Capitolo 31

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Harry.

«È una sorta di vendita da quello che ho capito.»
«Vendita? Che intendi dire?» chiesi confuso.
«Credo che sia una specie di associazione che si occupa di una specie di vendite illegali di persone
«Persone?!» gridai e lui mise d'istinto l'indice sulla bocca per farmi stare zitto.
«Scusi.» sussurrai.
«Perché le persone che ne sono a conoscenza non lo dicono alla polizia?»
Il venticello freddo mi penetrava nelle ossa.
«Perché le persone che lo sanno sono i clienti e le altre sono state minacciate.»
«È pura mafia.»
«In un certo senso sì.»
«Comunque, cosa ci fanno con le persone?» domandai.
«Le utilizzano per piacere personale o roba varia, così mi ha detto.»
«Cosa?!» non potevo permettere che accadesse qualcosa del genere a Shirley. Non potevo assolutamente.
«In più mi ha riferito che l'asta ci sarà tra soli tre giorni. Solo tre giorni di tempo abbiamo.»
Mi tirai i capelli, cercando di arrivare ad una soluzione.
«Ci deve essere un modo per impedire tutto.»
«Non lo so Harry...»
«E se lei fa finta di essere un cliente così può immischiarsi fra di loro?»
«Ma come? E dammi del tu, Harry.»
«Okay, uhm, potresti chiamare quell'uomo e dirgli che sei interessato e che vuoi far parte dei clienti, così poi vai là e la compri.»
«Posso provarci.» sorrise.
«Ti darò più denaro possibile.»
«Ma no, Harry, non preoccuparti. È un piacere per me aiutarti.» sorrise e io mi tirai nuovamente i capelli, insistendo sul fatto di pagare almeno il 60% della quota.
«Devo informarmi di più sul prezzo, adesso lo chiamo.» disse prendendo il cellulare in mano e digitando il numero di quell'uomo, William.
Si portò il telefono all'orecchio, battendo la punta del piede sul freddo asfalto del marciapiede deserto, attendendo una risposta.
«Sì, sono io, salve.» mise la chiamata in viva voce cosicché io potessi sentire la conversazione intera fra i due uomini ricchi.
Nel frattempo, entrammo in macchina di Mr. Payne per riscaldarci e proteggerci dal freddo clima tipico londinese, che però amavo tanto.
«Mr. Payne, mi richiama per l'asta il tono dell'uomo non mi piaceva affatto, sembrava così derisorio.
«Sì, William, dammi del tu, per favore.»
«Okay Liam, quindi cosa ne pensi
«Be’, se ti ho chiamato non è ovvio che ho intenzione di comprare una bella ragazza?» disse Mr. Payne, recitando il più possibile la parte dell'interessato.
«Proprio come avevo previsto. Ovviamente, nulla è gratis come ben sai sembrava quasi che lo ingannasse ad ogni parola, come se ogni parola contenesse un tranello da cui è impossibile uscirne.
«Ovvero? Che intendi?»
«Intendo che una volta entrato, non ne esci. Sarebbe troppo facile altrimenti Sapevo che c'era qualcosa sotto.
«Dovrei rimanere cliente per sempre?»
«Sì, c'è il rischio che lei sparga la notizia o che la riporti alla polizia
«Certo che no, William. A me interessano solo un paio di ragazze.»
«Devo chiedere alla direttrice della società
«Potresti farmi sapere al più presto? Alla fine a me non interessa nulla, voglio dire, me ne bastano due e non tornerò più.»
«Vedrò, Liam. Ma un patto è un patto, una volta arrivato comprerai e non proferirai alcuna parola.»
«Sarà fatto, William.»
Per quanto caldo poteva essere l'ambiente, io tremavo. Mi mancava così dannatamente tanto.
Chiuse la chiamata e mi guardò.
«Ho così tanta paura che falliremo.» confessai sbuffando tristemente.
«Non dire così Harry, non sai mai ciò che potrebbe accadere.»
«Appunto per questo, non so se la cosa si potrà risolvere... La cosa che mi domando è che se voleva me, allora perché ha preso lei? Sempre se è stata Alice.»
Mr. Payne mi rivolse un’occhiata confusa e realizzai che in realtà lui non sapeva niente.
«Oh, giusto. Non sai nulla..»
«Non sei costretto a parlare, ma se questo significa aiutare Shirley allora-»
«Sì, tranquillo.» lo interruppi raccontandogli ciò che non sapeva su di me e che, in teoria, non avrebbe dovuto sapere.
«Merda, questo spiega tutto allora.» era la prima volta che lo sentivo imprecare.
«No, non tutto. È scomparsa anche la sorella del mio migliore amico.»
Mr. Payne si portò la testa fra le mani, per poi appoggiarle sul volante dell’auto.
«Harry io credo che dovresti informarti sulla casa editrice. Potrebbe davvero essere una grande occasione e devi approfittarne.» cambiò discorso.
«Sì, lo so. È quello che ho sempre desiderato lavorare in una casa editrice e quando mi si presenta la possibilità, mi va tutto storto.»
«Ti va tutto storto se non provi a rimediare.»
«Certo che sto provando a rimediare!» mi difesi.
«No, intendo un’altra cosa. Dovresti comunque provare ad andare alla casa editrice. Fidati di me, Harry.»
«Non mi fido nemmeno di me stesso, però lo farò... » lui sorrise e scosse la testa.

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