Capitolo 1

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«Che hai in mano?» chiese curioso mio fratello Niall avvicinandosi.
«Ho trovato nella cassetta della posta un foglio con scritte queste informazioni.» glielo porsi e lui lesse attentamente mentre io prendevo posto a tavola.
Io e Niall eravamo molto legati sin da piccoli, avevamo vissuto in Italia per tutta la nostra vita ma appena Niall compì diciotto anni, i nostri genitori ci mandarono qui per studiare e lavorare. Lui era il mio fratello maggiore e avevamo due anni di differenza.
«Mh, non fidarti. Probabilmente hanno sbagliato.» fece una smorfia e iniziò a mangiare.
«Com'è andata al lavoro?» chiese poi. Lavoravo come cameriera in un bar lungo La Rambla, una delle vie principali di Barcellona.
«Bene, ma molto stancante, dato che siamo sotto il periodo di Natale.»
«Mi dispiace che per questo Natale non possiamo tornare in Italia.» Niall studiava lingue all'università e, per aiutarmi a mantenerci, faceva un lavoro part-time da McDonald's.
Mentre mangiavamo, fissavo costantemente quel foglietto, quell'indirizzo.
Perché mi interessava così tanto?
La curiosità mi mangiava dentro.
Questo era uno dei miei difetti. Ero sempre stata una ragazza fin troppo curiosa e questo non mi aveva mai portato nulla di buono.
Ad una persona normale non avrebbe dovuto importare più di tanto, no? L'avrebbe buttato e basta.
«Shirley, mi stai ascoltando?»
«No, scusami. Dicevi?» Niall alzò gli occhi al cielo.
«Domani mi hanno chiesto di lavorare tutto il giorno, quindi non ci sarò. Abbiamo bisogno di qualche extra.» annuii e andammo a dormire poco dopo.

*

La mattina seguente mi svegliai grazie al suono del pianoforte che mio fratello amava suonare sin da quando aveva dieci anni.
Il tempo fuori era migliorato molto, finalmente.
Mi diressi in cucina per fare colazione, Niall mi seguì poco dopo e mi baciò la guancia.
«Esco! Ci vediamo stasera!»
«Lavori così presto? Sono solo le sei.»
«Purtroppo. Faccio colazione lì.» alzò le spalle e uscì fuori.
Dopo aver finito il mio latte, mi vestii indossando un semplice pantalone nero e una maglia bianca per poi uscire mettendo solo il cappello.
Il foglietto era stretto nella mia tasca sinistra e controllai nuovamente la posta, piena di curiosità.
Vuota.
La richiusi e presi un autobus per andare a lavoro.
Il nostro appartamento non era tanto lontano dal centro, ma non avevo voglia di camminare.
«Buongiorno Shirley!» mi accolse calorosamente Flor, un'altra cameriera.
«Buongiorno!» avevo sempre stimato Flor, avevo sempre cercato di imitarla. La vedevo come una ragazza perfetta sia fisicamente sia per quanto riguardava il carattere, nonostante i suoi difetti.
Poi c'era Natalia, la proprietaria del bar. Non stava simpatica a molti a causa della sua falsità.
«Alla buon ora Louis!» esclamò Flor al terzo cameriere, il quale era in ritardo ogni giorno. Lui era l'animatore della situazione, sempre pronto a far divertire e sorridere tutti.
«Scusatemi!» Natalia scosse la testa e ognuno riprese il suo lavoro.
La mattinata fu piena di clienti che entravano ed uscivano.
All'una il mio turno finì e salutai i miei colleghi.
«Ti tocca solo mezza giornata oggi, eh?» mi si avvicinò Louis mentre uscivo.
«Già.» potevo considerarlo il mio migliore amico ormai, lui c'era sempre per me e io c'ero sempre per lui. Un anno fa era innamorato di me, ma una persona come Louis non avrei voluto perderla e quindi dissi che preferivo tenerlo come amico, perché l'amore distrugge i legami, una volta finito. E io non volevo perderlo.
Passeggiai lungo La Rambla, entrando in qualche negozio per comperare un piccolo pensiero ai miei.
Mi mancava l'Italia. Non riuscivo a chiamare un altro Paese casa.
Con un po' di nostalgia, andai nel posto in cui mi sentivo in pace, il posto che avevo sempre amato sin da bambina, il posto in cui riuscivo a sentirmi a casa: il mare.
Mi sedetti sull'umida sabbia e lo osservai pensando alla mia famiglia, a mio fratello. Era bellissimo vedere il modo in cui le onde si infrangevano sugli scogli, mi faceva pensare a tante cose. Poteva essere un luogo bellissimo ma contemporaneamente crudele, combattivo.
Girai il capo e notai un ragazzo in cima ad una roccia che stava seduto con le ginocchia vicino al petto, le braccia circondavano le gambe e osservava il mare, proprio come me.
Non riuscivo bene a vedergli il volto a causa dei suoi lunghi capelli che lo coprivano in parte, scompigliati dal vento.
Il telefono squillò nella borsa, facendomi sussultare.
«Flor dimmi.» posai una mano sul cuore, che batteva forte a causa dello spavento.
«Mi serve un favorino, non uccidermi.»
«Sono tutt'orecchie!»
«Mi sostituiresti questo pomeriggio?»
«Certo che sì!» esclamai.
«Grazie, grazie, grazie infinite!» disse facendomi ridere e chiudemmo la chiamata poco dopo.
Riportai lo sguardo su quella roccia, ma non c'era più nessuno.
Andai dal McDonald's dove lavorava mio fratello per fare un rapido pranzo. Mi sentivo ansiosa, ma perché?

