26. 𝐌𝐚 𝐦𝐞𝐢𝐥𝐥𝐞𝐮𝐫𝐞 𝐄𝐧𝐧𝐞𝐦𝐢𝐞

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🍷GIONA POV🍷

Atris mi ha detto di andare a prendere Rody alla fermata dell'autobus vicino a scuola e portarla a casa sua.
L'ho fatto.

È stato strano, perché Atris era nervoso oggi. Mi ha risposto male durante gli allenamenti e poi è corso subito via. Però quando mi ha chiamato per dirmi di Rody, aveva un tono più gentile.

Non so cosa gli passi per la testa. Lo immagino, ma non ne sono sicuro. Comunque oggi è stata una giornata pesante per tutti, persino Will ha sorriso poco. E stasera sarà ancora peggio, probabilmente mi ritroverò vittima della mia maledetta insonnia.

Premo l'acceleratore aumentando la velocità dei tergicristalli per combattere la pioggia fitta, sono quasi sulla strada di casa quando il mio telefono comincia a squillare. Allungo una mano verso il borsone ai piedi del sedile del passeggero e recupero il cellulare. Rispondo senza neanche vedere chi è.

«Pronto»

«Giona»

«Penny?» aggrotto le sopracciglia, cosa vuole?

«Dove sei?»

«Sto tornando a casa»

«Tu... ti andrebbe di passare da me? Devo parlarti» la sua voce trema facendomi preoccupare.

«Che succede? Non puoi farlo per telefono?» sinceramente non mi va di arrivare a casa sua, ma non posso ignorare il suo tono quasi disperato.

«Per favore» piagnucola.

Sbuffo piano per non farmi sentire da lei.
«D'accordo, dieci minuti e sono lì» attacco senza aspettare che ribatta.

Poi impreco. Non ho voglia, vorrei solo tornare a casa a farmi una doccia calda, ma ovviamente ciò non è possibile visto che ogniqualvolta qualcuno ha un problema, è me che chiama. A quanto pare ho un potere nel risolvere i problemi degli altri, ma nessuno capisce che basterebbe semplicemente analizzare la situazione da un punto di vista oggettivo.

Pochi minuti dopo parcheggio di fronte casa di Cody e Penny, apro la portiera del pick-up e corro sotto la pioggia fino al portico. Non faccio in tempo a suonare il campanello che questa si apre rivelando Penny.

Indossa una tuta grigia e ha i capelli rossi raccolti in uno chignon disordinato, ha gli occhi cerchiati e capisco che ha appena finito di piangere.

«Entra» mi invita richiudendo la porta, saliamo al piano di sopra ed entriamo nella sua stanza.

«Allora, che succede?» mi guardo intorno, sento il profumo di Cody nell'aria.

«È... è successa una cosa oggi. Che non ti piacerà» si tira le maniche della felpa sulle mani e mi guarda con gli occhi pieni di rammarico.

Ed ecco che il mio cervello inizia a pensare a tutte le eventuali cose che potrebbero essere successe e per cui io potrei incazzarmi. Però mi vengono in mente troppe cose, non è un bene.

«Penny, parla cazzo».

Incrocia le braccia al petto poggiandosi alla scrivania.
«Dopo che ho finito gli allenamenti dovevo vedermi con un tipo per vendergli un po' di roba, insomma sei stato tu a dirmi di incrementare le vendite e io ho pensato di dire di si quando questo tipo mi ha proposto di vederci...» si blocca facendomi innervosire.

«Cos'è successo dopo? Sei andata da lui?» insisto.

«Si, ci siamo incontrati vicino scuola... però mentre stavo per prendere i soldi che mi ha dato, mi ha afferrato il polso e... mi ha aggredita» sputa fuori scoppiando a piangere.

𝑶𝒏𝒆 𝒑𝒍𝒖𝒔 𝒐𝒏𝒆 (1+1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora