CAPITOLO 39

20 0 0
                                    

MADISON

L'ho perso per sempre, e stavolta le possibilità che mi perdoni sono pari a zero.

Non credevo che sarebbe andata a finire così.

Di sicuro però il dolore straziante che mi logora l'anima per averlo dovuto lasciare, è niente in confronto alla voragine che si sarebbe creata nel mio petto, all'altezza del cuore se fossi stata costretta a vederlo soffrire per colpa mia.

Preferisco di gran lunga vederlo vivere la sua vita, probabilmente con molte altre ragazze, che andare a fargli vsita all'ospedale, se non al cimitero.

Perchè sappiamo tutti come funzianano queste cose; Si parte con un piccolo avvertimento ad una persona a te cara, per poi concludere con la morte di quell'individuo.

In questo momento l'unica cosa che desidero realmente fare, non è di certo ascoltare mio padre che mi parla di affari, vorrei soltanto chiudermi in camera mia e crogiolarmi nel mio dolore.

Voglio rivivere gli ultimi istanti della nostra relazione, durata a malapena due giorni, e conservarli in eterno nel mio cuore.

Ho paura che un giorno possa svegliarmi ed aver rimosso dai miei ricordi il suono vellutato e caldo della sua voce. Non voglio assolutamente rimuovere dalla mia memoria il suono del mio nome che veniva pronunciato da quelle labbra carnose, di cui avevo un urgente bisogno in ogni momento, come se baciandole tornassi finalmente a respirare.

<<Madison, mi stai ascoltando?>> William richiama la mia attenzione su di se, che lo sto maledicendo per essere qui, invece di trovarsi in una delle solite piazze in cui spaccia.

Odio lui ed il suo viscido amichetto più di ogni altra cosa al mondo.

<<Si William, ti sto ascoltando, anche se sinceramente parlando, dei tuoi affari non me ne frega un cazzo>> non riesco più a trattenermi e gli vomito addosso una parte della rabbia che nutro nei suoi confronti.

Non riesco nemmeno a guardarlo in faccia, figuriamoci a chiamarlo papà. Ormai quella parola nel mio vocabolario non esiste più, al suo posto è rimasto solo uno spazio bianco, che indica la mancanza di questa figura nella mia vita fino ad oggi.

<<Se vuoi che il tuo fidanzatino stia bene, ti conviene essere più gentile, sia con tuo padre che con Owen>> 

<<Non nominare mai più Hayden, la tua bocca non è degna di pronunciare il suo nome. Per quanto riguarda Owen, ho fatto quello che mi ha chiesto, ho lasciato Hayden e adesso non fa più parte della mia vita>> riempio i miei polmoni di aria, appiccicandomi in faccia un sorrisetto furbo <<Ma tu questo lo sai già. Mi dici tutto questo perchè hai paura che Owen se la prenda con te adesso. La verità è che non hai le palle per affrontarlo, non le hai mai avute>> sputo con disprezzo.

<<Come osi parlare così a tuo padre?>> si alza in piedi, avvicinandosi minaccioso alla mia figura.

<<Allontanati>> lo spingo via, posando le mani sul suo petto, fasciato da una polo beige. Le mani mi formicolano al contatto con quel corpo estraneo, vorrei lavare via quell'orribile sensazione.

<<Quand'eri una bambina non la pensavi così figliola>> il tono difensivo con cui riporta a galla i ricordi della mia infanzia mi colpiscono come un pugno in pieno stomaco; Quando invece il nomignolo che ha usato per riferirsi a me giunge alle mie orecchie è come se un miliardo di aghi mi avessero punto.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 06 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Stone HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora