagliavo..." pronuncia la riccia e facendomi ridacchiare per un istante, prima di ricompormi per continuare il discorso.
"Ebbene, Georg m'ha anche accennato di come Tom si sia sentito in dovere di definirmi una ragazza che non rispecchia affatto il suo tipo, dato che Bill ha manifestato nello stesso ambito dei favoritismi nei miei confronti. Ovviamente di questo non me ne poteva fregar di meno in quel momento, dato che io e Tom siamo sempre stati amici e non ho mai pensato ad altro" vado avanti nel racconto, soffermandomi per un secondo e riflettendo su quanto in realtà stiano cambiando le cose.

L'ultima primavera (Tom Kaulitz) // Tokio HotelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora