30. Mi~ami

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🧯CODY POV🧯

Maledetto il giorno in cui ho iniziato a fumare, ora sembra l'unica cosa che riesco a fare.

Mi ero ripromesso che avrei fumato quest'erba l'ultimo giorno che avrei passato qui, e invece eccomi nemmeno una settimana dopo a rollarmi una canna con l'erba che mi ha regalato Atris prima di partire.

Affondo i piedi nella sabbia, il mare all'alba è freddo e calmo, l'aria è quasi fresca e l'odore di salsedine si mischia a quello del fumo.

Sono nascosto sotto una palma a pochi metri dal mare, sto fissando l'immensità di questa distesa azzurra come se ne fossi completamente rapito. E intanto penso che, nonostante il sole stia ancora sorgendo, ci sono molte persone a fare jogging sulla battigia.

Sono folli, tutti loro. Pazzi che piuttosto che rimanere nel letto a dormire decidono di ammazzarsi la salute correndo per puro divertimento, vorrei dire a tutti loro che la vita non li risparmierà comunque.

Non sono riuscito a chiudere occhio, il jet leg mi sta facendo impazzire e le mie occhiaie fanno paura.
Ma almeno questa canna mi sta calmando i nervi.

Sarei dovuto venire qui per disintossicarmi. Ridacchio fumando alla faccia di mia madre che pensava che, facendomi venire qui, avrebbe risolto tutti i miei problemi.

Allerta spoiler, mamma: appena sono atterrato alle Hawaii ho bucato le gomme della gip di mio padre.

Però sono preoccupato, sono due giorni che Penny e i miei amici non mi rispondono. Non ho idea di cosa stiano combinando o se stiano bene.

Finora ho già saltato due giorni di scuola e non so ancora se provare ad entrare nella squadra di football, sono forte ma sarebbe come rimpiazzare la mia vecchia squadra e non mi va di giocare con ragazzi che non sono i miei amici.

Mi manca Falls Church. Qui è tutto così illuminato dal sole, non piove mai e le persone si godono la vita come se fossero autorizzate a farlo.
Io non c'entro un cazzo in un posto come questo.

Ho perso la direzione molto tempo fa, sono diventato un automa che semplicemente continua a respirare.

Mi aggrappo a mia cugina e ai miei amici come se dipendessi da loro, l'unica persona in grado di schiarirmi un po' le idee è Olly, ma adesso non ho più neanche lui.

Quindi continuo a piangermi addosso, perché è ciò che so fare meglio.
Spengo la canna quando arrivo a metà, mi alzo ripulendomi dalla sabbia e torno verso casa.

Quando mio padre mi ha detto che sarei stato da lui, di certo non mi sarei mai immaginato questa villona enorme in riva al mare. Lui e il suo migliore amico, il padre di Penny, sono ricchi da far schifo. Da quello che ho capito sono soci e possiedono diverse aziende che contribuiscono al turismo sull'isola.

La gente paga e loro intascano l'80% dei profitti.

La verità è che sono solo dei cazzoni che nonostante i cinquant'anni suonati amano la vita libertina. Ci ho messo esattamente ventiquattr'ore a capirlo.

Più passano i giorni e più sono fiero di portare il cognome di mia madre, per quanto quella donna possa farmi dannare ora ho capito perché lei e mia zia, quando mio padre e il suo migliore amico se ne sono andati da Denver, sono corse in comune a cambiare cognome a me e Penny.

Per questo io e mia cugina abbiamo lo stesso cognome.

Quando sono atterrato e Markus è venuto a prendermi all'aeroporto era felice di vedermi. Ovvio, non ha mica dovuto crescermi lui. Se ne è lavato le mani quando poteva, ma ora si ritrova con un figlio problematico tra i piedi.

𝑶𝒏𝒆 𝒑𝒍𝒖𝒔 𝒐𝒏𝒆 (1+1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora