Capitolo 11

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Quella mattina, Harry andò all'Università per finire gli ultimi esami che mancavano per la laurea, mentre io andai al bar per chiedere di rientrare a lavoro tra qualche giorno. Mi sentivo i muscoli ancora un po' deboli come dopo una brutta caduta, ma potevo farcela.
Mi mancava l'aria che c'era in quell'ambiente. Louis che correva da un tavolo all'altro mentre Flor lavorava al bancone e altri camerieri a me sconosciuti, ai quali non feci nemmeno caso, seguivano le azioni del mio migliore amico.
«Shirley, bongiorno!» mi corse incontro a braccia aperte Louis. Ricambiai l'abbraccio e sorrisi.
«Sei bellissima oggi.» ringraziai portando lo sguardo ai miei piedi, arrossendo per l'improvviso complimento.
«Natalia è dietro al bar, come sempre.» fece un cenno con la testa e mi diressi dal mio capo.
«Shirley! Come stai? Che sorpresa averti qui di nuovo!» la voce cristallina di Flor arrivò alle mie orecchie e mi voltai sorridendo.
«Sto benone.» l'abbracciai.
«Ci sei mancata tanto qui. Non è più la stessa cosa lavorare senza di te.» tirò fuori il labbro inferiore come una bambina e ridemmo insieme.
«Mi siete mancati anche voi.» dissi per poi andare finalmente da Natalia.
«C'è ancora posto per me?» dissi bussando alla porta.
«Shirley!» entrai e mi abbracciò stretta.
«Sono davvero contenta che ti sei ripresa così velocemente.»
«Sì, in ospedale mi hanno aiutata tanto.» e anche Harry, avrei voluto aggiungere.
«Comunque, per te c'è sempre il posto. Ho assunto due nuovi camerieri che ti presenterò ora.» Disse andando verso i tavoli.
«Waliyha, vieni ti presento Shirley.» il cuore mi si fermò per un istante. Non poteva essere lei. Lei e Zayn vivevano in Italia, giusto?
Il mio cuore iniziò a battere forte e in quel momento desideravo Harry al mio fianco più che mai. Avevo bisogno di stringergli la mano ed essere rassicurata da lui.
Mentre mille paure attraversavano la mia mente come frecce infuocate, un'alta e magra ragazza si fece avanti.
Pelle olivastra, capelli neri e lunghi, sempre liscissimi e occhi castani.
Restammo a guardarci per un minuto senza dire una parola mentre Natalia parlava a vanvera senza essere ascoltata.
Ci stavamo odiando con gli occhi probabilmente. Non sapevo cosa stesse succedendo, sapevo solo che non avevo mai guardato nessuno con così tanto disprezzo.
«Chi si rivede.» sussurrai. Volevo andarmene subito o l'avrei trascinata per tutto il bar dai capelli.
Lei ingoiò pesantemente. Nel suo sguardo potevo leggere paura, pentimento, rimorso e ancora paura.
Nel mio invece c'era pura rabbia.
Il mio respiro divenne meno regolare e per calmarmi iniziai a respirare più profondamente e a chiudere gli occhi mentre inspiravo.
Natalia ci congedò poco dopo e mi ritrovai sola davanti a lei, senza dire un'altra parola.
«Che ci fai qui?» sputai.
«I-io lavoro qui...» disse a bassa voce. Mi temeva e una parola molto cattiva mi attraversò la mente.
Vendetta.
Però poi pensai, sono così stupida da comportarmi da idiota come lei fece in passato? No. Io ero una persona matura.
Ma il mio subconscio prese il possesso di nuovo e mi ricordò che in realtà io avevo perdonato solamente Zayn, non lei.
«Shirley noi dobbiamo parlare..» ammise.
«Parlare? E di cosa? Dopo quanti anni... Mmh fammi contare. Dopo cinque anni tu vieni qui a dirmi che dobbiamo parlare?» alzai la voce e incontrai lo sguardo di Louis per un secondo.
«Shirley... Io mi sono pentita tantissimo.»
«Non mi interessa. Vuoi il mio perdono?» lei si guardò i piedi.
È brutto ferire il proprio orgoglio, non è vero Wal?
«Lo vuoi?» alzai di nuovo la voce.
«Sì.» sussurrò.
«E allora ti perdono. Ma non voglio sentire più una parola su questo. Io sono andata avanti e ho una vita. Avresti potuto parlarmi molto tempo fa.»
«Me ne vergognavo.»
«È quello il prezzo da pagare, Wal, la vergogna.»
La sorpassai velocemente e salutai il resto delle persone, promettendo a Natalia che avrei chiamato.
Non mi interessava del fatto che non avevo conosciuto il nuovo cameriere, l'avrei fatto non appena sarei tornata a lavorare lì. Non ancora potevo crederci. Waliyha, la ragazza che aveva permesso uno dei traumi più grossi della mia vita, lavorava con me.
Almeno mi aveva chiesto perdono, ma sarebbe stato il minimo.
«Shir.» sentii la dolce voce di Louis dietro le mie spalle e la sua piccola mano fermarmi per il braccio.
Incontrai il suo sguardo e vidi preoccupazione nei suoi occhi.
Nei miei c'era soltanto rabbia, ancora.
«Parliamo dopo.» borbottai e mi liberai dalla sua presa, andando nel posto in cui riuscivo a stare in pace.
Mi sedetti sullo scoglio e fissai il mare. Mi veniva da piangere, non sapevo perché. Forse ritornare al passato era la cosa che mi faceva piangere.
Uno dei pensieri peggiori della giornata mi attraversò la mente.
Zayn era qui con lei? Ma soprattutto, perché erano qui?
Tra solamente due giorni Harry sarebbe dovuto ripartire. Come avrei fatto da sola? Certo, Lou era con me, ma non era la stessa cosa.
Iniziai già a sentire la mancanza.
Mentre ero seduta a riflettere non mi accorsi che il tempo era volato e l'una era già passata da mezz'ora.
«Ciao principessa.» sobbalzai al suono di quella voce roca, quella bellissima voce.
Mi voltai e lo vidi in tutta la sua bellezza e altezza prendendo posto accanto a me.
«Come sono andati gli esami?» chiesi forzando un sorriso.
«Alla grande!» esclamò sorridendo. Mi bastava restare così per tutta la vita. Con il mare davanti e il suo sorriso affianco.
Era così bello Harry.
«Sono contenta!» esclamai e gli diedi un piccolo bacio all'angolo sinistro della bocca rosea.
«E tu? Com'è andata?» avvolse un braccio intorno a me portando i nostri visi a meno di dieci centimetri di distanza.
Sospirai e decisi di mentirgli. Mi piangeva il cuore solo a quel pensiero, ma lui era così felice quel giorno.
«Ho parlato con Natalia e le ho detto che le avrei fatto sapere. Ritornerò presto a lavoro comunque.»
«Sono felice per te. Non vedo l'ora di laurearmi.» era davvero felice. Non avrei voluto per nulla al mondo togliergli quel sorriso dal volto.
Mi appoggiai alla sua spalla.
«Ti senti bene? Cioè, sei in forze per tornare a lavoro?»
«Sì, sì, tranquillo ce la faccio.»
«Da come lo dici sembra che lo stai ripetendo più a te stessa per autoconvincerti che a me. Sei sicura che vada tutto bene?»
Dio ma perché era così maledettamente bravo a leggere i sentimenti delle persone? Lui era speciale.
«Sì, sicura. Ho solamente fame.»
Avevo paura di incontrare Zayn per strada, nonostante Barcellona fosse una grande città.
«Vuoi mangiare qualcosa fuori? I tuoi genitori sono partiti.»
«Di già?»
«Sì. Ieri sera l'hanno detto. Forse dormivi già.» annuii.
Andammo a mangiare una pizza tranquillamente e il tempo con lui passava così in fretta. Troppo in fretta.
Risi alle sue battute per tutto il pranzo e la testa si liberò dai miei pensieri. Per questo lo amavo.
Alle due e mezza avevamo quasi finito di mangiare.
Mentre Harry era alla cassa, mi arrivò un messaggio da Louis.

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