Avvertenze: questo libro sembra ispirato alla Sirenetta tradizionale. In realtà evolve in modo molto diverso. Siamo nel 2580 .Una sirena si avventura sulla Terra, dove vivrà esperienze traumatiche che la cambieranno profondamente. La crudeltà degli...
"Troppi disordini ultimamente. Mi chiedo se sia il caso di continuare con le emissioni di polvere..."
Dal centro della sala, il Grande Maestro guardava i fratelli, placidamente adagiati sulle sedie disposte in semicerchio. Sugli eleganti completi neri, tutti i presenti indossavano grembiuli ornati da simboli e lettere alfabetiche, tra le quali spiccava una G circoscritta da un compasso.
Uno di loro, un anziano dai sottili capelli bianchi, lanciò un'occhiata pigra al Grande Maestro e prese la parola: "I disordini sono solo un effetto collaterale delle emissioni. Per il resto la polvere riduce la popolazione all'obbedienza, perché i suoi effetti li rendono sottomessi all'autorità suprema. E poi sai come si dice, no? Divide et impera. Sono talmente occupati a litigare tra loro che non pensano a noi..."
Il Maestro si schiarì la voce. Davanti a lui il pavimento a scacchi scintillava. Sopra la sua testa, un filo sorreggeva una stella a cinque punte in legno, dipinta da una vernice gialla che al centro aveva una grossa G.
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"Aumenteremo il quantitativo di androidi poliziotto e allargheremo il numero di casi in cui è consentito sparare. Darò ordine a Orsola di aggiornare e diramare le normative. Le dirò di utilizzare tutti i mezzi necessari per contenere le ribellioni", fece l'anziano Maestro con voce decisa. I suoi intensi occhi neri si posarono su uno dei fratelli, che ora sorrideva con sarcasmo, seduto dalla parte opposta della sala.
"Povera Orsola!", esclamò quest'ultimo. "Tutti se la prendono con lei! Da quando è in carica gridano allo stato di polizia. Non sanno che le decisioni appartengono alla nostra confraternita. Lei è l'ultima ruota del carro, se la lasciassimo libera di agire, continuerebbe con i vecchi metodi love and peace...".
A questa parole anche gli altri presenti sorrisero. All'interno della loggia regnava una grande calma. Gli accoliti attendevano la fine della riunione per ritirarsi nelle lussuose stanze del palazzo che si ergeva in una delle zone più appartate della città, accanto ai boschi e alla vegetazione confinante con il Vecchio Mondo.
Come il resto delle abitazioni di Iside666, la parete di fondo della sala era dipinta di blu, ma le restanti erano coperte da una delicata vernice marrone che si intonava con la pesante porta di legno. Su un lato, una finestra seminascosta da tende bianche, lasciava entrare il riverbero della luna piena.
Il Grande Maestro cercò invano di celare un'espressione divertita al pensiero di Orsola che ormai da trent'anni, aveva assunto la fama di terribile despota, nonostante si limitasse a eseguire gli ordini impartiti dalla Loggia.
"A parole tutti vorrebbero destituire Orsola, ma di fatto, in pochi hanno il coraggio di disobbedirle e tantomeno di fuggire da Iside. Del resto, abbiamo dato tutto alla gente comune: modernità, libertà di costumi, possibilità di partecipare ai viaggi organizzati nello spazio. Certo non sono ricchi e devono lavorare molto, ma questa città ha un sacco di attrattive. E poi dove andrebbero? Ormai sono dipendenti dalle ultime tecnologie. Non si abituerebbero più al Vecchio Mondo...".
Ora il Maestro aveva un'espressione pensierosa, poi il suo sguardo si rannuvolò.
"La Regina del mari è la mia unica preoccupazione. Ufficialmente non ci ha mai dichiarato guerra, ma ho il sentore che il suo potere, in qualche modo, influisca con l'andamento di questa città..."
Uno dei fratelli, un novantacinquenne che aveva assistito alla riunione a capo chino, quasi in procinto di cedere a una sonnolenza senile, alzò di scatto la testa e fissò il Grande Maestro negli occhi: "La Regina dei mari è dappertutto. La sua anima è in grado di viaggiare fuori dal corpo e il suo corpo può materializzarsi dove vuole, come fanno le streghe, io lo so bene! Dobbiamo fare attenzione! Lei non vede di buon occhio la nostra fratellanza...".
"Non ci faremo scalfire da lei", gli rispose il Maestro con un'alzata di spalle. "Né permetteremo che la gente venga sedotta dalla filosofia dei fondali e si allontani dal nostro potere, che lo rinneghi. Già da qualche anno ho ordinato che nei programmi scolastici, le nozioni sulla vita delle sirene siano ridotte al minimo..."
Tutti gli altri annuirono. Ma il più anziano di loro prese di nuovo la parola:
"Siete sicuri che questo basterà a fermare la regina? È molto potente, più potente di tutte le nostre confraternite messe insieme. E non ci vede di buon occhio. Se ci attacca, possiamo solo sperare in un miracolo. Fratelli, avete fatto di nuovo quei sogni? Io sì, tutte le notti".
"Anch'io!", esclamò uno di loro, un settantenne canuto dagli occhi chiari che sedeva in mezzo agli altri. "Un vento fortissimo e poi acqua...acqua dappertutto!". Adesso le sue pupille celesti erano dilatate dal terrore di quel ricordo. Poi il suo sguardo percorse i membri della confraternita fissandosi su ciascuno di loro, uno dopo l'altro:
"Dobbiamo stare attenti, fratelli, molto attenti. In un attimo può spazzarci via come granelli di sabbia. E noi non possiamo fare niente contro di lei...proprio niente".
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***
Era ormai sera e le luci di Iside splendevano nel buio calato come un manto di velluto sul caos della città.
Sdraiata sul letto della sua cameretta, Marilù stava riposando la schiena che a causa dei kg di troppo era sempre un po' dolorante. Aveva tentato diverse diete, l'ultima a base di tisane, ma non era mai riuscita a dimagrire.
La ragazza si stiracchiò, sfiorò la smarband con un dito e spense le telecamere della piccola stanza con un sospiro di sollievo. Poi selezionò la rubrica e scelse un contatto. Subito sullo quadrante comparve il volto sorridente di un giovane dai profondi occhi blu.
Due squilli, poi una voce ruppe il silenzio della stanza:
"Marilù...sei tu vero? Ti aspettavo! Lord mi ha parlato tanto di te, mi ha detto che di sicuro avresti richiamato..."
"Ciao Jim, eccomi! Finalmente ho un po' di tempo per parlarti da sola."
"Immagino!", rise Jim. "Mi hanno detto che nell'istituto non avete molta privacy, è così?".
"Privacy? Non credo di conoscere il significato di questa parola", scherzò Marilù. "Ad ogni modo, salutami Lord quando lo vedi! Ricordo ancora quando veniva a trovare Aisha..."
"Quindi è vero", chiese Jim meravigliato. "Esiste un modo per entrare nel rifugio?".
"Certo! E Orsola non sa niente, almeno credo. In ogni caso, sarebbe meglio parlarne dai vivo, sai, qui dentro non è molto prudente..."
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