Shirley.
La mattinata al bar passò troppo lentamente, Louis aveva un'aria un po' triste e la cosa non migliorava le cose.
«Cos'hai oggi?»
«Niente. Solo che mi manca un po'...» disse alzando le spalle e guardandosi i piedi. Amavo il fatto che lui non avesse paura che sarei diventata gelosa.
E aveva ragione perché non lo ero affatto.
«Anche a me.» gli diedi una piccola gomitata e accennai un sorriso.
«Almeno tu puoi chiamarlo, puoi sentirlo.»
«E perché tu non lo fai allora?»
«Posso?» i suoi occhi si illuminarono di speranza e risi. Nel frattempo il bar si svuotava e finimmo di pulire i tavoli e le tazzine.
«Certo che puoi! Me lo chiedi anche? Siete amici, no?»
«Già.. Amici.»
«Louis io-»
«No, è tutto apposto. Davvero.» sforzò un sorriso. Non disse più un'altra parola da quel momento in poi e ce ne andammo chiudendo il bar.Niall non era a casa, ma all'università per parlare con il suo professore.
Mangiai lentamente e andai in camera di Niall, sfiorando il pianoforte e ammirando tutti i premi che aveva vinto mio fratello durante quegli anni.
Mi sedetti a guardare i suoi spartiti.
Per me la musica era come un punto di domanda. L'amavo, certo, ma per me era come un grande universo che solo alcuni hanno il talento di attraversare. E mio fratello era uno di quelli.
Annusai le pagine gialle e vecchie dei pentagrammi che sapevano di antico.
Mi alzai e andai verso l'armadio che conteneva le fotografie della nostra famiglia.
Sembrava così tanto tempo fa quando vivevamo a Roma.
Iniziai a guardarle tutte e a ridere da sola mentre ricordavo tutti i momenti.
C'era una foto di Niall dell'età di circa dieci anni con le mani nel barattolo di Nutella e il viso sporco.
Delle mani si poggiarono improvvisamente sui miei occhi e sorrisi.
«Ciao Niall. Mi hai spaventata!»
Lui mi baciò la guancia togliendo le mani.
Si sedette accanto a me. «Scusami Shir.» sorrise.
«Te lo ricordi questo?» dissi mostrandogli la foto.
Lui rise e annuì.
«Certo che ricordo.»
Passammo tutta la giornata così.
Era da tanto che non stavamo insieme.
Gli raccontai un po' come andava, di Zayn e Waliyha.
In più cercò di insegnarmi qualcosa con il pianoforte ma io fallii miseramente.
Improvvisamente mi ricordai dell'uscita con Zayn.
«Cavolo! Ho un'uscita con Znon.»
«Io non sono sicuro Shirley...non dimentico cosa ti ha fatto.»
«Tranquillo Niall. Anche io non ero sicura all'inizio, ma quando siamo usciti tutti insieme lui è sembrato davvero un'altra persona.»
«Non ti posso costringere di non andare, sei grande. Solo stai attenta. Non fidarti di ciò che mostra di essere.» sia lui che Louis avevano detto la stessa frase. Si erano per caso messi d'accordo? Iniziavo ad avere piccoli dubbi...
Erano solo preoccupazioni.
Mi lavai velocemente e decisi di indossare cose semplici.
Mi misi dei pantaloncini jeans, una canotta con degli ananas disegnati sopra e le mie adoratissime converse bianche.
Non mi truccai molto, pettinai i capelli scuri e li lasciai al naturale.
Alle otto precise Zayn bussò alla porta.
Come faceva a sapere dove abitavo? Inquietante, ma non ci diedi troppo peso.
Niall mi baciò e mi lasciò andare raccomandandomi di stare attenta.
Aprii la porta e Zayn sorrise inserendo la lingua fra i denti.
Mi abbracciò e aprì lo sportello del passeggero della sua auto nera per farmi entrare.
Sussurrai un veloce 'grazie' e mi sedetti in imbarazzo.
L'ambiente era rinfrescato, fortunatamente.
Era un'estate decisamente troppo calda.
Odiavo il caldo.
«Allora dove andiamo?» chiesi sforzando un sorriso.
«È una sorpresa.» disse ghignando.Harry
Dopo aver finito il mio turno mattutino, decisi di andare durante il pomeriggio in biblioteca per studiare un po'.
La biblioteca di Londra era immensa e bellissima.
Ci venivo spesso da ragazzino e ci passavo le giornate intere...spesso insieme ad Alice.
Mi sedetti vicino alla finestra, il mio solito posto che in passato era il nostro. Fuori pioveva e mi rilassai un po' mentre prendevo i miei libri per ripassare.
Avrei chiamato sicuramente Niall di sera per incoraggiarlo sulla laurea.
