CAPITOLO 25

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MADISON

Seguì Jack,verso il suo ufficio,delle goccioline di sudore freddo mi scorrevano lungo la schiena.

Ero spaventata all'idea che potesse cacciarmi per colpa di William.

Le mani presero a sudare e diventarono appiccicaticce,le pulì sulla gonna nera che indossavo.

Il terrore mi stava mangiando viva,l'ossiggeno diminuiva sempre di più all'interno dei miei polmoni,ma non riuscivo ad ottenerne altro.

Le pareti sembrava si stessero rimpicciolendo intorno a me,non avevo mai sofferto di claustrofobia,ma in quel momento...

<<Madison tutto bene?>> Jack mi strappò dai miei pensieri.

<<Si>> dissi con un leggero tremolio alla voce,credendo che quell'affermazione fosse stata più convincente.

Affrettati il passo,ritrovandomi all'interno della stanza completamente costruita in vetro.

<<Siediti>> Ordinò Jack.

Feci come disse,beh,perchè non riuscivo a pensare in modo lucido.

<<L'hai visto dopo la telefonata?>> Prese posto di fianco a me sul divanetto di velluto bianco.

<<Si è presentato a casa mia>> confesso,incerta se avessi fatto la scelta giusta.

<<Ti ha toccata?>> chiese con la preoccupazione negli occhi scuri.

<<No,abbiamo solo parlato>>

<<Raccontami bene com'è andata>>

<<Non so se sono pronta ad esternare i miei trascorsi con lui,ad altre persone>> gli spiegai.

<<Devo capire per poterti aiutare Madison>> mi riservò uno sguardo rassicurante prima di continuare <<Non ti giudicherò se è questo che temi,è lui il vero problema,tu ti sei solo ritrovata in mezzo a tutto questo casino quando eri solo una bambina>>

<<Hai ragione>> mandai giù il nodo che mi si era formato in gola ed incerta iniziai a raccontare <<Mi ero appena svegliata,ho sentito dei rumori provenire dalla cucina, sono andata a controllare e...>> decisi si tralasciare il dettaglio che pensavo fosse suo figlio <<Lui era lì,stava preparando la colazione>> conclusi.

<<Avete parlato?>> mi sprona con lo sguardo a continuare il racconto.

<<Sí, ha detto che i suoi amici non hanno gradito quello che Hay...che un mio amico aveva fatto e che sa la sarebbero presa con lui se non avessi rimediato>> feci un respiro profondo prima di continuare <<Che non sarebbe stato complicato,perchè in fondo sono una puttana come mia madre>> mi tremolò il mento al ricordo di quella frase e dello sguardo sprezzante di William.

<<Madison,guardami>> appoggiò l'indice sotto il mio mento facendomi voltare verso di lui,in modo che i nostri sguardi si scontrassero <<Non sei una puttana,neanche tua madre lo era,sei una ragazza magnifica>> cercò di rassicurarmi.

<<Lo credi davvero?>> ormai faticavo a credere a qualsiasi cosa mi dicessero.

<<Certo>> mi regalò uno dei suoi dolci sorrisi.

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