Stone Heart

CAPITOLO 33

MADISON

Non credo a ciò che le mie orecchie hanno udito.

Non è possibile.

Non può avermi realmente detto "Ti amo".

Il mio corpo è paralizzato, non risponde più agli impulsi che il cervello cerca di inviare.

Non posso.

In un attimo le parole che mio padre mi rivolse mi risvegliano come una secchiata d'acqua gelida.

Gli Auston non si innamorano.

Sei una rammollita, ricordati che il tuo cuore non esiste più, non sei in grado di provare dei sentimenti, non sei in grado di provare amore.

Ha ragione.

Il mio cuore ha smesso di battere quel giorno e non lo ha più fatto da allora.

E sono più che sicura che non lo farà mai più.

Non posso negare che sto bene con lui, ma io non lo amo.

Ammetto che non lo odio più come prima, ma di certo non sono arrivata ad amarlo.

Merita di meglio di una persona che è morta dentro.

Di una persona che non ha potere sulla sua vita perchè gli altri l'hanno sempre schiacciata affinchè facesse ciò che tutti si aspettavano da lei.

Quella persona non sono di certo io.

Io sono destinata ad invecchiare sola, con lo sguardo giudicante delle persone perennemente sulla pelle.

Finalmente il sangue riprende a fluire nel mio corpo, facendolo risvegliare dall'intorpidimento in cui era finito per un istante.

Mando giù il nodo che mi si era formato in gola ed infrango la tensione che si era creata fra noi dicendo: <<Devo andare>>

Credevo che la mia voce risultasse più ferma, ma evidentemente mi sbagliavo.

MI schiarisco la voce, continuando <<Quinn sta arrivando e non vorrei che ci trovasse insieme e si insospettisse>> stavolta però il mio tono è distaccato, con una punta di freddezza.

Tralascio il fatto che lei è al corrente di tutto ciò che è successo fra di noi.

<<Se non puoi trattenerti oltre, vai pure>> sussurra.

Cerco in tutti i modi di non incrociare quei pozzi scuri che sono i suoi occhi, perchè sono certa che vacillerei.

Ma tutto del suo corpo mi attrae e non posso fare a meno di mescolare il verde ed il grigio delle mie iridi, con il nero cupo delle sue.

Sono spenti, in netto contrasto con la sfumatura lussuriosa che avevano ottenuto qualche secondo fa.

Non mi era mai capitato di vedere Hayden così vuoto e la consapevolezza che sia stata io a renderlo così, a portare via tutta la sua solita ilarità, mi colpisce come un pugno in pieno stomaco.