Capitolo 21

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Louis.

L'alcol prese il sopravvento stavolta.
Iniziai a piangere.

*Harry aiutsmi*

*Lou che succede?*

*Hsrry è tioppor*

*Non riesco a capire come scrivi...*

*Syo piangendo*

Non capivo più quello che stava succedendo.
Era troppo.
Troppe cose.
Zayn. Shirley. I miei genitori.
Harry e Shirley non sapevano della mia famiglia. Non l'avevo detto a nessuno.

Vidi la chiamata da Harry.
La parte ragionevole di me non avrebbe assolutamente risposto in quelle condizioni, ma ero ubriaco e la voce di Harry mi faceva sorridere.
Sembravo un pazzo.
Risposi.
«Lou
«H-harey?» singhiozzai.
«Lou che ti prende
«Non lo so.. È tropo.»
«Che è successo Lou
«Trope cose Harey.»
«Sei ubriaco Lou?» quel soprannome mi mandava il tilt il cervello, già mal ridotto di suo quel momento.
«Forse.» barcollai e mi buttai su una panchina.
Sorridevo al suono della sua voce e piangevo contemporaneamente.
«Fa bene piangere, lo sai?»
«Saranno ani che non piaango.»
«Allora ci vuole. Ma perché? Dopo tanto tempo ne hai bisogno.»
«Harey.»
«Dimmi, Lou.» il suo tono era così dolce che mi ritrovai a sorridere nonostante le lacrime.
«Io... Io t-ti..» staccai il telefono dall'orecchio. Non ero in me.
Da sobrio avrei pagato le conseguenze.
Mi misi in macchina e l'accesi, pronto a partire.
«Lou! Cosa?» gridò.
Non risposi e misi il viva voce, buttando il telefono nel sedile del passeggero.
Premetti l'acceleratore e la macchina emise un rumore che non fece altro che farmi incazzare di più.
«Louis non ti azzardare a guidare!» mi rimproverò.
Smisi di piangere e la tristezza venne rimpiazzata dall'ira.
«Lo sto già fancendo.»
«Louis cazzo fermati!!» accelerai.
Accelerai sempre di più. La strada era deserta e l'orologio della radio segnava le tre di mattina.
«Louis finirai per ucciderti!»

«Non mi interessa!» gridai, arrabbiato con quel qualcuno che mi mandava le disgrazie.

«Si può sapere perché fai così? Sei un egoista se ti ammazzi Louis. Pensa alle persone che ti amano. Pensa a Shirley. Pensa a me.» inchiodai, fermandomi al centro della strada buia e sconosciuta.
Il respiro era irregolare e le mani stringevano forte il volante, facendo diventare le nocche bianche.
«Pensa a me Louis.» ripeté.
Guardai il telefono.
«P-perché? A te interessa di me?» singhiozzai di nuovo.
«Certo, Lou. Cosa mi stavi dicendo prima?»
«Quando?»
«Prima di entrare in macchina.»
«Non lo so, non ricordo.» mentii.
«Harey, perché mi viene da piangere e sono arrabbiato?»
Lui sospirò.
«Louis, ti è successa una cosa brutta
Annuii anche se non poteva vedermi e iniziai a piangere.
«Sì.» risposi poi.
La rabbia prese il possesso di nuovo e premetti l'acceleratore, facendo stridere le ruote sull'asfalto.
«Louis non correre!»
Accelerai.
«Louis no
«Non vedo niente Harry!» i lampioni erano spenti e mi trovavo in periferia.
«Louis non voglio assistere al tuo funerale okay
«Non mi interessa di quello che succederà.» svoltai in una stradina che, se proseguita per dritto, avrebbe portato al centro della città, così sarei potuto tornare a casa.
«Harry!» esclamai.
Le lacrime rigavano le guance.
«Louis non fare nulla di stupido o insensato!»
«Tu sei Edward Styles non Edward Cullen! Non citarlo.» gridai.
«Louis, porca troia
La strada era chiusa per lavori.
«Cazzo!» imprecai e svoltai nella prima che trovai.
«Dove ti trovi
«Non lo so! Credo vicino alla spiaggia!» urlai piangendo.
«Fermati ti prego
«Harry io..»
«Cosa Louis, cosa?!»
«Harry io ti a-» prima che potei finire la frase, lanciai un urlo.
Sterzai.
Rumore di freni.
Poi buio.

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