3. I have to let go, the innocence is gone

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🧩CODY POV🧩

Lecco la cartina, aggiusto il filtro e ripasso tutta la lunghezza della canna con le dita prima di portarmela alle labbra ed accenderla. Faccio un lungo tiro e butto fuori il fumo.

Tira un leggero venticello e dall'alto del balcone della mia camera posso osservare la mia fantastica decappottabile rossa.
Va bene, non è solo mia. È anche di mia cugina Penny. Ma un giorno otterrò l'esclusiva.

"Dà qua" Giona al mio fianco prende la canna e fa un tiro. Io mi tiro su il cappuccio della felpa e continuo a pensare a quanto cazzo sia bella la mia macchina.

"Cody" mi richiama il mio amico, così mi volto a guardare il suo volto avvolto dal buio della notte.

"Mh"

"Cos'ha detto Rody? Sei andato da lei, no?"

"Si, la fottuta stalker aveva copiato le foto su una pennetta, ma l'ha distrutta"

"Ed è successo... qualcos'altro?" indaga.

So che si riferisce a me ed alla mia tendenza a fissarmi con determinate persone.
L'eletta di questo mese è proprio la stalker, che non riesco ad evitare di fissare costantemente.
Perché? A quanto pare il mio cervello non funziona come dovrebbe. O almeno questo è quello che ha detto l'ennesimo psicologo che ho cambiato.

"Niente di cui tu debba preoccuparti, ancora" mi riprendo la canna e continuo a fumare.

"Le hai detto di stare alla larga da noi, vero?"

"Che altro sennò? Lo sai che sta nella camera di Olive?" lo guardo cercando una qualsiasi reazione da parte sua, che però non arriva.

Giona si limita ad abbassare lo sguardo e ad incrociare le braccia al petto. I suoi capelli biondi tendenti al marrone sono come sempre raccolti in un codino.

"Lo so" dice.

"E la cosa non ti fa incazzare?"

"Perché dovrebbe? Non è colpa di Rody, e tu smettila di trovare qualsiasi pretesto per odiarla"

"Già la odio"

"Comunque da quanto ho capito lei sa chi è Olive"

"E sa anche che a te-"

"No" risponde di scatto.

Faccio l'ultimo tiro e decido di lasciar cadere l'argomento, perché a quanto pare a Giona non va di ripercorrere i suoi amori passati.

Mi siedo a terra con le gambe a penzoloni tra gli spazi della ringhiera del balcone e Giona mi imita.

"Oggi hai quasi ucciso Olly" dice d'un tratto.
Io guardo le nocche sfregiate delle mie mani.

"Non esagerare"

"C'era sangue dappertutto".

Vorrei ribattere a tono ma neanche Giona, come nessun altro, sa come stanno veramente le cose, per cui devo rimanere zitto.

"Il preside mi ha graziato semplicemente perché la scuola è appena iniziata e la mia presenza è fondamentale per gli allenamenti di football, però mi sono ugualmente beccato un richiamo disciplinare".

Giona sospira e scuote la testa. C'è un silenzio surreale che ci culla.
Ma proprio quando l'effetto della canna comincia a farsi sentire, la porta della mia camera si spalanca rivelando una Penny in pigiama e spettinata.

"Che vuoi?" mi alzo e le vado incontro.

"Prestami il caricatore e spruzzati del profumo, puzzi di erba". Alzo gli occhi al cielo e le faccio segno di prendere il caricatore.

𝑶𝒏𝒆 𝒑𝒍𝒖𝒔 𝒐𝒏𝒆 (1+1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora