Capitolo 5

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Harry.

La mattina seguente mi svegliai a causa del rumore della pioggia che batteva contro la finestra grande di camera mia.
Il mio turno iniziava il pomeriggio e quindi la mattina sarei dovuto andare all'ospedale per parlare con i medici.
Mi vestii velocemente, mangiai due biscotti e uscii di soppiatto senza far svegliare mia madre.
Entrai velocemente in macchina e guidai fino a quel luogo che avevo sempre odiato.

«Cerco il dottor Hood.» dissi alla ragazza che si trovava dietro il bancone della reception.
«Certo, il dottore la stava aspettando.»
Dopo cinque minuti di attesa, vidi il dottor Hood arrivare in quel suo camice bianco, delle penne infilate nella tasca e un cartellino con scritto il suo nome sul petto.
Odiavo l'odore che c'era negli ospedali. Con quelle pareti bianche pallide. Mi mettevano a disagio e stare in ospedale non era di certo il miglior modo per iniziare la giornata.
«Signor Styles. Il tumore di sua madre deve essere tenuto sotto controllo perché è particolarmente aggressivo. Potrebbe crescere in una settimana o in due giorni. Per tenerlo d'occhio, dobbiamo assolutamente ricoverare sua madre entro oggi a pranzo.»
Sospirai e annuii.
«D'accordo dottore.» come lo avrei detto a mia madre?
«Secondo lei... Quanto tempo ha a disposizione mia madre per vivere?»
«Non lo so. Potrebbe avere due mesi se tutto va bene.» cazzo. Praticamente era già un morto che cammina.
«Mi dispiace ragazzo.» posò una mano sulla mia spalla e feci scorrere le mie dita lungo i miei capelli. Detto questo, girò i tacchi e se ne andò.
Il tempo non migliorava di certo il mio umore.
Chissà come ci si sentiva ad essere un dottore, a dare tutte quelle brutte notizie, a veder morire le persone da un giorno all'altro.
Mentre guidavo, il cellulare squillò.
«Dimmi Gemma.» tirai su col naso.
«Harry.. Ci sono notizie della mamma?» lei doveva saperlo, ne aveva il diritto.
«Ho appena finito di parlare con il dottor Hood e..»
«E?» mi incitò.
«La mamma ha il cancro ai polmoni e deve essere ricoverata entro oggi a pranzo. Ha massimo due mesi di vita Gemma.» ci fu silenzio dall'altra parte.
Sentii dei singhiozzi.
Non riuscivo a reggere tutto quanto.
Avevo bisogno di andare al mare e riflettere, ma non potevo.

**

«Mamma? Sei sveglia?» dissi entrando lentamente in camera sua.
«Entra Harry.» le portai un vassoio con il pranzo.
«Com'è andata col dottor Hood?»
Sospirai.
«Mamma... devono ricoverarti per tenerti sotto controllo.»
«Cosa ho? Dimmelo senza paura Harry.» mi accarezzò la guancia e sorrise.
«Mamma hai un tumore al polmone.» lei sospirò e chiuse gli occhi.
Promisi a me stesso che le sarei rimasto accanto fino alla fine.

Shirley.

16 gennaio 2015, Barcellona.

Caro Harry,
non penserei mai male di te, non riderei mai delle tue parole.
Tu sei speciale, Harry.
Mi dispiace molto per tua madre, credo di essere stata un po' invasiva.
Vedrai che ce la farà.
Vorrei tanto aiutarti adesso, vorrei tanto stare accanto a te per poterti aiutare, sarei voluta venire con te all'ospedale la mattina del 13 gennaio per parlare con i medici.
Ma io so che tu ce l'hai fatta. Tu sei forte Harry.
Vorrei tanto sapere come stai adesso, in questo preciso istante o come hai passato questi tre giorni mentre la lettera stava arrivando da me.
Se vuoi, posso essere io il tuo faro, Harry.
Però, come hai detto tu, per superare la tempesta e per vedere la luce del faro ce ne vuole, ma io starei volentieri a bordo della tua nave.
Tra qualche settimana c'è la laurea di mio fratello Niall e sono molto orgogliosa di lui.
Comunque , hai azzeccato! Sono italiana e ho sempre vissuto a Roma.
Mio padre però è irlandese e infatti il mio nome e il mio cognome non sono italiani.
Vorrei tanto abbracciarti, sai?
Sono felicissima di aver trovato qualcuno come me e non voglio perderti.
Natalia, il mio capo, sta assumendo più persone in questo periodo e ha anche detto che a me, Louis e Flor ci darà un periodo di vacanza, dato che non lo abbiamo avuto a natale.
Stavo pensando di poter venire da te a Londra, ma Niall vuole tornare in Italia.
Farò il possibile per rivederti, Harry.
Hai altri tatuaggi oltre alle rondini?
Parlerò con Niall e cercherò di venire da te.
Ti voglio bene.
Baci,
Shirley. x

Mi dispiaceva davvero per Harry. Lui era un ragazzo speciale.
Era da pazzi andare a Londra, da un quasi sconosciuto invece che andare dai propri genitori in Italia, ma io sentivo come se avessi il dovere di andarci.
Decisi di parlarne con Niall.
«Ciao Nì. Volevo parlarti.»
«Dimmi.» disse sedendosi accanto a me sul divano.
«Natalia mi darà le ferie e io vorrei andare a Londra.»
«Da questo Harry?» annuii.
«Shirley non lo conosci. E se è un maniaco che fai?» disse facendomi ridere.
«È un ragazzo tranquillissimo.» lo rassicurai.
Lui alzò un sopracciglio e storse la bocca.
«Hai diciannove anni e non posso impedirti di non andarci, solo che Londra è una grande città e lui lo conosci appena. Ho paura che ti accada qualcosa Shir.»
«Mettimi alla prova.»
«Se ti succedesse qualcosa non me lo perdonerei, capito? E poi perché non vuoi tornare in Italia?»
«Sento come se avessi il dovere di andarci, come se dovessi aiutarlo.»
«Secondo me ti ha fatto un incantesimo.» 

«Non lo so Shir...»
«Perché non vieni con me?» spalancò gli occhi.
«Non mi danno le ferie in questo periodo.» sbuffò.
«Allora?»
«Allora cosa?»
«Ci vado?»
«In che albergo starai? Che ne sai se non ti perdi in aeroporto? E poi io sono convinto che questo è un maniaco.»
Scoppiai a ridere.
«Lui non è un maniaco!! E poi me la caverò. Se non provo mai non imparerò mai.»
«Allora?» richiesi.
Lui alzò gli occhi al cielo.
«E va bene!» disse esasperato.
Lanciai un gridolino di gioia e lo abbracciai stretto facendolo sorridere.

Aggiunsi un PS alla lettera dicendo:

Aspettami che sto arrivando.

Uscii di corsa e la imbucai.

Cinque giorni dopo.

Harry.

Finalmente la lettera di Shirley era arrivata e iniziai a leggere in compagnia di mia madre.
Le avevo raccontato tutto di noi e lei disse una frase che mi fece tremare.
«Mi sarebbe piaciuto conoscerla.» io non ero pronto alla sua 'partenza'.
Lessi con un sorriso da ebete stampato in faccia facendo ridacchiare mia madre.
«Mamma! Viene a Londra!»
«Ma non dovevi andare da zio Michael questa settimana?»
«No, ho rifiutato perché voglio stare vicino a te.» lei sorrise.
Quella fredda stanza di ospedale mi metteva tristezza.
«Te la farò conoscere mamma!» lei scosse la testa e sorrise amaramente.
«Harry, certe cose te le senti dentro quando accadranno come tu ti senti che lei arriverà. Io invece sento che non resterò a lungo. L'hai sentito il dottore ieri sera?»
Annuii ricordandomi le parole del dottor Hood.
«È cresciuto prima del previsto, Styles. Non c'è nulla da fare se non aspettare che la natura faccia il suo corso.»
«Io non voglio perderti mamma.»
«Neanche io. Ma la vita è così. C'è chi se ne va e chi resta. Resta te a scoprire chi resta.» lei sorrideva, anche nei suoi ultimi momenti. Stimavo quella donna.
Le baciai la fronte appena si addormentò e andai a lavorare.
Mamma non sarebbe rimasta sola poiché Gemma stava all'aeroporto.

Shirley.

Il volo non durò molto e arrivai all'ora di pranzo.
Ero eccitatissima e non vedevo l'ora di incontrarlo.
Appena presi la mia valigia mi feci una domanda piuttosto preoccupante.
Come avrei potuto trovarlo?
Mentre pensavo andai a sbattere contro una donna che aveva i capelli biondi, occhi scuri, era alta ed era accompagnata da tre bambini e un uomo.
«Scusami.» dissi timidamente.
«Di niente. Ti sei persa?»
«Be', in realtà sto cercando un ragazzo ma non credo che lei lo conosce.»
«Dammi pure del tu, sono Gemma. Comunque, dimmi il nome, può darsi che lo conosco.» fece spallucce. Gemma. I tratti del suo volto mi erano familiari.
«Si chiama Harry Styles.» balbettai.
«Be', stai parlando con la persona giusta! Sono sua sorella. Adesso è al lavoro, comunque posso dirti l'indirizzo di casa sua.» rimasi praticamente a bocca aperta.
«G-grazie mille!» ero senza parole. Mi scrisse l'indirizzo e ci salutammo.
«Come ti chiami?» chiese infine.
«Shirley.» sorrisi e ognuno andò per la sua strada.
Presi il taxi e arrivai davanti casa sua. Sentii un clacson da dietro. Improvvisamente mi impaurii e pensai alle parole di Niall.
Un'auto sconosciuta. Un guidatore sconosciuto.
Niall aveva sempre avuto ragione.
Non sarei dovuta partire.

Note:
Mi sta salendo lo spoileeeeeer
hahahah
Chissà chi è quello nella macchina..
Voi dite che è Harry?
Mmh...
Commentate e votateee!

All the love. *harry's mode*
xx.


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