72. NIENT'ALTRO CHE UNA TRAPPOLA!

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POV ANN

Quasi istantaneamente il viso di Ada mi sembrò oscurarsi, quando i passi di sua madre li potessimo sentire in lontananza per poi sparire lungo il corridoio.
Le sue labbra che prima erano imbrociate, ora si erano curvate in un ghigno di disgusto, intanto che socchiudeva gli occhi verso di me.

"Pensi di essere così dannattamente perfetta, vero?" mi sputò velenosa, con tutta la forza del suo odio bruciante, mentre mi fissava intensamente.

Scoppiai all'improvviso in una risata ironica, che nel silenzio dell' ufficio sembrava aspro e del tutto fuori luogo, date le parole appena pronunciate dalla mia sorellastra.

"Ed eccoti qui!" le sorrisi quasi trionfante.  "Sapevo esattamente quale verità stavi nascondendo. Cos'è tutto questo?? Ti sei finta una donna vulnerabile e piena di rimorsi, in modo tale che il mio staff potesse avere pietà di te?". 

"STAI ZITTA!! Non so come tu abbia fatto ad avere l'Alpha Nocturne avvolto attorno a te, ma lui doveva essere mio!!!" sibilò furiosa.

Risi di nuovo, alzando un sopracciglio in modo beffardo.

"Adam avrebbe dovuto essere tuo?? In quale realtà frammentata sarebbe dovuto accadere tutto ciò? Quindi...mi stai per dire che nonostante avessi il tuo cuore rivolto verso un'altro uomo, hai comunque voluto sedurre il mio vero compagno predestinato, facendolo venire a letto con te?!" feci una smorfia mentre le stavo parlando.
"Non sei stata molto intelligente, vero?! Non credi di essere un po' troppo avida? Sai molto bene come sono fatti gli Alpha, Ada. Non condividono, e molto raramente accettano la progenie di un altro, sopratutto se non è della sua stessa linea di sangue.  Specialmente nelle tue circostanze...non c'è alcuna possibilità che Adam, oh, scusami...per te Alpha Nocturne, accetterebbe mai il tuo cucciolo bastardo, derivato dai tuoi ambigui piani come una scusa plausibile perché volessi a tutti i costi un figlio."

"Stai molto attenta a come parli, piccola puttana arrogante!" mi disse a denti stretti, mentre batteva forte il piede a terra.

"Puttana??" le dissi incredula. "Detto da te, mi sembra un po' esagerato, non credi?!"

"Che cazzo ne sai? La piccola principessa perfetta, con la sua vita altrettanto perfetta, non ha mai dovuto lottare per poter ottenere qualcosa!"

"Ahh...quindi siamo tornate di nuovo ad essere gelose." esclamai fingendomi sorpresa e alzai gli occhi al cielo. "Ada, sul serio, non pensi che sia ora che tu cresca un po' e passi oltre, superando il peso che continui a portarti sulle spalle? Diventerai madre! Vuoi crescere un bambino con tanta amarezza e odio nel tuo cuore?" le dissi sospirando piano.

Questo per quanto riguarda la mia matrigna e la mia sorellastra che erano sempre sulla stessa lunghezza d'onda, quando si trattava di fare fronte unito per il bene di mio padre, a detto loro.

Sapevo di aver detto parole molte dure ad Ada, e di apparire ostile nei suoi confronti, ma non avrei mai lasciato che lei potesse pensare che poteva calpestarmi ancora, a suo piacimento.

La guardai con molta cautela, ancora profondamente consapevole del potenziale di lei, di trasformare tutta questa situazione in qualcosa che avrebbe potuto rovinare la mia reputazione, e l'avvertimento della mia lupa mi risuonava forte nella mia testa.

~Te lo avevo detto, cazzo, di non fidarti di lei!~ Maeve mi ringhiò incazzata.
~ Non incolparmi quando le conseguenze della tua stupidità irrazionale ti colpiranno dritta in faccia!~

Grugnii piano in risposta a Maeve, e concentrai tutta la mia attenzione su Ada.
Qualcosa era cambiato nel suo atteggiamento e una brutta sensazione mi attanagliava la bocca dello stomaco.

Nel frattempo che cercavo di scrollarmi di dosso quella sensazione, la mia bocca si contrasse in una linea dritta, mentre mi stavo chiedendo se fosse una premonizione anticipata di cosa stesse per accadere.

"Non credere che oggi volessi venire qui di mia spontanea volonta, Ann" Ada mi sorrise sprezzante, intanto che si avvicinava alla mia scrivania e faceva scorrere lentamente le sue dita sul manico del cestino, mentre il suo guardo si alzava su di me, fissandomi  gelidamente.

"Allora...perché ti sei disturbata a venire qui, Ada? Sto volontariamente lontana e alla larga da te, quindi perché continui ad insistere a disturbarmi costantemente? Dimenticati di me e vai avanti con la tua vita." le risposi con tono di voce annoiato.

La situazione stava diventando davvero troppo ripetitiva molto in fretta, e francamente ero davvero stanca di tutto ciò.
Tutto ciò che volevo in questo istante, era che la mia sorellastra e la mia matrigna fossero fuori dal mio posto di lavoro, in modo tale che potessi lavorare in santa pace.

Ada emise uno sbuffo.

"Pensi davvero che io abbia davvero ad un qualcosa  che possa prendere una scelta, adesso?? Sto solo facendo quello che mi è stato detto..." mi disse Ada, con una nota di tristezza nella sua voce e si guardava la pancia appena pronunciata accarezzandola dolcemente con una mano.

Mi preoccupai profondamente davanti al suo repentino cambio d'umore.
Quella mi sembrava la prima vera emozione genuina che Ada avesse mai mostrato davanti a me, oltre alla sua sola rabbia.

Il mio cuore stava battendo in modo accellerato.
Perché batteva in quel modo frenetico, adesso??
Perché mi importava se Ada si trovava o meno in una situazione difficile?

I miei pensieri sparirono all'istante, quando Maeve imprecò violentemente contro di me, mentre emettevo un lungo respiro profondo e mi alzavo dalla mia sedia,  facendo un passo incerto nella direzione della mia sorellastra. 

"Ada...se hai bisogno di aiuto...io posso aiutarti, lo sai?! La tua vita non deve essere per forza cosi complicata...non dobbiamo sempre e solo litigare..."

Lei alzò il suo sguardo sulla mia figura in piedi davanti a lei, e fece uno scatto improvviso, fissandomi.
Poi si mise a ridere in modo maniacale.

"Complicata?? Oohh, Ann...non hai la minima idea di come possa essere la mia vita! L'ultima cosa che farò, sarà accettare il tuo aiuto. Sei solo una patetica e rognosa sacco di pulci, quale non sei altro! Quando avrò finito con te, mi starai implorando per ottenere il mio perdono." mi disse minacciandomi, mentre nei suoi occhi si accendeva un fuoco.

Con un movimento fluido prese il cestino e lo sollevò in aria facendolo dondolare davanti al mio viso, con un'espressione beffarda.

"Potrai implorarmi, chiedermi pietà e perdono, ma da me non lo avrai mai, Ann! Non mi fermerò mai, finché non ti avrò completamente e totalmente distrutta!" mi avvertì Ada con voce dolce e mista a perversione maligna, mentre lanciava il cestino contro la porta con tutta la sua forza che possedeva.

Mi sorrise ampiamente, intanto che emetteva un forte grido agghiacciante e fece scorrere le sue mani tra i suoi capelli scompigliandoli, mentre si avvicinava al muro vicino alla porta e tornò a guardare verso di me.

"Ann...per favore! Mi dispiace!! Per favore...non farlo!!" urlò ad alta voce, sulle sue labbra c'era ancora quel sorriso maniacale, mentre si sporgeva in avanti e chiudeva a chiave la porta del mio ufficio.

Il mio cuore sprofondò, quando mi resi conto di quanto fossi stata sciocca a pensare che Ada avrebbe davvero potuto desiderare di ricucire il rapporto tra me e lei. 

Maeve aveva, come sempre, ragione.
Quest'incontro non era altro che una trappola!

























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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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