16. I feel like i'm drowning

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🦋RODY POV🦋

Corro lungo il corridoio buio sui miei piccoli piedi che battono sul pavimento fino a raggiungere la camera dei miei genitori.

Li trovo nel letto a parlare, ancora non dormono.
Loro parlano sempre, come se le cose da dirsi non finissero mai.
Il primo ad accorgersi di me è papà, che sposta i suoi occhi blu come i miei su di me. Subito un sorriso gli si allarga sul viso, seguito dalla mano di mia mamma che mi invita ad infilarmi tra loro due.
Lo faccio senza esitare.

«Ti ha svegliata di nuovo un brutto sogno, Didi?» mi domanda papà accarezzandomi i capelli legati in una treccia.
Annuisco muovendo la mia testolina.

«Cosa hai sognato?» chiede mamma.

«C'era un brutto mostro grande che vi portava via da me» sussurro con le lacrime agli occhi.

«Ma noi siamo qui con te, amore. Non andiamo da nessuna parte» mamma mi dà un bacio sui capelli.

«Promesso?»

«Giurin giurello» mi stringono contemporaneamente i mignoli delle mani per rinsaldare la promessa.

Da piccola non ero riuscita ad identificare chi fosse quel grande mostro che me li aveva portati via.
Ma ora si.
Era la morte.



Apro gli occhi per la milionesima volta nel giro di un giorno. Ho una fame da lupi.
Il mio stomaco si è stancato persino di brontolare.
Per due o tre volte, non ricordo, Cassandra mi ha indotta a dormire con un sonnifero potente.

Non credo faccia molto bene al mio corpo, e se ne diventassi dipendente?

Alzo lo sguardo verso il lucernario sul soffitto, fuori è calato il sole. Chissà che ore sono. Ma soprattutto chissà se zia Hope ha già chiamato gli assistenti sociali per comunicargli la mia scomparsa.

Non ho idea di cosa succederà, ma se vado avanti di questo passo rischio di morire di fame. Non mi sento più le gambe per il tempo che ho passato seduta e ho imparato a memoria ogni geometria di questa soffitta.
La odio.

Dopo alcuni istanti la porta di fronte a me si apre, mi aspetto che entri Jessica Rabbit, ma quello che mi destabilizza è che con lei ci sia anche Emmett stavolta.

Non l'ho più visto da quando mi ha fatto salite sulla sua auto. È molto più brutto di quanto ricordassi, ed è terribilmente inquietante. Ha il naso storto e due occhiaie profonde, non credevo potesse esistere qualcuno che fosse in grado di battere le mie occhiaie.

«Vedo che ti sei svegliata prima del previsto, il tuo corpo si sta abituando al sonnifero» queste le prime parole della donna dai capelli magenta, è vestita di nuovo con l'abito rosso di ieri sera.

«Che ore sono?» chiedo.

«Non ti importa, perché quello che stiamo per dirti sarà di gran lunga più interessante» è Emmett a parlare, prende la sedia e ci si siede di fronte a me con Cassandra alle spalle.

«Sai perché sei qui?» mi domanda con voce burbera.

«Perché pensate, erroneamente tra l'altro, che io possa condurvi ad Atris»

𝑶𝒏𝒆 𝒑𝒍𝒖𝒔 𝒐𝒏𝒆 (1+1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora