Epilogo.

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Harry.

Liam mi infilava la giacca mentre mi sbottonavo a metà la camicia, lisciando il busto con le mani che tremavano a causa della forte ansia mista a felicità che provavo in quell'istante.
Poggiai la mano sulla maniglia della porta che mi separava dal mondo che sognavo, prendendo un ultimo respiro e chiudendo gli occhi per un attimo.
La aprii subito dopo, ritrovandomi davanti un mare di giornalisti pronti ad intervistarmi, fotografi che scattavano senza fermarsi un attimo producendo un rumore simile a quello del mitra.
Calpestavo velocemente il tappeto rosso per raggiungere una specie di cartellone con la copertina del mio libro e il suo titolo con il mio nome scritto su di esso in caratteri cubitali.
Non avrei mai immaginato che nella mia vita sarei stato lì, su quel tappeto rosso, con dozzine di persone a farmi fotografie mentre una donna sulla mezza età si avvicinava a me con un microfono in mano.
Indossava un vestito lungo beige che le copriva interamente il corpo e le braccia, data la bassa temperatura che caratterizzava New York durante il periodo invernale.
Il tappeto era circondato da transenne di ferro, dove al di là di esse vi erano tantissimi ragazzi e ragazze amanti dei libri.
«Mr. Styles, allora, il suo libro ha riscosso un enorme successo fra tutti i giovani d'Europa e America! Come si sente in proposito?» domandò sorridendo. Tutti quanti si zittirono, aspettando una mia risposta.
Ero molto nervoso, non ero abituato a ricevere così tante attenzioni e la mia voce tremò un po' all'inizio.
«Solamente cinque anni fa non avrei nemmeno immaginato di essere proprio sopra questo palco, e sapere che il mio libro è stato apprezzato in molte parti del mondo, soprattutto dai giovani, è davvero un traguardo enorme per me e sono al settimo cielo.» la donna rise, mentre i fotografi non smettevano di scattare con i loro dannati flash e alcuni giornalisti si appuntavano le mie semplici parole su dei taccuini di cuoio.
«Gira voce che il suo libro sia basato su una storia reale, è vero questo?» domandò e quasi scoppiai a ridere.
«È la mia storia. Quello che è scritto in questo libro è successo a me. L'ho scritto anche sulla pagina dopo i ringraziamenti ma, come tutti sanno, in pochi leggono quella parte.» dissi e rise di nuovo alla mia ultima frase intendendola come una battuta, che in realtà non era.
«Nel libro però i personaggi non hanno assunto i nomi delle persone reali a cui si riferiscono, giusto?»
«No, ho adattato altri nomi come è giusto che sia.»
«Signor Styles, lei cosa ha voluto dimostrare con il suo libro? Che messaggio ha voluto mandare al mondo?» sbatté le ciglia, chiaramente finte, velocemente.
«Innanzitutto ho voluto mettere il mondo a conoscenza di quella crudeltà che, ahimè, è una delle innumerevoli violenze umane al mondo d'oggi, ma è stata fortunatamente eliminata. Inoltre ho sottolineato molto l'importanza dell'amicizia, dell'unione, della forza e dell'amore perché senza di questi non si può continuare a vivere felicemente. Per quanto riguarda la mia esperienza, dico ai giovani - e non solo - di tenersi strette tutte le persone a cui tengono, tutte le persone che amano e non devono dare per scontato la loro presenza poiché da un momento all'altro si può rimanere soli, impauriti, senza difese; e solo in quel momento ci si rende conto di quanto quelle persone fossero importanti. Bisogna imparare a combattere perché non si sa mai ciò che potrà accaderci nella vita. Nulla è scontato nella nostra vita; come non è scontato che io sono qui e che voi tutti siete qui in questo momento.»
«Giustissimo, Styles. C'è un personaggio del libro a cui lei è molto legato per quanto riguarda il significato attribuitovi?»
«Be', ovviamente sì. Il personaggio che rappresenta il mio migliore amico, che è diventato il mio fratello. È una di quelle persone che sembrano le più deboli apparentemente, mentre sono le uniche che restano in piedi e che lottano, che cadono, si fanno male e poi si rialzano. È una di quelle persone che si dipingono un sorriso in volto per non far preoccupare gli altri, mentre stanno morendo dentro, ma vanno avanti nonostante tutto. È una di quelle persone che cercano sempre di aiutarti quando quelli da aiutare sono proprio loro.»
«Questa persona è qui adesso?»
«Purtroppo no, ma sono felicissimo per lui perché stasera la sua voce risuonerà in tutta New York.»
«Davvero?» disse fingendo di essere sorpresa, come se le importasse veramente.
«Sì, l'ho praticamente costretto a far parte di X-Factor a Londra circa cinque anni fa e adesso è un cantante di fama mondiale. Ha sofferto tanto e adesso merita tutto questo. Ovviamente non intendo che la fama porta alla felicità, intendiamoci.»

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