*

Alle tre del pomeriggio, il bar iniziò a riempirsi di nuovo.
Mi muovevo velocemente avanti e indietro, fra un tavolo e un altro, controllando ogni tanto la porta con uno sguardo.
«Shirley, puoi venire qui al bancone?» Louis mi chiamò e accettai la sua richiesta, mentre lui iniziò a servire i tavoli.
Chissà chi era quel ragazzo, non l'avevo mai visto prima in quel luogo. Raramente trovavo qualcuno con la passione per il mare forte quanto la mia, e quel ragazzo ce l'aveva.
«Shirley cosa ti è preso oggi? Sei particolarmente lenta e pensierosa, che hai in mente? Qui si lavora!» la voce di Natalia mia risuonò nelle orecchie mentre lavavo le tazzine.
«Sì, scusami.» accelerai i movimenti per servire più clienti possibile.
«Giornata faticosa, eh?» una voce a me sconosciuta catturò la mia attenzione, facendomi voltare.
C'era un ragazzo, forse dovrei dire, il ragazzo.
Era lui. Stessi vestiti, stessi capelli lunghi e ricci. Aveva degli occhi grandi, intensi, di un colore verde smeraldo, bellissimi. Sorrideva e ai lati della sua bocca c'erano due fossette profonde.
«Eh sì. Cosa ti porto .... ?» lo incitai nel dire il suo nome.
«Sono Harry.» rimasi a fissarlo un secondo, cercando di mettere insieme i pezzi. E se fosse stato l'Harry nell'indirizzo? Diamine, Barcellona è una città grande, ce ne saranno altri di Harry. Picchiai mentalmente me stessa.
«Portami un caffè, grazie Shirley.» disse leggendo il cartellino sul mio petto.
Sorrisi e glielo portai subito.
Non volevo che andasse via, volevo conoscerlo. Sembrava una di quelle persone che si incontra una sola volta nella vita, oppure ero solamente io che facevo pensieri strani.
«Aspetti qualcuno?» chiesi notando che rimase lì seduto dopo aver finito il caffè.
«In teoria...» sospirò deluso.
«Una buca, eh?» si intromise Louis.
Harry annuì. E se Harry avesse scritto una lettera e l'avesse imbucata nella mia cassetta pensando fossi quella ragazza, Abby? Non ero sicura che fosse lui al cento per cento, quindi cercai di scoprirlo.
«Abiti qui vicino?»
«Che domande fai, Shir!» rise Louis.
Divenni rossa, aveva ragione. Come potevo chiederglielo?! Harry scoppiò in una risata fragorosa. Lo osservai. Avevo sempre pensato che se una persona era bella mentre rideva, allora era bella sempre. E Harry ne era la prova.
Dio, se era bello.
Da quando lo vidi in cima a quello scoglio lo capii. Lui non era una persona qualunque.
«Tranquilla, puoi chiedermi tutto. Abito qui vicino, lungo La Rambla.»
Mi tremarono le mani. Era lui.
«Harry!» una ragazza gridò il suo nome.
«Ciao, Lola» non sembrava affatto felice di vederla. Tornai a lavare le cose, cercando di origliare ciò che dicevano.
«Abby dov'è?» chiese lei.
«Tu mi hai dato l'indirizzo suo e ho imbucato una lettera nella sua cassetta dove le chiedevo di incontrarci qui. Ma non è venuta.» mi ero dimenticata di controllare la posta a ora di pranzo.
«Harry, lasciala perdere.»
«Tu mi hai costretto a uscire insieme a lei, vorrei ricordartelo.» Lola lasciò il bar poco dopo.
Harry non sembrava affatto felice.
«Hai bisogno di qualcosa?» gli chiesi.
«No, grazie. Sei gentile.» il sorriso tornò sul suo volto.
Poco dopo, si alzò anche lui e uscì dal bar.
«Bello farsi i cazzi degli altri, eh?» scoppiò Louis in una risata. Gli raccontai tutta la storia del foglietto.
«Oh, capisco. Shirley diventa una detective.» risi.
La giornata passò lentamente e tornai a casa senza forze.
Appena arrivata a casa aprii la cassetta della posta e infatti trovai la lettera che aveva scritto Harry per Abby.

Ciao, Abby.
Lola mi ha parlato di te e mi farebbe piacere incontrarti domani pomeriggio al bar.
Harry.

Potevo dire che se non fosse stato per Flor, non l'avrei mai incontrato però.
Niall era già al letto. Mangiai qualcosa in cucina e andai a dormire.

Alle cinque di mattina venni svegliata da una finestra che sbattè a causa della corrente.
Il sole non era ancora sorto, così mi venne in mente una cosa che da tempo non facevo.
Mi alzai, mi vestii già per il lavoro e uscii di casa.
I piedi ormai mi portavano da soli su quella spiaggia, su quello scoglio che mi aveva sempre accolto quando venivo qui a piangere, quando ero felice, quando avevo bisogno di pensare, quando vidi Harry.
Il sole iniziò a colorare pian piano il cielo. Le sfumature di rosa, rosso e arancio presero dominanza nel cielo.
Mi voltai come il giorno precedente, verso il suo scoglio e, con sorpresa, lo trovai lì, mentre si cullava con il soave rumore delle onde del mare.

Note:
Questo è il primo capitolo.
Qui c'è la presentazione di tutti i personaggi, come sempre. Dal secondo capitolo in poi la storia diventerà più coinvolgente, o almeno lo spero.
Spero vi piaccia!❤❤
Buona lettura,

Love youuu
Xx.

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