Mentre ero immerso nello studio, il mio cellulare prese a vibrare. Lo afferrai.
Una chiamata Skype. Sorrisi non appena vidi che era Louis.Louis
«Ehi Louis!» esclamò, facendo fare una capriola al mio stomaco.
«Harry! Come v-va?» balbettai imbarazzato.
«Bene. Lì?» mi mancava la sua voce roca.
«Anche. Piove a Londra?» cercai di iniziare una conversazione.
«Sì fortunatamente.»
«Perché?» aggrottai la fronte.
«Amo la pioggia, nonostante porta diversi disagi. Mi rilassa.»
«Oh, sì. Hai ragione, il suono della pioggia è fantastico.»
«Non lavori oggi?» chiese.
«Solo di mattina. Adesso che ricomincia la settimana cambiano i turni e non lavoro con Shirley, purtroppo.»
«Oh, peccato. Lei dov'è adesso?»
«Be', credo che è a casa per il momento.»
«Per il momento? Perché?» lui sapeva dell'uscita con Zayn? Avrei fatto bene o male a dirglielo? Se Shirley non aveva parlato forse non voleva farglielo sapere, ma era assurdo. Harry doveva saperlo.
«Sì. Stasera Zayn l'ha invitata.»
«Cosa?!» alzò la voce. Non sapeva.
Shirley mi avrebbe ucciso probabilmente.
«Sì. È venuto al bar solamente per chiederglielo. Ci ho parlato con Shirley e le ho detto di non fidarsi.»
«Maledizione.» imprecò.
«Dai tranquillo, andrà bene.»
«Ma è un fottuto appuntamento! Con Zayn poi!»
«Zayn l'ha definito più un incontro fra amici, ma non mi fido affatto.»
«Io non posso fare nulla da qui. Ma ti prego Louis, stai attento. Corri da lei se succede qualcosa.» la sua voce preoccupata mi scaldò il cuore, ma contemporaneamente mi rattristai.
«Ti prego fai in modo di sapere dove la porterà.»
«Per te questo e altro.» mi scappò questa maledetta frase e mi corressi subito.
«Cioè insomma, per te e Shirley intendo...» lui ridacchiò e arrossii.
«Sì, Lou. Ho capito.» disse continuando la sua risatina. Mi aveva chiamato Lou. Diamine stava uccidendo il mio stomaco.
«Mi ha fatto piacere sentirti.» voleva chiudere? Gli aveva fatto piacere? Sorrisi immensamente.
«Davvero?»
«Certo. Sono proprio contento che mi hai chiamato, significa che qualcuno da quelle parti mi pensa, oltre a Shirley.» percepii un sorriso attraverso le sue parole. Eccome se ti pensavo Harry, eccome...
«Anche io sono contento di sentirti.»
«Qualche volta vi faccio venire qui a Londra. Vi ospito.» spalancai gli occhi e la bocca.
«Oddio davvero? Non sono mai stato all'estero!»
«Certo, Lou!» ancora quel cazzo di Lou. Immaginai le sue labbra pronunciare il mio soprannome e mi sciolsi.
«Sarebbe bellissimo!» saltellai per tutta la stanza. Sembravo un fottuto adolescente in preda agli ormoni.
Maldestro com'ero, inciampai su una sedia e provocai un brutto rumore.
«Cazzo!» imprecai.
«Louis, stai ...bene?»
«Uhm... sì, credo.» figura di merda davanti ad Harry: fatta.
«Cosa è successo?»
«Sono solo inciampato.» risi nervosamente e mi seguì.
«Va bene, sta attento! Ora mi dispiace ma devo tornare a studiare...»
«Oh, sì certo.» dissi tristemente.
«Ci risentiremo dai.» annuii ma solo dopo pochi secondi mi resi conto che non poteva vedermi.
«Okay. Allora buono studio!»
«Grazie Louis.» altre farfalle allo stomaco. Dopo i saluti, riattaccai.
Erano le otto meno dieci e inviai dei messaggi a Shirley per chiederle dove sarebbe andata con Zayn, ma non rispose.Note:
Swaaaash eccomi sono ritornata!
*Greta menchi's mode*
Spero di non avervi fatto attendere tanto ma ho un nuovo fratellino adesso e non ho avuto molto tempo :') nel prossimo capitolo ci sarà l'uscita fra Zayn e Shirley. Ho dovuto separare i due capitoli.
Inizierò a scrivere il capitolo oggi stesso così sarò avvantaggiata!Love you, xx.
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Letters.
FanfictionShirley stava ritornando a casa in quella fredda serata di metà dicembre attraverso le strade di Barcellona, illuminate dalle allegre luci che annunciavano l'arrivo del tanto atteso natale. Aprì la cassetta della posta per controllare se una cartoli...