Capitolo 12

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La mattina seguente fu tranquilla, rimanemmo a casa insieme mentre Harry e Niall studiavano.
«Harry mi accompagneresti a comprare un nuovo vestito per stasera?» chiesi dopo aver pranzato e annuì

*Ci vediamo alle 20:00 precise all'Irish pub vicino al bar okay?*

Mi domandò Flor tramite messaggio. Ero davvero curiosa di conoscere il suo ragazzo.
Risposi velocemente con un 'va bene' e bloccai lo schermo del cellulare, inserendolo poi nella tasca posteriore destra dei miei jeans.
«Niall ti va di venire con noi?»
«No ragazzi. La settimana prossima devo laurearmi.»
«Credo che hai bisogno di un po' di riposo, non credi?» domandai preoccupata.
Lui ci pensò su e poi sospirò.
«Hai ragione... Verrò con voi.»
Harry sorrise e alle quattro di pomeriggio andammo al centro commerciale più vicino.
«Se non volete venire con me potete andare lì giù, c'è un negozio di dischi in fondo a destra.» suggerii a Harry.
«Per me va bene, resterei anche con te.» sorrise e ricambiai.
«Ti annoieresti.»
«Non mi importa. Domani non ci sarò.» mi rattristai a quelle parole.
Lui mi alzò il viso con la sua delicata mano e lasciò un bacio sulla fronte.
Niall andò direttamente nel negozio di dischi e videogiochi mentre io e Harry entrammo da Macy's.
Iniziai a cercare un vestito senza spalline corto più o meno sopra al ginocchio.
«Che ne dici, lo prendo nero o colorato?»
«Rosso sarebbe bello.» all'inizio annuii ma poi notai il suo ghigno e risi.
Ne trovammo uno senza spalline corto sopra al ginocchio davanti mentre la parte posteriore era costituita da una gonna con un velo leggero che arrivava più o meno al polpaccio.
«Ti piace?» chiesi ad Harry e lui annuì scuotendo i ricci.
Andai ai camerini per provarlo.
«Tu cosa indosserai?» chiesi ad Harry da dietro la tenda.
«Nulla di importante. I miei jeans stretti neri strappati alle ginocchia e una camicia nera con dei motivi allegri aperta fino al petto, come sempre.»
Amavo quando lasciava sbottonate le camicie.
Indossai velocemente il vestito e mi andava a malapena.
«Come va?» chiese affacciando solamente la testa.
«Mi va grande al petto, Harry.» dissi imbarazzata e lui rise.
«Chiederò una taglia più piccola.» dopo qualche minuto tornò con l'altra taglia e la indossai.
«Questa ti va perfetta.» disse fissandomi da cima a fondo, leccandosi un labbro.
«Harry mi stai fissando...» dissi.
«Lo so. Le cose belle sono fatte per essere guardate.» disse facendomi diventare le guance uguali al colore del vestito.
«Il rosso ti sta molto bene addosso.»
Non mi piaceva essere guardata troppo a lungo di solito, mi sentivo in imbarazzo, ma Harry poteva farlo.
Mi cambiai e abbinai al vestito dei tacchi neri e degli orecchini pendenti dello stesso colore.
Dopo aver comperato, ci recammo da Niall.
«Guarda Harry, ho trovato il CD degli U2!!» esclamò Niall menzionando il suo gruppo preferito.
«Te lo comprerò io come regalo della laurea!»
«No.»
«Invece sì.» con un movimento rapido afferrò il CD dalle sue mani e lo passò velocemente alla cassa vuota.
Sorrise soddisfatto e Niall scosse la testa.
«Grazie.» lo abbracciò mio fratello.
Dopodiché, mangiammo un trancio di pizza chiacchierando e alle sette andammo a casa.
Mi feci una doccia fredda e curai attentamente i miei capelli dopo essere uscita.
Decisi di fare dei piccoli boccoli verso la fine del capello, come acconciatura.
Poi una passata di mascara e un po' di matita nera. Non mi piaceva truccarmi troppo.
«Shirley, hai fatto?» chiese Harry sbuffando.
«Sì! Un attimo!» alzai gli occhi al cielo.
Ero ancora avvolta in un asciugamano e avevo il mio intimo in camera.
Aprii la porta cercando di non arrossire.
«Oh.» mormorò Harry a bassa voce.
Camminai velocemente dall'altra parte del corridoio infilandomi in camera e chiudendo la porta dietro di me.
Sentii Harry ridacchiare.

Harry.

Non volevo lasciare Barcellona. Pensavo sempre al fatto che qui non avrei mai avuto un futuro, che il mio posto era l'Inghilterra.
Shirley invece aveva una vita qui...
Tra solamente un mese mi sarei laureato in lettere e avrei cercato lavoro in una casa editrice a Londra.
La mia tesina era ormai quasi finita.
Io ero già pronto da un bel po' mentre aspettavo che Shirley si preparava in bagno.
«Shirley, hai fatto?» chiesi frustrato. Non sapevo perché ma sentivo come se qualcosa sarebbe andato storto. Forse era solo un'impressione. Lo speravo.
Mi passai una mano fra i ricci, tirandoli leggermente.
«Sì! Un attimo!» gridò lei.
Poco dopo aprì la porta e il suo corpo snello era avvolto da un asciugamano bianco.
«Oh.» mormorai per sbaglio.
Era sempre bellissima. Non mi guardò negli occhi, probabilmente imbarazzata e corse in camera chiudendosi la porta dietro. Risi.
Entrai guardandomi allo specchio.
Mi lavai ripetutamente il viso cercando di calmarmi.
Shirley mi sarebbe mancata come l'aria.
Anche se non speravo più nel ritorno di Alice perché non ormai mi interessava, pensavo a cosa le fosse accaduto e al perché avesse fatto quel gesto così imprudente.
Nel corso della mia esistenza avevo perso talmente tante persone che, anche se Shirley me lo aveva promesso, avevo paura che lei sarebbe potuta andare via dalla mia vita.
Alle sette e quarantacinque Shirley uscì fuori dalla sua cameretta e ci raggiunse in soggiorno.
Era bellissima davvero. Il vestito le fasciava perfettamente il corpo e i capelli scuri ricadevano boccolosi sulla schiena e sulle spalle.
I suoi occhi color mandorla erano stati poco truccati e ne ero felice.
Fortunatamente i tacchi non erano molto alti o mi avrebbe superato, data la sua statura.
Era molto alta.
«Sei bellissima.» sussurrai al suo orecchio circondando la sua vita con un mio braccio.
Lei nascose il suo viso nel mio collo e, dopo aver salutato Niall, uscimmo.
Camminammo una nelle mani dell'altro e arrivammo alle otto e cinque.
«Entriamo o li aspettiamo fuori?»
«Forse sono già dentro.» feci spallucce.
Mi sentivo strano quella sera.
«A che ora hai il volo domani?» chiese.
«Alle tre di pomeriggio.» lei annuì triste.
«Dai piccola, useremo Skype, ci chiameremo.»
Annuì di nuovo e decidemmo di entrare nel pub.
C'era un gruppo che intratteneva con musica degli anni novanta, fortunatamente non era pieno di gente e vidi subito Flor in piedi, girata di schiena.
«Ciao Flor!» esclamai e si voltò.
«Harry, Shirley! Siamo arrivati appena cinque minuti fa e stavo parlando con il cameriere per il nostro tavolo.» annuii e seguimmo il ragazzo che ci portò al nostro tavolo.
«Il tuo ragazzo dov'è?»
«Be', non è proprio il mio fidanzato ma quasi. Comunque è al bagno. Oh, eccolo lì che torna!»

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