Preparazione

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“Ecco Jim, ho appena trasferito la mappa sul navigatore della tua smart band

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“Ecco Jim, ho appena trasferito la mappa sul navigatore della tua smart band. Come ti ho detto, sono circa 5 km, quindi è bene che tu parta adesso per essere da lei stanotte. Nell’istituto le luci vengono spente prestissimo, ma è meglio arrivare lì intorno alle 22, quando tutte dormono profondamente…”.
La chiusura era stata aperta da Lord e Jim, non senza sforzo e adesso quest’ultimo osservava il buco nero che conduceva a al lungo tunnel nascosto dall’oscurità.
Accese la torcia della sua smart band e vide che lateralmente al cunicolo c’era una scaletta murata nel cemento. Avrebbe dovuto scendere di lì per arrivare ai sotterranei che lo avrebbero condotto da Sybil.
“C’è odore di chiuso…”, borbottò.
Lord rise. “Ma certo, è chiuso in modo perenne! Mica potevo venire qui ad arearlo in attesa che scendessi tu”.
Jim lo guardò con finta indignazione: “Certo che potevi! A cosa servono gli amici?”. Ma poi si fece serio. “Se tutto andrà bene, non ci vedremo per un bel po’. Perché non vieni su Avatar anche tu?”.
Lord emise un sospiro, riflettendo su quella possibilità che era più o meno il sogno di tutti i suoi coetanei: “Mi piacerebbe, ma ho paura. Troppe persone non sono tornate. Però, se è il tuo sogno, è giusto che tu faccia di tutto per realizzarlo”. Allungò una mano, Jim la afferrò e la strinse per un attimo. Fece uno sforzo perché la voce oltrepassasse le lacrime che gli chiudevano la gola in una morsa.
“Mi mancherai, Lord. E mi mancheranno Iside, i miei. Stasera ho detto a mia madre che uscivo per una passeggiata. Mi ha sorriso e ha esclamato ,‘Divertiti e torna presto ‘. Rocky mi aspetta da Paul, salirà sull’astronave con noi…”
I suoi occhi umidi rilucevano nell’oscurità, come se la luce di Avatar si affacciasse già nelle sue pupille a rivendicare il suo posto nella vita e nel cuore del ragazzo.
“Adesso vado Lord, ma ti chiamerò tutti i giorni. E verrò a trovarti. Io appartengo all’élite, mi farò concedere dei permessi speciali per salire e scendere da Avatar quando voglio.”
Con un salto fu sulla scaletta e iniziò a scendere: “Addio amico mio, grazie di tutto! A presto!”.
“Ciao Jim, buon viaggio! Salutami Sybil”, fece Lord mentre il suo amico veniva inghiottito nell’oscurità del cunicolo.
Poi tutto tacque. Ora si udivano  solo il respiro di Lord e il canto delle cicale.
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                            ***

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“Tieni Jan, questo è il tablet. Quando sarò tornata di sopra, apri tutte le porte e disinnesca i computer e gli allarmi, cosi Miss Orsola non si sveglierà. Poi accompagna Sybil nello sgabuzzino. L’apertura è in fondo sotto lo scatolone di maschere per androidi. Vi basterà sollevarla e aspettare Jim, che sarà qui alle 10.”
Pervasa dall’emozione, Sybil ascoltava tutto: “Marilù, sei sicura che non ti metterò nei guai? E tu, Jan?”.
Ma Januaria la ascoltava a malapena, immersa com’era nello schermo trasparente del tablet, dove le icone galleggiavano nella loro luce blu.

“Stai tranquilla, Sybil, so quel che faccio. Al massimo Miss Orsola mi terrà qui sotto per altri sei mesi, il che non mi dispiace per niente, col cibo prelibato che mi porta Marilù…”.
A quelle parole, Marilù ridacchiò. Poi i suoi occhi si inumidirono di lacrime.
“Mi mancherai tanto, Sybil. Sii prudente e chiamami ogni tanto”.
Abbracciò la sirena che la strinse forte: “Ti chiamerò ogni giorno e ti scriverò in continuazione! E poi mi dovrai mettere in comunicazione con Januaria!”.
Sybil trattenne a stento il pianto e rivolse a Marilù un ultimo gesto di saluto, mentre questa varcava la porta e lasciava la stanza, ripetendo raccomandazioni come fossero un mantra mentre muoveva le curve poderose:
“Non ti fidare troppo degli estranei, resta sempre accanto a Jim! E chiamami…”.
Sorrise un’ultima volta alla sirena, poi la porta elettronica si chiuse dietro di lei.
Ora Sybil era sola con Januaria.
Fossò il volto della ragazza. I suoi occhi assorti vagavano tra le password e le icone del dispositivo che le aveva lasciato Marilù, ma nelle sue pupille era ben visibile la traccia di un’antica sofferenza che non la abbandonava mai.
“Perché non vieni via con noi? Parlerò a Jim, andremo lontano, dove nessuno ci prenderà…”.
Januaria sospirò, senza smettere di lavorare con il tablet.
“Mi piacerebbe tanto Sybil, ma non posso. Io sono un’abitante della Terra Calda. Se in qualche modo mi ripescassero, potrebbero addirittura rimandarmi a morire nel mio paese. Una volta avevo pensato di fuggire in periferia, dove tutte le telecamere sono state distrutte e le persone vivono di delinquenza. Ma poi ho capito una cosa.”.
Continuò, alzando gli occhi su Sybil.
“Per liberarmi da questa schiavitù, devo ritagliarmi un buon posto nella società. E per farlo ho bisogno di continuare a studiare. E qui dentro posso farlo gratis! Diventerò un programmatore ultra specializzato ed entrerò nell’élite, l’ho giurato a me stessa molto tempo fa…”
Sybil fissava la ragazza ammirata, aveva persino cessato di essere tesa per la fuga imminente.
Sorrise, facendo risplendere i grandi occhi che avevano un verde quasi soprannaturale: “Sono sicura che ci riuscirai e io dirò al papà di Jim di assumerti per la sua azienda! È un’azienda importante, lì tutti ti rispetteranno. Parlerò benissimo di te con Jim, dirò a tutti che sei la mia migliore amica!”.
Stupita e commossa, Januaria raccolse queste parole una ad una, come fossero inaspettate perle trovate sulla strada.
“È da quando mia nonna è morta che nessuno mi dimostra tanto affetto. Grazie Sybil! Prometti che mi chiamerai…”
“Ma certo, ogni giorno! Farò in modo che i genitori di Jim parlino con Miss Orsola, vedrai, cambieranno un sacco di cose qui…”.
“Sei buona Sybil. Sono ancora più pentita di averti trattata male all’inizio. Ma adesso seguimi. Ho sbloccato la porta, andiamo nello sgabuzzino e solleviamo il tappo che copre l’apertura del sotterraneo. Il posto è inquietante, ma tu non avere paura.”
La sirena deglutì e si sforzò di apparire tranquilla. Si sentiva vagamente in soggezione davanti al coraggio della sua amica.
“Non avrò paura. E poi, per rivedere Jim affronterei qualsiasi cosa!”.

 E poi, per rivedere Jim affronterei qualsiasi cosa!”

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